Diamoci un taglio, per un sorriso

L'esperienza di una giovane mamma che ha aderito all'iniziativa promossa da "RagionevolMente", una onlus fondata in Trentino da giovani medici e ricercatori. Donare i propri capelli per produrre parrucche per persone malate di cancro è un gesto semplice ma che dona speranza a qualcun altro

Donare i propri capelli per portare un sorriso a chi non li ha più, a causa dei trattamenti per la cura del cancro. È l’obiettivo dell’iniziativa “Diamoci un taglio” promossa da RagionevolMente, una onlus fondata in Trentino da giovani medici e ricercatori. Migliaia le donazioni in pochi mesi. Dietro ciascuna c’è un volto e una storia, le accomuna il desiderio di portare linfa alla vita. Lorena, trentenne, illustratrice, è mamma di una bimba di tre anni:

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Come hai scoperto “Diamoci un taglio”?

Ho letto dell’iniziativa in un giornale locale, si sarebbe tenuta nel comune di Pergine, vicino Trento, e incuriosita sono andata alla presentazione. Ho scoperto che era sostenuta da questa associazione di giovani intraprendenti e molto sensibili.

Cosa ti ha spinto ad aderire all’iniziativa?

Era da un po’ che avevo i capelli molto lunghi e li volevo tagliare. Visto lo scopo dell’iniziativa, ho pensato che era proprio quello che faceva per me. Per due motivi. Da una parte perché ho una cugina che ha avuto un tumore e ho vissuto con lei la sofferenza di una giovane donna nel perdere la propria bellezza, e non solo nel rischiare la vita. L’ho fatto per lei, che è molto coraggiosa, da subito ha lottato contro la malattia e ha deciso di non portare la parrucca. Ma ci sono altre ragazze che non la indossano non per scelta ma perché costa troppo. Quindi mi sembrava bello donare per questo scopo qualcosa che altrimenti va buttato via. A me non costa nulla e può far star bene qualcun altro.

E qual è la seconda ragione?

Questi capelli significavano per me un legame con il passato. Volevo tagliarli, ma non sprecarli. Ho avuto una gravidanza difficile, dovevo stare ferma e sdraiata, era mio marito ad accudirmi e fra le cose mi asciugava e pettinava i capelli. Lui è morto quando ero ancora in attesa della nostra bambina… e quindi per me quei capelli erano legati a lui, a quel momento bello. Ho sempre portato i capelli corti, ma da lì non sono più riuscita a tagliarli. Poi però erano cresciuti talmente tanto da arrivare in fondo alla schiena e sentivo che era il momento di tagliarli, anche per una questione di comodità. Però non li volevo sprecare: buttarli nella spazzatura dal parrucchiere era qualcosa che non riuscivo a fare. Poi ho letto sul giornale di questa iniziativa e mi è sembrata perfetta perché l’avrei fatto con un altro spirito. Li avrei lasciati andare per dare speranza a qualcuno. È stato un momento molto forte, bello, curato con delicatezza, sia dalle ragazze di RagionevolMente che dalle parrucchiere che lo fanno volontariamente da anni e con grande passione. È stato come donare a qualcun altro l’amore che mio marito aveva donato a me.

Come è stato condividere questo momento con altre persone?

Se fossi andata da sola in un salone, sarebbe stato forse un momento triste, e invece averlo condiviso con altre donne è stato molto bello perché c’era un bellissimo clima e le parrucchiere sono riuscite a valorizzare la bellezza di ciascuna. Ognuna di noi aveva un motivo suo per farlo, però essere lì tutte insieme e vedersi ognuna con questi capelli corti e belli, con questi tagli che ci valorizzavano, è stata una festa.

Alla tua bimba sono piaciuti questi capelli corti?

Beh, non tanto! Il primo giorno ha detto: «Mamma, che bella»; il giorno dopo: «Perché non tornano lunghi, quand’è che ricrescono?». Poi però le ho spiegato che li avevo tagliati per fare delle parrucche per donne ammalate che non hanno i capelli, come è successo a mia cugina, e ha detto che anche lei lo farà, ma più avanti, intanto li vuole tenere lunghi. Ma poi l’altro giorno per imitarmi si è data una sforbiciata da sola e si è fatta una frangetta cortissima!

Pensi che un giorno le racconterai le ragioni che ti hanno spinto a farlo?

In parte l’ho già fatto, cerco sempre di coinvolgerla nelle cose he faccio, di dialogare molto con lei usando parole semplici perché capisca, e quindi sa che li volevo donare perché erano capelli preziosi.

Come hanno reagito a questa tua scelta familiari e amici?

Erano molto contenti e i miei amici stupiti di vedere questo cambio radicale. A tutti l’ho spiegato raccontando dell’iniziativa e la cosa bella è stata che alcune amiche hanno cominciato a farsi crescere i capelli per donarli. Adesso qualcuna di loro ha i capelli rasati e una bella treccia donata. È stato bello vedere che anche altre persone hanno capito che farlo non costa nulla e alla fine ti dà una grande gioia.

Cosa vorresti dire alle ragazze di RagionevolMente?

Sono grata alle ragazze che hanno ideato questa iniziativa perché aiuta non solo chi riceverà la parrucca ma anche le persone che donano i capelli. Questi momenti creano comunità e ti danno la consapevolezza di non essere sola ma di far parte di qualcosa di più grande, e in questo tempo di grande individualismo è necessario. Sapere che una piccola cosa tua può generare vita altrove è importantissimo.

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