Debito pubblico e procedura d’infrazione

La Commissione europea osserva che il debito pubblico italiano aumenta, in contrasto con le regole europee e con gli stessi interessi dell’Italia
Il ministro dell'Economia Giovanni Tria.

Una nuova procedura d’infrazione per l’Italia si profila all’orizzonte, dopo che, l’11 aprile 2019, la Commissione europea ne aveva archiviate tre, facendo scendere il numero complessivo a 71 procedure a carico del nostro Paese, di cui 64 per violazione del diritto dell’Unione europea (Ue) e 7 per mancato recepimento di direttive.

L’annuncio arriva alla fine del semestre europeo, cioè quel meccanismo di coordinamento delle politiche economiche e di bilancio degli Stati membri dell’Ue. Infatti, tra le varie raccomandazioni agli Stati membri, concentrate soprattutto sull’attenzione da prestare alla gestione dei conti pubblici, la Commissione europea ha suggerito l’apertura di una procedura d’infrazione verso l’Italia per debito eccessivo.

Ocse: infografica

Infatti, osservando i dati del 2018, il debito pubblico italiano sale dal 131% al 132% del prodotto interno lordo (Pil) e il deficit strutturale, cioè le uscite nel bilancio dello Stato che superano le entrate, che avrebbe dovuto scendere dello 0,3% peggiora dello 0,1%, attestandosi allo 0,4%. Il debito pubblico italiano graverebbe per 38.400 euro su ciascun abitante e occorrerebbero oltre mille euro a testa per rifinanziarlo. La Commissione europea ha previsto che anche nel 2019 e nel 2020 l’’Italia sforerà i parametri europei.

La Commissione europea ritiene che la riduzione del debito pubblico dovrebbe essere una priorità dell’Italia, alla quale si dovrebbe aggiungere il contrasto dell’evasione fiscale e del lavoro nero, un’applicazione di una minore tassazione sul lavoro, il rilancio degli investimenti, la lotta alla corruzione e la digitalizzazione nella pubblica amministrazione.

Secondo Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea (Bce), «la Commissione europea ha concluso che l’Italia deve ridurre il rapporto debito/Pil e l’Italia produrrà un programma di riduzione di medio termine. Non credo che verrà chiesto un rapido calo, sarà un piano di medio termine che però deve essere credibile». È proprio questo un punto cruciale: la credibilità e la fiducia nel sistema Italia che passa anche attraverso un avvio della riduzione del debito pubblico. Il governo italiano proverà ad intavolare una discussione con Bruxelles, ma i risultati di tale interlocuzione sono tutt’altro che scontati.

La procedura di infrazione è un meccanismo con il quale la Commissione europea controlla il rispetto del diritto dell’Ue da parte degli Stati membri e si adopera per porre rimedio all’inadempimento, cioè a quella situazione nella quale un’amministrazione nazionale (centrale, regionale o locale) compie una violazione del diritto dell’Ue ponendo in essere un comportamento contrario alle regole europee oppure non adottando leggi o altre misure necessarie per applicare le norme europee. Questo può accadere quando uno Stato membro non comunichi in tempo le misure nazionali di trasposizione delle direttive europee (i cosiddetti mancati recepimenti) o quando la Commissione europea ritiene che la legislazione di uno Stato membro non sia conforme o non applichi correttamente le normative europee. La Commissione europea può agire di propria iniziativa ma anche su denuncia di cittadini e imprese o sulla base di un’interrogazione parlamentare.

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