Cyberteologia

Antonio Spadaro - Vita e pensiero
Copertina del libro

Internet, lo scrive padre Spadaro nelle primissime battute del libro, non è uno strumento per fare qualcosa, ma l’ambiente, lo spazio in cui viviamo (il cyberspazio, appunto). Ma allora, se «il verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi», quell’in mezzo a noi nell’era digitale ha un valore nuovo che chiede di essere indagato. C’è urgenza, infatti, di comprendere l’umanità che ci passa accanto mentre siamo in metro, assorti nell’ascolto della musica miscelata in sequenza casuale dal nostro iPod, e di capire chi è il nostro prossimo tra i mille amici che abbiamo su Facebook, molti dei quali, probabilmente, non abbiamo mai incontrato di persona.

Scrive Spadaro nella premessa: «Se anche vedo tanto male in Rete, non posso fermarmi a riposare sugli allori di un giudizio negativo, se voglio vedere Dio all’opera nel mondo». È difficile definire quanto male o bene ci siano nella Rete. Un po’ come quando siamo sull’autobus: a volte la folla sembra non ci lasci respiro, altre volte ci appare nella sua bellezza struggente. Fatto sta che la Rete, come l’autobus, è il mondo in cui viviamo.

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