Criminali senza pistole

In questi giorni le notizie delle incredibili stragi sulle strade italiane e nei centri urbani ci hanno sconvolto. Decine di giovani hanno dovuto pagare con la vita la scelleratezza propria o quella altrui. Troppo sangue innocente e troppe lacrime sono stati versati in questi giorni per non mettere in allarme i cittadini. Chi ci governa ne tenga conto.

Un bollettino di guerra; un vero, dolorosissimo, bollettino di guerra. In questi giorni le notizie delle incredibili stragi sulle strade italiane e nei centri urbani ci hanno sconvolto. Decine di giovani hanno dovuto pagare con la vita la scelleratezza propria o quella altrui. Alcuni delle ultime spaventose sciagure – per favore non chiamiamoli incidenti – ci hanno lasciati esterefatti. Facciamo fatica a credere che l’incoscienza umana possa arrivare a tanto. Che un padre, mentre guida, metta a repentaglio la vita dei suoi figli per registrare uno stupidissimo, inutile video su Facebook ci lascia basiti. Che un uomo di quasi 40 anni, dopo essersi ubriacato e drogato, si metta a guidare come un forsennato per il centro storico del suo paese fino a falciare in modo atroce, davanti all’uscio della loro casa, due cuginetti, Alessio e Simone, senza che i suoi tre amici, in auto con lui, lo blocchino, richiamandolo alle sue responsabilità, ci toglie il fiato. Giovanissime vite spezzate nel fiore dei loro anni.

Come possiamo difenderci? Che mezzi abbiamo per mettere al sicuro noi stessi e le persone che amiamo? Possibile che si debba rischiare la vita inutilmente? Purtroppo, tanta gente guida senza rispettare le regole della strada; e ancora più spesso, lo fa con il telefonino in mano. Il vezzo mortale del cellulare alla guida sta diventando una vera mania. Provenzano, il padre del quattordicenne morto nello schianto da lui provocato proprio a causa del telefonino, ci ha fatto capire, semmai ce ne fosse bisogno, che siamo di fronte a una epidemia. Una forsennata mortale, epidemia traversale che colpisce a tutte le età. Non basta insistere sull’autodisciplina, occorre ammettere che al mondo c’è tanta gente irresponsabile e stupida. Gente che non vuol capire che la vita è sacra, bella, fragile, e come tale va rispettata e custodita. Non vuol capire che sulle strade basta poco per trasformare la propria automobile in una micidiale arma da guerra.

La gente perbene è stanca di dover combattere contro gli ubriachi, i drogati, i “tossicodipendenti” da cellulari. Non è possibile che le strade siano diventate un campo di battaglia. L’elenco annuale delle vittime della strada è sempre sbagliato per difetto. È, infatti, un mero calcolo matematico che si accontenta di contare i morti. Ma non vuol capire, non sa farlo, non ci riesce, che dietro ogni bara, ci sono mamme, papà, mogli, mariti, figli, fratelli, nonni, amici che porteranno scolpiti nell’animo, per anni, a volte per l’intera esistenza, il dolore, i traumi, le ferite, le paure, la rabbia causate da quella perdita.

Necessita tornare a educare i giovani e i meno giovani alla guida. Ma non basta. Necessita riprendere il cammino per insegnare il rispetto della vita propria e quella altrui. Non basta ancora. Occorre inasprire ancora di più le pene per questi delitti, triplicare i controlli sulle strade e trovare qualche sistema per mettere in pausa forzata i cellulari durante la guida. Renderli muti.

M’ infastidisce, e non poco, chiunque voglia mettere il bavaglio alla mia libertà. Sono convinto che, dopo la vita, sia la libertà il dono più grande che Dio ci ha fatto, al punto da rischiare di essere egli stesso offeso e denigrato, pur di assicurarcela. Detto questo, credo che non si possa ulteriormente tollerare che la vita preziosa dei nostri figli debba essere messa in pericolo da persone immature e irresponsabili incapaci di gestire la propria libertà. Non possiamo permettere che i nostri ragazzi diventino il loro bersaglio. Occorre fare di più. In questi giorni migliaia di italiani seri e onesti sono impauriti. Sanno che non basta la loro prudenza per evitare a se stessi e ai loro cari drammi inconsolabili. Che puoi fare quando, in autostrada, ti ritrovi davanti un Tir che avanza contromano? Ti assale il panico, gridi, spalanchi gli occhi, invochi Dio, poi niente dipende più da te. Che puoi fare nel momento in cui un ubriaco, un drogato, un fanatico perde il controllo della sua auto e falcia per sempre i tuoi bambini? Non rassegniamoci. Non malediciamo il destino infame. Smettiamola di chiederci: Dio dov’è? Questo dramma ci riguarda tutti e tutti dobbiamo protestare ad alta voce e pretendere che si corra ai ripari quanto prima. Troppo sangue innocente e troppe lacrime sono stati versati in questi giorni per non mettere in allarme i cittadini. Chi ci governa ne tenga conto.

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