I copti vittime di un duplice attentato

La Domenica delle Palme sconvolta da un duplice attentato contro i cristiani. Firma: Daesh  
ANSA/KHALED ELFIQI

Poco prima delle dieci è scoppiata la deflagrazione, durante la celebrazione della festa delle Palme nella chiesa di Mar Girgis di Tanta, una città a un centinaio di chilometri dal Cairo. Poco dopo una seconda esplosione è stata udita davanti ad un’altra chiesa copta ad Alessandria. Il bilancio allo stato attuale enumera 43 morti e almeno 75 feriti. Si tratta di uno degli attacchi più sanguinosi che la minoranza cristiana ha dovuto subire negli ultimi anni. I due attentati sono stati rivendicati dal Daesh con un  comunicato della sua agenzia stampa (si fa per dire) Amaq, che scrive così : «Due squadre dell’Isis hanno compiuto gli attacchi contro le chiese in Egitto, a Tanta e Alessandria».

Ad Alessandria papa Tawadros II, capo dei copti ortodossi, era tra i presenti alle celebrazioni. Ha condannato fortemente l’attentato, così come ha fatto papa Francesco all’Angelus: «Prego per i morti e le vittime», ha dichiarato alla fine della messa delle Palme. Va sottolineato come quest’attentato abbia luogo appena 19 giorni prima dell’annunciata visita del pontefice in Egitto, dal 28 al 29 aprile.

Secondo il ministero degli Interni egiziano un kamikaze è all’origine della prima esplosione, all’interno della chiesa di Tanta. Il primo ministro Chérif Ismaïl ha condannato l’attentato di Tanta, sottolineando «la determinazione dello Stato per sradicare il terrorismo nero dall’Egitto». Da parte sua, il portavoce del ministero degli Esteri, Ahmad Abou Zeid, sottolinea condanna l’attentato stigmatizzando questo ennesimo odioso tentativo di colpire l’intero popolo egiziano». E Al Azhar, la più prestigiosa istituzione accademica egiziana, ha rapidamente denunciato la «strage di innocenti».

I copti ortodossi sono circa il 10% dei 92 milioni d’egiziani. Sono da tempo nel mirino dei fondamentalisti islamisti.

Il primo gennaio 2011 un attentato aveva fatto 23 morti e 79 feriti all’uscita dalla messa di Capodanno ad Alessandria. Il 20 ottobre 2013, al Cairo un’attentato alla chiesa della Vergine aveva fatto 4 morti. L’11 décembre 2016, un attentato suicida contre la chiesa copta di San Pietro e San Paolo aveva fatto altri 29 morti.

E’ evidente come la questione non sia più un problema della Chiesa copto-ortodossa, né solo dei cristiani d’Egitto: è una questione di attacco all’intero Paese. Il pugno di ferro usato dal generale Al Sisi, ben visto dai cristiani, molto meno dai fratelli musulmani, non è ancora riuscito a conciliare gli animi egiziani. Serve un cambio di marcia, anche se non si sa veramente cosa fare. Si teme ora che la visita del papa susciti altri attentati. Ma c’è da giurare che il papa non annullerà la sua visita.

 

 

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