Il confine fra Spagna e Portogallo

La linea di confine tra Portogallo e Spagna è una delle più antiche frontiere d’Europa. Nonostante conflitti, annessioni e spostamenti avvenuti nel corso dei secoli, la linea di confine è rimasta quasi immutata dal 1297. La soluzione intelligente per la diatriba su Olivenza
Olivenza (foto Jesusccastillo - wikipedia CC BY-SA 4.0)

A Raia o La Raya (la linea di confine), il nome dipende da dove si guarda la frontiera tra Portogallo e Spagna, è uno dei confini più lunghi e con più storia d’Europa. Questa “linea” di oltre 1.200 chilometri ha oscillato lungo i secoli, come accade a tutti i confini, incorporando ora alla Spagna ora al Portogallo parti di territorio, e provocando così conflitti di appartenenza e identità nella popolazione coinvolta. In certi casi, però, si è potuta trovare una soluzione soddisfacente.

Olivenza, in provincia di Badajoz, è una cittadina di circa 12 mila abitanti, oggi spagnola, che si trova a soli 9 chilometri della riva del Guadiana, il fiume che fa da confine tra i due Paesi in quel tratto di La Raya. Ed è questa sua posizione di confine la causa dell’avvicendarsi, fin dalle sue origini, di signori, conti, re o altre autorità da servire. Nel 1230 troviamo Olivenza sotto il dominio del Templari; nel 1297 passa al regno del Portogallo; tra il 1657 e il 1678 è sotto la sovranità spagnola. Tornata al Portogallo nel secolo successivo, diventa di nuovo spagnola nel 1801 nell’ambito delle guerre napoleoniche. Ed è al Congresso di Vienna del 1815 che inizia il nuovo capitolo della rivendicazione portoghese.

Più di recente, in alcune occasioni, Olivenza è stata protagonista di episodi buffi, come la citazione nel 2003 in un documento della Cia (Central Intelligence Agency), proprio quella statunitense, che paragonava la situazione di Olivenza ad alcuni episodi del conflitto palestinese. Questi nordameicani!

Oggi a Olivenza i segni della presenza portoghese e di quella spagnola sono palpabili ovunque, nelle strade, nella gastronomia, nei monumenti e perfino nel parlare, perchè lì si è parlato a lungo il portoghese rayano, un dialetto che i più anziani ancora usano.

Ecco perchè la rivendicazione di sovranità su Olivenza da parte di gruppi e realtà portoghesi non è mai finita, anche se i governi che si sono succeduti dalle due parti non hanno voluto farne un problema. La rivendicazione si è placata quando nel 2008, con la Dichiarazione di Olivenza, si è costituita la prima “euroregione iberica”, che riunisce diversi comuni situati intorno a La Raya.

Il substrato portoghese è peró sempre vivo, ecco perché alcune associazioni, in particolare Além Guadiana, non hanno mai cessato di rivendicare il passato portoghese di questo territorio, finché nel 2014 gli abitanti hanno ottenuto il riconoscimento dal Parlamento portoghese di poter avere la doppia nazionalità. In pratica, tutti i cittadini nati nel comune Olivenza dal 31 ottobre 1981 in poi, sono spagnoli e portoghesi allo stesso tempo. Infatti, nelle elezioni portoghesi del 2019 qualche centinaio dei cittadini di Olivenza ha potuto votare, proprio grazie alla doppia cittadinanza.

Magari tutti i conflitti di confine avessero una soluzione pacifica come quella di Olivenza. Mi chiedo, però, come fanno questi cittadini ispano-portoghesi quando in ambito sportivo si affrontano le squadre dei due Paesi. Per quale squadra fanno il tifo?

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