Con gli occhi di Maria

La “Madunina” per eccellenza, senz’altro quella più famosa ed amata dai milanesi, svetta dalla guglia più alta del duomo, quasi ad indicare la “porta di casa” anche ai passanti più frettolosi e distratti. Senza di lei, Milano non sarebbe Milano. Questa volta, anziché attenderli, li ha raggiunti nelle loro case, nei luoghi del lavoro e dell’impegno, in quelli dello studio e dello svago. È andata al largo, insomma, mediante i manifesti affissi nelle vie più trafficate, gli inviti consegnati a mano, i messaggi e-mail e sms… Rispondono in novemila all’invito, e forse di più, dalle nove province lombarde e da quelle di Novara e di Verbania. Sin dalle 9 del mattino di sabato 14 giugno, la grande area intorno al Filaforum di Assago è invasa dai pullman e dalle auto. La gente si dispone in fila per entrare, con in testa un cappello o un foulard nel tentativo di ripararsi dal sole che già a quell’ora picchia implacabile. “Sono stato qui per il concerto di Sting ed anche per quello di Zucchero – mi dice un ragazzo con una cinepresa ultimo modello in spalla ed un paio di occhiali da sole che gli coprono metà del viso -, ma oggi è tutta un’altra cosa”. Mi sembra a suo agio tra persone non precisamente tutte appassionate come lui di rock. Lo rivedrò a conclusione della giornata: “Sono felicissimo – mi abborda -, una Maria così non la conoscevo e mi piace, anche se sono poco credente”. Nel giro di pochi minuti, si vanno riempiendo tutti i settori dell’ampia polisportiva trasformata in auditorium. Si notano molte famiglie al completo. I più giovani, tra cui i Gen 4 dei Focolari e i Ragazzi dell’Arcobaleno di Sant’Egidio, si esibiranno con i loro cori, dando un’impronta di freschezza. Numerosi gli esponenti del mondo della politica, della cultura e dell’impresa. Tra le personalità religiose presenti, mons Capuzzi, vescovo di Lodi, mons. Spreafico per tanti anni vescovo in Brasile, don Luigi Negri di Comunione e Liberazione. Parecchi i religiosi e le religiose, di vari ordini e congregazioni. La partecipazione di padre Sarkis Sarkissan e dell’arciprete Traian Valdman, responsabili rispettivamente della chiesa apostolica armena e della chiesa ortodossa rumena, danno all’incontro un timbro ecumenico. E mentre il lungo braccio della telecamera rotea nella sala per carpire le immagini da trasmettere in diretta via satellite, i conduttori introducono il convegno, preparato in profonda comunione con alcuni movimenti ed associazioni, che con entusiasmo hanno aderito alla iniziativa dei Focolari. L’evento, artistico e culturale insieme, ha come titolo “Contemplare Cristo con gli occhi di Maria” (tratto dalla lettera apostolica sul rosario). Si parte dall’approfondimento della lettera del papa, sviluppato dai teologi Piero Coda ed Amedeo Ferrari, che in due relazioni sintetiche, ma ricche e stimolanti, ne scandagliano il contenuto, mostrando perle di gran pregio e bellezza. Per i relatori, quel guardare “contemplando” equivale a mettersi sulla stessa lunghezza d’onda dello sguardo di una madre, anzi della Madre che nel Figlio contempla, come direbbe santa Caterina, “tutto Dio e tutto l’uomo”. “Lasciarsi avvolgere, penetrare da quello sguardo, per poi guardare ogni figlio con quegli occhi. Imparare Gesù da Maria – spiega Piero Coda -. Da lei che gli è stata madre e maestra nella vita. Per essere, nel mondo, altrettanti Gesù, altrettanti lei”. Un “contemplare” che si fa vita, insomma, ma non solo. “Maria è una lanterna per ogni uomo”, scrive un musulmano presente alla manifestazione, in una delle tante impressioni lasciate alla fine della giornata. Come a dire, che anche chi non è di fede cristiana può trovare in Maria una maestra di vita. Ed è la “via di Maria”, cesellata dall’attesissimo intervento di Chiara Lubich, a farsi modello e lanterna di questo andare nel mondo. “Ella rappresentava per noi il modello, il “dover essere” – dice enucleando le varie “tappe” della sua vita -, mentre vedevamo ciascuno di noi come un “poter essere” Maria”. Il card. Dionigi Tettamanzi, salutato calorosamente dalla sala e più volte applaudito, mette in luce “il principio petrino e apostolico ed il principio mariano nel mistero della chiesa”. L’arcivescovo di Milano spiega che la “Madre di Gesù appare ugualmente presente all’inizio del vangelo e all’inizio degli Atti degli apostoli. In questo senso si può dire che, come la venuta al mondo del Figlio di Dio si collega con la persona di Maria, così si collega con lei anche la nascita della chiesa e la sua entrata nel mondo”. Di qui, prosegue, si risale “a questo duplice ed unitario principio, come a dire che nel disegno di Cristo non c’è chiesa senza Maria, così come non c’è Maria senza chiesa”. “Non c’è chiesa – ribadisce tra gli applausi degli intervenuti -. E come l’apostolicità della chiesa non riguarda soltanto le sue origini, ma anche il suo ininterrotto snodarsi nella storia, così si può dire altrettanto di Maria. Quindi ella tocca la chiesa in modo permanente, tocca ciascuno di noi, oggi. È una grande grazia, ed insieme una responsabilità che deve calarsi, passare dal piano delle fede alla nostra esperienza di vita”. Il grande convegno al Filaforum si snoda tra testimonianze di giovani, famiglie e politici, alternate a momenti artistici. Una tavola rotonda con i rappresentanti di vari movimenti ed associazioni cattoliche, presenta un aspetto “nuovo” della chiesa. Intervengono Fabio Pizzul, presidente dell’Azione Cattolica ambrosiana, Giuseppe Zola, responsabile delle fraternità di Comunione e liberazione della diocesi di Milano, don Dino Foglio, consigliere spirituale nazionale del Rinnovamento nello Spirito, Daniela Sironi, responsabile della Comunità di Sant’Egidio di Novara. Dai loro interventi emerge quanto Maria sia presente ad innervare e nutrire in profondità la vita di ogni movimento e associazione. Una autentica scoperta, che riempie di gioia e di ammirazione. In questa “comunione alta” tra istituzione e carismi, antichi e nuovi, attraverso chi li rappresenta oggi nella Chiesa ambrosiana, in questo scambio dei rispettivi doni dello Spirito, a beneficio di tutti, si può forse scorgere il riflesso, la traccia, di una chiesa nuova, rinnovata come voleva il Concilio, più fraterna, più bella… perché più mariana. 120 CONVEGNI NEL MONDO Da Gerusalemme ad Haifa, dal Burundi al Kenya, al Sudafrica. Dalla Malesia alle Filippine, al Giappone, alla Corea e, Sars permettendo, il prossimo 28 settembre a Taiwan. Dopo quello di Castelgandolfo, tenutosi dal 28 al 30 aprile, sono 120 i convegni mariani previsti per celebrare l’anno del rosario. In America Latina si contano 39 giornate; tra quelle in programma per l’America del Nord, a New York se n’è svolta una il 14 giugno ed a Washington se ne svolgerà una il 14 settembre prossimo, in collaborazione con l’Università cattolica. In Europa, le manifestazioni saranno alla fine del ciclo 48.Tra le 13 giornate dei paesi dell’Est, quella di Czestochowa, in Polonia, e di Bucarest, in Romania, con la collaborazione della Chiesa ortodossa. In Italia, i convegni previsti sono dieci, e si svolgono solitamente in palazzi dello sport, in auditorium o in santuari. IL “BELLO” DEL ROSARIO Nell’incontro che la fondatrice dei Focolari ha con una trentina di giornalisti, le risposte chiariscono nei particolari il modello mariano proposto dalla spiritualità dell’unità. Le domande toccano i grossi nodi che travagliano la storia: dai grandi squilibri sociali quali cause scatenanti dei conflitti nel mondo alla reazione alla perdita dei valori e del senso religioso in Europa, le sue risposte mostrano, “cifre” alla mano, la valenza dell’impegno del movimento su più fronti. “Maria è una figura che ha molto da dire al mondo di oggi – risponde a chi chiede se, al di là della forma devozionale del rosario, esiste un suo volto, una sua dimensione più comprensibile -. Dico la verità, quando il Santo Padre ci ha fatto la consegna del rosario, ci siamo domandati che rapporto potesse esserci tra un movimento evangelico, che vuole portare l’unità, ed una devozione come il rosario. Poi abbiamo capito, per grazia di Dio, come fare ad attuare quanto il papa ci ha detto:”vivendo”, prima, come avrebbe fatto la madre di Gesù. Il rosario diventa “bello” se sotto c’è la vita”.

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