Come prima, più di prima

Cambio al timone del mensile “Città Nuova” e di “cittanuova.it”. Aurora Nicosia nuovo direttore. Un bilancio incompleto. I necessari e sentiti ringraziamenti

 

Dopo 10 anni lascio la direzione del settore informazione di Città Nuova, che comprende in particolare il mensile Città Nuova e il quotidiano web cittanuova.it. È tempo di tracciare un bilancio. Ma non è cosa facile. I chiaroscuri sono necessari. Raccontare solo i successi dell’équipe in questi 10 anni sarebbe un falso storico. Ma egualmente, guardare solo i dati economici e di diffusione non sarebbe giusto. La realtà è sempre più complessa, ci insegnano.

Due cambiamenti esterni, due cambiamenti epocali, hanno condizionato pesantemente e di converso stimolato il nostro lavoro. Innanzitutto la rivoluzione digitale, che ha sconvolto – non è un aggettivo eccessivo – il mondo dell’informazione e dell’editoria. Alla carta, nella quale eravamo specialisti, s’è affiancato il prodotto digitale, così nuovo, così inafferrabile, così rapido. Appunto, la rapidità: ecco il secondo pesantissimo condizionamento, la velocità del lavoro. Se una dozzina di anni fa i nostri redattori scrivevano un pezzo ogni quindici giorni, oggi sono obbligati a scriverne quasi quotidianamente. Ciò influenza in modo spesso drammatico la qualità del nostro prodotto mediatico, e obbliga a continue acrobazie. Tanto più che Città Nuova è un marchio ad alta motivazione ideale, in cui i valori di base debbono essere sempre considerati come centrali. Due cambiamenti gravi, ma anche due straordinarie opportunità per cambiare, per leggere i tempi di oggi e adeguare la propria produzione. Bisogna rispondere alle domande che la gente si pone, non pretendere che la gente si ponga le domande a cui noi vogliamo rispondere ma che nessuno si pone.

Due fattori interni hanno poi condizionato questo decennio. Aziendalmente, la rivoluzione digitale e la crisi del 2007-2008 ci hanno costretto a una drastica riduzione delle risorse, umane soprattutto. Così, se nel settore informazione dieci anni fa eravamo 17 a lavorare per una rivista e un sito web istituzionale, oggi ne rimangono solo 8, a lavorare per 9 riviste e per un quotidiano online. L’altro fattore interno di cui non è possibile tacere è la morte della fondatrice del gruppo editoriale e del Movimento dei Focolari, Chiara Lubich. Per chi conosce le dinamiche interne ai gruppi carismatici, sa bene che un tale evento è un vero e proprio tsunami che lascia in piedi poche cose. Anche in questo caso queste difficoltà sono state e sono tuttora delle enormi opportunità per mettere in moto nuove risorse.

Nel bilancio si parte dalle “sofferenze”: riduzione degli abbonati, del personale e del fatturato. Nuove difficoltà a motivare le truppe, fallimento nel tentativo di unirsi ad altri per trovare sinergie nuove, nuovi interrogativi sull’attualizzazione del carisma dell’unità che ci ha caratterizzato e ci caratterizza, come “aprirsi” al nuovo, come allargare la base dei lettori. E ancora, il bilancio non è sempre stato positivo nella qualità del prodotto, talvolta minore di quanto avremmo voluto, e nella elaborazione culturale che deve essere alla base di un prodotto come il nostro.

Segno invece positivo: siamo passati da 4 testate (Città Nuova, che da quindicinale è passato a mensile, Nuova Umanità, Unità e Carismi e il sito cittanuova.it) a 10 (le novità sono Teens per i ragazzi, Big per i bambini, Il Vangelo del giorno per la vita spirituale, Sophia la rivista dell’Istituto universitario omonimo, Passaparola, collana di libretti in abbonamento, e la già esistente rivista Gen’s, per il mondo ecclesiale, che è entrata nel gruppo editoriale. I conti del settore informazione, malgrado tutto, sono ancora in attivo. L’équipe redazionale è salda e competente, rinnovata e ringiovanita. La rete dei corrispondenti esteri è andata consolidandosi, oggi è composta da 8 professionisti. Abbiamo degli editorialisti di eccellenza: in particolare mi preme ricordare quelli “stabili”: Elena Granata, Piero Coda, Luigino Bruni, Pasquale Ferrara e Jesus Moran, se vogliamo con l’aggiunta del vignettista Vittorio Sedini. Ancora, è da registrare la stima talvolta quasi eccessiva di colleghi e personalità per il nostro lavoro. Non sottolineerei mai abbastanza il grande sforzo fatto per essere presenti quotidianamente sull’attualità, non tutta, non in modo enciclopedico, ma scegliendo quei fatti che meritano un approfondimento secondo la nostra “missione”. È cresciuto l’impegno nella società civile, ad esempio nel sostenere progetti come l’Economia di Comunione o il Movimento politico per l’unità, con campagne come SlotMob, o contro la vendita di armi, o ancora nell’accoglienza degli immigrati e nella lotta alla povertà, nel dialogo interreligioso, in particolare coi musulmani. Giustizia e vita, povertà e misericordia, unità e diversità: ecco alcuni dei “nostri” temi. In una logica evangelica radicale, in cui il dialogo non è un optional ma un “modo di essere al mondo” evitando polarizzazioni irrazionali. Abbiamo sostenuto sin dagli inizi papa Francesco, e ce ne facciamo vanto. Positivo, altresì, è stato il progressivo avvicinamento sinergico con il settore libri del gruppo. E, soprattutto, c’è da mettere in conto nelle positività il mare infinito di relazioni e amicizia creatosi attorno a Città Nuova.

 

Per il futuro, il direttore porterà varie note di novità: Aurora Nicosia è una donna, viene dal Sud (dopo tre direttori emiliani), è giovane, ha seguito la parte più attiva e impegnata nel sociale del Movimento dei Focolari, ha ottime capacità organizzative… La conoscerete. La squadra, come dicevo, è affiatata. La rete dei 200 collaboratori è eccellente. Coi giovani si affronta la sfida digitale. La rete degli amici di Città Nuova è forte e collaborativa. Con questi assi nella manica è possibile, credo, affrontare le sfide enunciate all’inizio dell’articolo: digitale, valoriale, economica, di attualizzazione del carisma. «Il carisma non è vostro», continua a ripetere papa Francesco ai movimenti ecclesiali. Ai Focolari in particolare. Ciò vuol dire “darlo” perché ricevuto, ma anche “accoglierlo” dove appare, anche nei luoghi e nei tempi più impensati. E poi non si potrà dimenticare di coniugare assieme locale e globale, dimensione italiana e dimensione internazionale.

 

Per quanto mi riguarda, continuerò, impegnato in nuove e affascinanti sfide, a portare il mio contributo a Città Nuova ma dalla periferia (dal Libano), convinto che ormai «il centro sia la periferia», come suggerisce papa Bergoglio. Permettetemi qualche ringraziamento: Chiara Lubich che con Pasquale Foresi mi nominò direttore tre mesi prima di morire; Giordani, Lucarini, Boselli e Garagnani, i direttori che mi hanno preceduto; Gino Lubich, mio primo maestro di giornalismo; Giannino Dadda, Danilo Virdis e Stefano Sisti, susseguitisi come direttori generali, il CdA e tutta l’équipe del gruppo editoriale Città Nuova, in particolare Luca Gentile, direttore editoriale libri; i collaboratori che ho avuto modo di apprezzare a uno a uno; i lettori, cioè la grande famiglia di Città Nuova; tutti coloro che mi hanno dato fiducia nei Focolari, dall’attuale presidenza a chi mi ha accolto nei viaggi; amici e conoscenti, in campo mediatico, culturale ed ecclesiale, che non hanno mai mancato di offrirmi disponibilità e suggerimenti; i miei familiari, una certezza. Ringrazio soprattutto – e commosso – i colleghi della redazione che mi hanno rispettato, stimolato e sopportato. Prendo su di me tutti gli errori commessi e chiedo scusa a coloro ai quali ho potuto creare problemi. La misericordia di Dio copre tutto.

 

 

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