Come arrivare a fine mese

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La famiglia è assediata come a Fort Apache: circondata da nemici (inflazione e tasse) che minacciano il reddito familiare armati di lance e frecce acuminate. Non si sa come difendersi e come ingegnarsi per arrivare vivi alla fine del mese. Gli studi di settore e i titoli dei giornali non fanno che aumentare un senso di accerchiamento e di impotenza senza offrire possibili uscite di sicurezza. Fossero anche indicazioni semplici, soluzioni da ingenui, anche da Mulino bianco: troviamo poco o niente. Eppure, qualcosa si può tentare di fare, perché le vie del risparmio sono infinite e quelle del piagnisteo possono invecefinire. La cruda realtà è una spesa quotidiana sempre più cara: tra il 2002 e il 2007 gli aumenti dei prezzi e tariffe sono costati ad ogni famiglia più di mille euro all’anno, 7.635 euro in tutto. Gli anziani e le coppie con più figli sono quelli che ne soffrono di più perché destinano agli alimentari il 22 per cento della spesa. Un’ulteriore impennata dei prezzi è cominciata l’estate scorsa ed ha causato una perdita di potere d’acquisto. In teoria, i salari di operai e impiegati sono aumentati più dell’inflazione, ma nei fatti siamo tutti un po’ più poveri, perché con gli stipendi percepiti nel 2008 non abbiamo più il tenore di vita del 2000. A dir la verità, ce ne eravamo accorti tutti già da un bel po’; ora abbiamo la matematica certezza provata da studi ben documentati. È una magrissima consolazione che conferma l’impressione di impoverimento denunciato da milioni di cittadini. Non era, quindi, solo italico pessimismo ma concreta realtà Quella con cui ci piacerebbe si confrontasse una certa classe politica, molto impegnata, in questi mesi passati, a discutere di riforme elettorali e costituzionali astratte, panacea presunta di tutti i problemi. E visto che all’orizzonte non si prevede né un aumento dei salari, né il contenimento dei prezzi, ci chiediamo come possiamo difendere il potere d’acquisto dei nostri stipendi e delle nostre pensioni. Scontrini e grattini Gli economisti ci aiutano dicendo che le cause sono, in parte, esterne al Paese per via delle pressioni in atto sui mercati internazionali, dove, da circa un anno, i prezzi delle materie prime energetiche (petrolio e gas) e di quelle alimentari (mais, frumento e soia) sono schizzati alle stelle; ma subiamo anche gli effetti di una cattiva congiuntura interna che fa lievitare i costi e i prezzi dei prodotti e causa la stagnazione dei consumi. Per rimuovere le cause, alcuni propongono l’intervento della solidarietà pubblica, altri sollecitano il libero adeguamento del mercato. Qualcuno, per rilanciare l’economia, ripropone l’escamotage utilizzato dalla Cina per combattere l’evasione fiscale e garantire più entrate che favorirebbero l’abbassamento delle tasse. Basterebbe fare come i cinesi: introdurre lo scontrino fiscale con il gratta e vinci incorporato. Potrà mai un italiano sottrarsi alla tentazione di vincere, di rinunciare al rischio dell’azzardo? Piuttosto gli italiani si sacrificheranno, per il bene del Paese, e esigeranno lo scontrino fiscale! Insomma all’orizzonte non intravediamo, per ora, brillanti soluzioni, ma solo ombre, per giunta cinesi. L’unica via di fuga dal viale del tramonto resta ancora, purtroppo, quella classica: aumentare le entrate o diminuire le uscite. Ecco allora alcune indicazioni semplici che raccogliamo dal codi mune sentire condiviso con altri padri e madri di famiglia che si industriano per arrivare alla fine del mese. Non sono un decalogo e non vanno bene per tutti, ma possono far risparmiare anche centinaia di euro l’anno: basta imparare a confrontare, scegliere e usare prodotti e servizi in maniera ottimale. Pattumiera piena Cominciamo con gli sprechi che nascono in cucina e nel nostro frigorifero. In un anno ogni italiano getta nella pattumiera 27 chili di cibo ancora commestibile. Sono 584 euro a testa all’anno. Per una famiglia di quattro persone fanno più di 2 mila euro l’anno: il costo di una bella vacanza al mare o in montagna. Ogni giorno finiscono in discarica 4 mila tonnellate di alimenti: il 15 per cento del pane e della pasta acquistati, il 18 per cento della carne e il 12 per cento di frutta e verdura. Un tempo l’arte di conservare il cibo in casa era una questione di sopravvivenza ed ogni spreco quasi un delitto. Con un po’ di coscienza etica potremmo fare più attenzione alle scadenze dei cibi, a calcolare meglio le porzioni necessarie per i pasti, a saper ottimizzare quello che c’è nella dispensa, a non comprare più del necessario. Solo i supermercati, in media, gettano via ogni anno ognuno 170 tonnellate l’anno di prodotti alimentari non avariati; in totale, calcolando tutte le eccedenze, si arriva a 6 milioni di tonnellate di beni scartati che potrebbero sfamare ogni anno 3 milioni di persone in Africa. Parafrasando un vecchio successo di Sanremo, potremo canticchiare: Prima di buttare, pensa!. Nelle grandi catene della distribuzione sono convenienti le offerte, mentre tutto il resto è, in genere, caro.Molti prodotti possono essere acquistati nei discount; facendo la spesa nei tre presenti nel mio quartiere, vedo che per alcuni alimenti o prodotti della casa, si riscontra un ottimo rapporto qualità prezzo. Che necessità c’è di comprare dei tovaglioli di carta di marca? Una confezione del discount costa fino un terzo di meno e assolve perfettamente al suo alto compito. Conosco famiglie che vanno nel reparto frutta e verdura e chiedono, gratis, la merce ammaccata ma perfettamente commestibile. È vero che le aziende sono fatte per vendere e non per regalare; per il futuro, però, non si potrebbero prevedere dei punti di smistamento del surplus fuori dai supermercati, dopo gli orari di chiusura, dove persone bisognose potrebbero rivolgersi? O destinarli ad enti per distribuirli in loco? Molti cibi, inoltre, che compriamo sono veramente necessari? Non ci sono dei consumi inutili che si possono eliminare dal nostro bilancio familiare? Piatti pronti, insalata confezionata, cibi per gli animali domestici, acqua minerale, merendine: ogni famiglia, se vuole, sa dove può risparmiare. L’oro blu Tralasciamo, per ora, il cibo per i cani (sulla rivista il dibattito è aperto come si nota a pag.33) e parliamo dell’oro blu, cioè l’acqua minerale. L’Italia ne è il primo consumatore al mondo: il 98 per cento delle famiglie ne usa, con un consumo pro capite di 172 litri l’anno. Eppure, in molte città italiane, l’acqua del rubinetto è ottima. L’acqua minerale non sempre è indispensabile ed ogni famiglia, rinunciandovi, potrà risparmiare qualche centinaio di euro l’anno. Altro capitolo, il vestiario: comprate solo con i saldi, negli outlet (supermercati con prezzi più bassi per analoga merce) e nei mercatini rionali. Si trovano gli stessi capi con prezzi inferiori fino al 50 per cento. Per le associazioni specializzate in materia, consigliamo di visitare il sito web di Altroconsumo dove c’è un’ottima guida su come risparmiare su: bollette, benzina, elettrodomestici, mutui, conti correnti; o quello dell’ Adiconsum, dove troverete indicazioni su come incentivare l’uso dei trasporti pubblici, ridurre le spese per i farmaci ed educare i giovani all’uso responsabile del denaro. Un mondo tutto da scoprire per il risparmio è poi quello virtuale. Si può fare di tutto e gratis: far telefonare gli utenti della Rete con Skype, leggere i giornali on line, scaricare musica (legalmente) e scambiarsi i file su Qtrax. Siti come Coolstreaming permettono di vedere sul computer tv di mezzo mondo, calcio di serie A compreso. Se vi piace leggere, su Bookcrossing gli appassionati di tutto il mondo si scambiano gratis i loro libri e sulla rubrica Barattopoli del sito italiano Viveregratis si trova anche chi, in cambio del pagamento del passaggio di proprietà, regala due macchine. E si potrebbe continuare con i viaggi su Zingarate e su Couchsurfing. Equità fiscale Abbiamo percorso qualche sentiero ma la vie del risparmio sono ancora infinite. La prospettiva cruciale resta quella dell’incremento dei salari e la diminuzione delle tasse per le famiglie. Il sistema fiscale del nostro Paese è ingiusto. E un fisco ingiusto significa famiglie povere, famiglie che non ce la fanno, figli che non nascono. Il Forum delle associazioni familiari, a cui aderiscono oltre 70 associazioni e movimenti, tra cui Famiglie Nuove, ha organizzato una raccolta di firme in tutta Italia per chiedere un fisco a misura di famiglia. Nel giornale troverete un allegato con tutte le spiegazioni. Con le firme – ci racconta Giuseppe Barbaro, vicepresidente del Forum delle associazioni familiari, – portiamo avanti una proposta che fa bene al Paese perché chiediamo l’introduzione dell’equità orizzontale per cui, a parità di reddito, chi ha figli da mantenere non deve pagare, di fatto, le stesse tasse di chi non ha prole. È un grande passo in avanti che darebbe slancio a 20 milioni di famiglie italiane e ci metterebbe in linea con la maggioranza degli altri Paesi europei, dove il riconoscimento dei familiari a carico non è episodico e assistenziale come in Italia, ma tendenzialmente stabile e duraturo. L’AIUTINO DEL POLLO Fare il pieno di benzina, dal 2001 ad oggi, costa 17 euro in più, il gasolio 22. È una stangata di 510 euro a famiglia. Solo l’anno scorso la benzina costava 1,213 al litro, oggi supera l’1,4 euro. Con una media di due pieni al mese, una famiglia spende 240 euro più di un anno fa. Secondo l’Istat, l’inflazione balza al 2,9 per cento ma, per i prodotti ad alta frequenza di acquisto, in pratica la spesa quotidiana, raggiunge il 5 per cento. In un anno il pane è aumentato del 12,5 per cento, la pasta del 14,4, il latte del 10, il pollame del 6,7 e le uova del 6. È un livello mai toccato negli ultimi 11 anni. Nel bar sotto casa, per fare un esempio personale, il latte costava 1,30 euro un anno fa, oggi 1,70. Altro punto dolente: le spese per la casa. Elettricità, acqua e combustibili registrano una crescita del 4 per cento. In controtendenza sono i prezzi dei farmaci (-3,9 per cento) e dei telefoni (-14,3 per cento) anche se non entrano nel calcolo dell’inflazione dei prodotti comprati con più frequenza. Così gli affitti che sono aumentati solo dell’1,9 per cento, frenati dal costo sempre più eccessivo dei mutui. A febbraio ci viene in aiuto il pollo, che è diminuito del 10 per cento, non nel fisico, ma nel costo del prezzo all’ingrosso. Vedremo se la cura dimagrante avrà effetto anche nei prezzi al dettaglio; a vantaggio, per una volta, dei consumatori. LA PAROLA AI LETTORI Avete commenti e suggerimenti da proporre su come arrivare a fine mese? Scrivete a segr. rivista@cittanuova.it indicando come oggetto: Fine mese.

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