Che tempo che fa

Che tempo fa

Il prossimo 3 ottobre, su Raitre, verrà inaugurata la settima stagione di Che tempo che fa. Un vero e proprio talk show, dove il conduttore intervista ogni volta vari personaggi: scrittori, politici, filosofi, artisti di fama internazionale o di casa nostra.

Tutto alternato da momenti comici, affidati a diversi noti talenti, e dalle vere previsioni del tempo, durante le quali il climatologo Luca Mercalli aggiunge alle tradizionali informazioni, considerazioni più ampie a carattere ecologico, una vera e propria denuncia del degrado ambientale di cui soffre il nostro pianeta.

Il programma ha il merito di osare la proposta, e di farlo ad alto livello. Da Fazio invece si può parlare di argomenti seri, si può ridere per una battuta, con punte di ironia che aiutano a capire certi problemi del nostro Paese, ma anche la possibilità di risolverli insieme.

Luciana Littizzetto è la mattatrice in “zona Cesarini” della trasmissione: è brava, intelligente, arguta quanto basta. Ci fa ridere delle meschinità e dei paradossi del nostro tempo. Ma è vittima anche lei di due pericoli, comuni a molti suoi colleghi: quello di prendere a pretesto ogni argomento per far ridere, anche quando la sua mancata competenza può generare un po’ di confusione. E poi la difficoltà a rinnovarsi nel repertorio, puntando sempre sui doppi sensi a sfondo sessuale per scatenare la risata, quando un talento come il suo potrebbe permettersi molto di più.

Detto questo, Lucianina è, insieme agli altri, uno degli elementi che costruiscono uno spettacolo generoso con il pubblico, con una scenografia semplice, rinnovata ogni volta dalla fotografia che ha nelle luci e nei colori i punti di forza a sottolineare i momenti più intensi del programma. Alcuni di questi li abbiamo assaporati anche in prima serata. Come dimenticare quella dedicata a Fabrizio De Andrè, che ha finalmente reso al pubblico la possibilità di omaggiare, con una formula di grande qualità, uno dei più grandi cantautori contemporanei? Per non parlare dell’ultima chiacchierata del 20 maggio scorso con il card. Tettamanzi, di Milano, che ha offerto la possibilità di una riflessione ad ampio respiro. Nella stessa serata, un ottimo esempio di “letteratura televisiva”, con lo scrittore Erri De Luca, ha riproposto drammaticamente il tema dell’immigrazione e dell’accoglienza, con uno splendido racconto dal cimitero dell’isola di Lampedusa. Purtroppo sono esempi rari di televisione che fa servizio pubblico, aiuta a pensare, a rimboccarsi le maniche. E a divertirsi, certo, perché attraverso il rischio di alcune delle sue menti, ci fa capire che se il nostro si chiama “Belpaese”, non è certamente solo per il clima di cui gode.

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