Che spettacolo vedere come si aiutano!

Quali ragazzi non sarebbero contenti di trascorrere qualche giorno sulla neve avendo la possibilità di imparare a sciare sotto la guida di un esperto? Questo pensiero ci frullava nella testa in una calda estate sulle Dolomiti, dove stavamo trascorrendo insieme con degli amici una vacanza. A darci la spinta era stata la passione comune per lo sport e la montagna, ma non solo. Infatti, quella vacanza voleva essere occasione anche per stabilire rapporti veri e profondi anche quando non si è della stessa età o nazione. Insomma una bella sfida, che però valeva la pena raccogliere. Così mi raccontano Donato, Aurelio, Francesco, Alessandro e Tonino, gli organizzatori di un’originale vacanza in montagna giunta alla quarta edizione, un gruppo di Ascoli Piceno. Nei giorni in cui è maturata questa idea – continuano -, Ute, una ragazza tedesca che come professione fa la maestra di sci, ha accettato subito con entusiasmo l’invito a partecipare a quella che, diceva, rappresentava un’opportunità per dare gratuitamente qualche cosa di suo agli altri. Con queste premesse, la prima vacanza veniva inaugurata nel 2003. L’appuntamento ai Prati di Tivo, piccolo centro turistico del teramano ai piedi del Gran Sasso d’Italia, nell’Appennino abruzzese. Siamo partiti in una ventina con molto entusiasmo, senza sapere dove ci avrebbe portato quest’avventura. Alcuni erano venuti più che altro per curiosità, per costatare come saremmo riusciti a tenere a bada per diversi giorni dei ragazzi che per lo più non si conoscevano nemmeno fra loro. La proposta, accolta dai partecipanti, era: fare sì dello sport, ma con un atteggiamento di accoglienza reciproca nei vari momenti della giornata. I fatti avrebbero dato loro ragione. Il primo anno ci siamo dovuti arrangiare sia per l’alloggio che per il vitto. Ora non è più così, l’esperienza insegna. I gestori degli alberghi e dei noleggi sci all’inizio erano un po’ preoccupati per il numero di ospiti e per l’incolumità degli attrezzi; vedendo però il nostro modo di stare insieme, stima e fiducia nei nostri confronti sono aumentate. Con l’occasione dello sport, inoltre, si è stabilito un contatto anche con le famiglie dei ragazzi. In questi anni diverse di loro si sono messe a disposizione per le varie necessità. Fino a formare come una piccola comunità. Sulle piste, poi, quasi nessuno di noi aveva mai messo piede. Qualche timore iniziale per la paura di cadere e un po’ d’impaccio nei movimenti non ci hanno scoraggiati dal seguire i preziosi consigli di Ute, sempre fiduciosa nel buon risultato finale. E a ragione: bastava vedere la gioia dei ragazzi quando giungevano in fondo alle loro discese, qualcosa che mai si sarebbero immaginati di poter fare. Quel gruppo si faceva notare per la disciplina e l’ordine con cui si muoveva sulle piste. Come faceva quella giovane tedesca a tenere in riga tanti ragazzini? Incuriositi, alcuni maestri di sci locali andavano a chiederglielo. E Ute aveva modo di spiegar loro come volevano vivere lo sport. Convinta poi ad insegnare il suo metodo nella loro scuola, è nato un rapporto cordiale e si sono dimostrati molto disponibili. Come quando, l’anno scorso, alla nostra richiesta di paletti per tracciare il percorso di una gara, la risposta è stata immediata . Ma sentiamo da alcuni degli stessi protagonisti, ragazzi e adulti, come hanno vissuto questa vacanza. Vincenzo, 16 anni, di San Benedetto sul Tronto: Quello che mi rimane alla fine di questi giorni, non è soltanto l’esperienza sportiva in sé, ma la forte condivisione di vita. Sento che l’amicizia e la fraternità costruite rimarranno per sempre. Lorenzo, 17 anni, venuto dai Castelli Romani: Mi ha spinto a partecipare il desiderio di insegnare, a chi lo avesse desiderato, come andare con lo snowboard. Mi ha sorpreso l’attenzione con cui ascoltavano i miei suggerimenti, senza la solita confusione che mi aspettavo; insomma sono stato quasi più gratificato per questo che nel vederli già dopo i primi giorni andare in autonomia. A Laura, di San Benedetto sul Tronto, chiedo: E voi famiglie, che ci fate qui?. La mia motivazione è mutata nel corso di questi quattro anni – mi risponde -. All’inizio mi aveva spinta semplicemente il desiderio di sciare un paio di giorni con degli amici. Non immaginavo che ci saremmo ritrovati a condividere cena e alloggio in nove in un bilocale con dei perfetti sconosciuti, accolti con le braccia aperte come se ciò fosse tutto normale in una vacanza; o che i nostri figli avrebbe- ro dormito per terra col sacco a pelo in una mansarda con decine di altri ragazzi… Gli anni successivi – aggiunge Laura – il mio desiderio di sciare è passato certamente in secondo piano; in realtà mi piace l’aria che si respira in mezzo a questi giovani e alle loro famiglie. È stato bello vederli crescere fisicamente e nello spirito. Si sono rafforzati i legami tra quelli di età diversa, non esiste il concetto tu sei più piccolo, non puoi stare con noi. Laura sorride, poi risponde: È uno spettacolo osservarli dalla seggiovia mentre si danno una mano sui campi da sci: Vincenzo che aiuta Marco a sciogliersi lo scarpone che si è bloccato, Giacomo che trascorre tutta la mattina accanto a Nicola ed a Marco per insegnare loro a curvare con lo snowboard, Lorenzo che segue pazientemente altri principianti incoraggiandoli… Noi adulti cerchiamo di dare una mano caricando sulle auto le attrezzature o preoccupandoci che a nessuno manchi un panino. Mi sento contenta – conclude Laura – quando vedo questi ragazzi organizzare le loro serate e riuscire a divertirsi senza bisogno di schemi preformati o degli animatori dell’albergo che vorrebbero imporre il proprio modo di divertire con battutacce e parole a doppio senso. Li porto tutti con me, i loro volti, le loro espressioni; e una volta tanto, sono io come mamma che sento di dover ringraziare i miei figli: è merito loro se queste vacanze sono diventate una occasione preziosa che poi si riflette, inevitabilmente, sul quotidiano quando torniamo a casa. Tutto ciò fa davvero bene alla famiglia, soprattutto oggi che c’è un gran bisogno che essa si riappropri dei suoi valori. L’ultimo a intervenire, fra quelli di una certa età, è Lino, ex guida alpina: Quando sono stato invitato a raccontare il mio rapporto con la natura e con le persone che in tanti anni d’attività ho accompagnato su per i monti, ho vissuto un momento bellissimo. Visto da me, che sono al di fuori, questa realtà che voi vivete è toccante e fa riflettere la partecipazione con cui ragazzi e adulti seguivano la mia storia, tutto quello per cui ho speso la vita.

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