Celibato e pedofilia

«Che cos’è il celibato per un sacerdote? Perché si fa tanto chiasso per la pedofilia (che certamente è più grave) e non per la castità del sacerdote, quando è notorio che talvolta non viene praticata e addirittura ci sono Paesi del mondo dove si sa quali sono i figli o le figlie dei preti? Perché non viene chiesta loro la castità?». F. E.
Vescovi

«Che cos’è il celibato per un sacerdote? Perché si fa tanto chiasso per la pedofilia (che certamente è più grave) e non per la castità del sacerdote, quando è notorio che talvolta non viene praticata e addirittura ci sono Paesi del mondo dove si sa quali sono i figli o le figlie dei preti? Perché non viene chiesta loro la castità?».

F. E.

 

Il celibato sacerdotale, nella Chiesa cattolica latina, è un impegno e uno stile di vita che la Chiesa chiede ai sacerdoti al momento dell’ordinazione diaconale, un impegno che il candidato accoglie e fa proprio. Le cose non cambiano sostanzialmente rispetto a un voto. L’impegno a essere fedeli a una vita in cui l’amore per Gesù è così coinvolgente da dare senso anche alla rinuncia al matrimonio e all’esercizio fisico della sessualità, rimane tutto.

 

Il fatto che si dia più rilievo, a livello di riflesso mediatico, alla questione della pedofilia, dipende dalle aggravanti a essa legate: l’età delle vittime e il non consenso. È soprattutto dalla parte delle vittime che il fatto assume maggiore rilievo.

Questo non scusa affatto il tradimento, sotto altre forme, dell’impegno di verginità assunto: una cosa non diventa lecita semplicemente perché è meno grave di un’altra. Ciò non significa che non viene chiesta la castità: sono nette le prese di posizione della Chiesa cattolica riguardo a situazioni non chiare, soprattutto là dove i vescovi più o meno tacitamente le consentivano.

 

Sono situazioni, tuttavia, che apparendo più “normali” non acquistano sui mezzi di comunicazione se non lo spazio di una notizia quotidiana. Il che non vuol dire che la cosa abbia una rilevanza minore.

Un’attenzione a posteriori, però, non è sufficiente: è tutto il cammino di preparazione al ministero che certamente va ripensato. Soprattutto nel senso di accertare la vocazione, oltre che al ministero, anche alla verginità: questa non può essere accettata quasi in modo funzionale al ministero.

tongan@alice.it

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