Billy Elliot

Dance, dance, dance. Otherwise we are lost (Balla, balla, balla. Altrimenti siamo persi)

Dance, dance, dance. Otherwise we are lost (Balla, balla, balla. Altrimenti siamo persi). Così disse Pina Bausch. E questo mantra è la parola d’ordine del giovane protagonista della commedia musicale Billy Elliot, che sogna di diventare ballerino nell’Inghilterra targata Thatcher, bigotta e tradizionalista. Lo scontro generazionale e sociale, seppure a tinte forti, è stemperato dai toni ironici e divertenti. La versione teatrale italiana della ben nota pellicola è firmata da Massimo Romeo Piparo e vanta per la prima volta in scena il talentuoso Alessandro Frola.

Nato a Parma 15 anni fa, ha una storia molto diversa da quella del ruolo che interpreta. Suo padre, infatti, è un insegnante di danza e il ragazzo è sulle punte dall’età di tre anni. Nessun ostacolo, quindi, alla realizzazione di un sogno, che ha già fruttato al ragazzo numerosi premi, nonché la prestigiosa borsa di studio per il Royal Ballet di Londra. Proprio la stessa, fatalità, del giovane Billy Elliot. La regia di Piparo resta fedele al film, fatta eccezione per la scena finale del Lago dei Cigni, mirabilmente risolta con l’uso di specchi a sostituzione del volo.

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