Bellissima Paola, bruttissimo Billo

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Paola guarda il bruco che si arrotola sulla foglia larga, appoggiata in una scatola vicino alla finestra. Non sei per niente bello…. La scatola vibra un po’ sotto i movimenti del bruco e Paola continua a guardare sconsolata e ripete: Sembri un verme cicciottello… Non mi piaci…. Ma non c’è disprezzo nella sua voce di bambina, c’è solo dispiacere. È vero, non sono bello ammette il bruco lentamente, con un soffio di voce. Però…. Però…?. Però vedrai alla fine della primavera… Non crederai ai tuoi occhi!. Anche tu parli della fine della primavera! Anche la mamma mi dice sempre che non devo scoraggiarmi perché alla fine della primavera anch’io saprò scrivere e leggere bene. Leggere? È come mangiare?. No, leggere è saper raccontare una cosa scritta… Le consonanti corrono appresso alle vocali e, corri tu che corro anch’io, si costruiscono le parole. Se le sai leggere sei grande e hai fatto la prima elementare. Oh, oh… l’interrompe il bruco, e se non le sai leggere?. Beh, stai lì a guardare fuori dalla finestra della scuola e ti senti poco bene. Qualche volta poi ti senti anche un problema. Come succede a me che sono proprio bruttino… E qualche volta penso che forse dovrei ritenermi un problema… Ma io non mi sento per niente male. Ci vuole tempo in tutte le cose! Io lo so. Ma tu non fai altro che mangiare…. Mangio sì, mangio perché deve succedere quella cosa. Vedrai alla fine della primavera, bellissima Paola!. Sai cosa ti dico? Sei un bruttino simpatico. Posso chiamarti Billo? Aspetta Billo, ti porto altre foglie, con la fame che ti ritrovi!. Passano i giorni. Oggi Paola è triste. A scuola non ha saputo scrivere bene e la maestra preoccupata ha sospirato: È meglio, ma non va ancora bene, cara Paola! Paola torna a casa mogia mogia. Insisti, non ti scoraggiare dice la mamma ti aiuto io a leggere e a scrivere bene… riuscirai, stai sicura!. Paola tira un sospiro di sollievo: se lo dice la mamma! Poi va a trovare Billo. Ma Billo non c’è. Al suo posto, attaccata a un filo lucente, c’è una strana casetta, una roulotte senza ruote. Billo dove sei?. Nessuno risponde e Paola pensa: Billo dorme. Per alcuni giorni Paola torna e pensa: quanto tempo dorme il mio amico Billo! Poi vede vicino alla casa di Billo un foglio di quaderno. C’è scritto qualcosa. Paola legge: Ciao, bel-lis-si-ma Paola. Sto dor-men-do- per-ché de-ve suc-ce-de-re la co-sa. Firmato: Bruttissimo Billo Paola si guarda attorno e osserva soddisfatta: Ho letto! Ho letto il messaggio di Billo!. La mamma ha sentito e dice: Brava Paola!. Paola ha già preso carta e matita. Adesso scrivo io a Billo: Caro Billo, aspettami, perché voglio esserci anch’io quando succederà la cosa. Firmato: Bellissima Paola. Oggi la maestra ha regalato una stellina d’oro a Paola, che ora non si sente più un problema e non guarda più fuori dalla finestra dell’aula. Oggi ha saputo leggere una storia corta, corta, ma importante: la storia di un bruco che si trasforma in farfalla. E Paola all’improvviso ha capito tutto del suo amico: Billo è un bruco, ma diventerà una farfalla colorata. Quando torna a casa, corre in camera e vede il bozzolo rotto. Un po’ spaventata cerca con gli occhi. Billo dove sei?. Ehilà, eccomi qui, bellissima Paola!. Billo è una macchia blu cobalto sui vetri della finestra. Bellissima! Lieve si stacca e volando si posa sulla manina che Paola ha teso verso la farfalla, mentre sussurra: Certo che ne succedono di cose meravigliose, alla fine della primavera!.

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