Baruffe finanziarie

Pur trattando argomenti di finanza, azioni petrolifere, e affari loschi, l’andamento di Inventato di sana pianta, ovvero Gli affari del barone Laborde è molto divertente. Ironico e brillante, vicino al vaudeville, ma con ghirigori intellettuali e riflessioni morali. Che spiazzano. Perché questa commedia del 1934 dello scrittore austriaco, ed ex industriale, Hermann Broch, sembra scritta oggi. Una preveggenza, oppure l’immutabile tentazione alla truffa dell’animo umano? Si discute di intrighi finanziari, di soldi virtuali spostati da una banca all’altra, di esportazioni in Cina, di petrolio iraniano, di fondi in Argentina in odore di crack, di spregiudicati investimenti: argomenti che ci richiamano immediatamente alle nostre cronache e agli intrallazzi dei nostri mariuoli mostrandoci, ahimè, quanto poco siano cambiati gli appetiti di chi ama lucrare sui risparmi altrui. Tre banchieri senza scrupoli sull’orlo della bancarotta tentano il suicidio. Non riuscendoci per un banale imprevisto – il cortocircuito di una lam- padina provocato dalla moglie di Laborde -, ne escono rinvigoriti e provano a riciclarsi con investimenti illeciti. Fino ad affidarsi ad un industriale dichiaratamente imbroglione, ma di gran classe – il finto barone del titolo – che, oltre a gabbare palesemente, ama sostanziare il suo operato di filosofia. L’intreccio che coinvolge i vari personaggi dall’insicura identità – inclusi una moglie, una figlia, un direttore d’albergo, alle prese anche con frivoli giochi di seduzione – si muove su un’architettura visiva di elegante fascino: una scena geometrica a due piani dell’interno di un moderno hotel laccato, con stanze dalle pareti scorrevoli, che trascolora di continuo su colori acidi, conferendo un’atmosfera irreale. Quasi come lo è il tono della recitazione, volutamente sopra le righe. Specialmente lo charme vocale e di posture della coppia di avventurieri sfrontati formata da Massimo Popolizio e da Anna Bonaiuto, è spassosamente scintillante. Alla parodia si aggiungono Pia Lanciotti, dalle pose di gran diva, Massimo De Francovich, Giovanni Crippa, Giacinto Palmarini. Allestimento molto cinematografico, per il taglio della sceneggiatura, le musiche e l’atmosfera alla Lubtisch, Inventato di sana pianta porta la firma di Luca Ronconi attratto, come sempre, da una drammaturgia che indaga i comportamenti umani. Per rivelare il vuoto di una società cinica e senza bussola. Pina Bausch: la danza dell’anima. Il teatro totale di Pina Bausch, una delle coreografe e registe più importanti e rivoluzionarie della fine del Novecento, viene celebrato in questa mostra attraverso trentaquattro grandi immagini di due fotografi, Francesco Carbone e Ulli Weiss, in uno spettacolare allestimento esaltato dai suggestivi spazi delle Scuderie Aldobrandini di Frascati (fino al 13/5), con il supporto di documenti visivi rari, il ricco lascito di esperienze, idee, insegnamenti che la Bausch ha seminato nel corso della sua prodigiosa carriera.

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