Azzardo. Renzi, è venuto il tempo di schierarsi

La politica ha il dovere di ascoltare tutte le parti ma non può essere sempre mediazione di interessi contrapposti.  Ci sono scelte di fronte alle quali bisogna stare dalla parte del bene comune. Chiediamo al Governo di fare con coerenza questa scelta. Appello del Coordinatore Intergruppo parlamentare sul contrasto all'azzardo
Slot Mob Padova

Riportiamo integralmente il testo che coraggiosamente ha lanciato Lorenzo Basso, Coordinatore Intergruppo parlamentare sul contrasto all'azzardo che ci dice  «ho deciso di scrivere anche un appello pubblico a tutti i parlamentari dell'Intergruppo e a tutti gli amministratori che ho incontrato in questi anni affinché facciano sentire forte la loro voce».

Appello sui decreti attuativi della delega fiscale in materia di azzardo

sono passati 20 anni dalla liberalizzazione dei giochi d'azzardo. Due decenni in cui il fatturato è sempre aumentato e le slot-machine hanno invaso ogni angolo del Paese. A perderci sono stati i milioni di italiani contagiati e rovinati dal gioco patologico ma anche lo Stato, che non ha visto crescere le entrate erariali, nonostante il boom del settore.

Solo negli ultimi due anni si sono finalmente avuti i segni di una (timida) inversione di tendenza.

Sul territorio sono fiorite leggi regionali e regolamenti comunali, in Parlamento i deputati e senatori più sensibili al tema si sono riuniti in un intergruppo di 100 componenti per contrastare l'azione delle lobby dell'azzardo. 

Grazie ai provvedimenti locali e nazionali approvati durante gli ultimi due governi (Letta e Renzi), per la prima volta da decenni si è avuta una diminuzione della spesa totale nel gioco d'azzardo mentre sono aumentati gli introiti erariali, come accertato dalla relazione di settembre 2014 dei Monopoli. 

Per questo l'imminente emanazione dei decreti attuativi della delega fiscale era da molti attesa come il suggello definitivo dell'inversione di rotta in corso. 

La legge delega è infatti stata il frutto di un lavoro di squadra, che ha coinvolto associazioni, cittadini, amministratori locali e ha puntato con chiarezza su alcuni elementi fondanti: tutela dei minori, divieti di pubblicità, legge nazionale quadro per dare sostegno ai regolamenti comunali, riconoscimento dei movimenti e delle iniziative no-slot. Tutti temi inseriti nella delega durante l'iter parlamentare che ha connotato il testo con una forte impostazione no-slot rispetto a quello iniziale.

Sembra quindi incredibile quanto fanno intendere le anticipazioni, lette su Avvenire così come su altri media, secondo cui i decreti delegati disattenderebbero queste aspettative, smorzando nettamente l'impianto no-slot della delega, al punto da far dubitare più d'uno della legittimità costituzionale di un decreto legislativo che si discostasse tanto dai paletti della delega e dalle intenzioni con cui il Parlamento l'ha approvata.

Non sappiamo se tali anticipazioni siano reali ma ormai mancano pochi giorni al Consiglio dei Ministri che dovrà approvare i testi e non si può più attendere. 

Per questo lancio un appello a tutti coloro che per primi hanno sollevato il problema sul territorio.

In questi anni ho girato l'Italia incontrando Sindaci che hanno coraggiosamente approvato regolamenti comunali, sfidando apertamente le impugnazioni al Tar da parte di multinazionali assistite da squadre di avvocati. 

Ho conosciuto responsabili di centri anti-usura (penso, ad esempio, al rettore del Santuario della Guardia di Genova, Mons. Granara) che danno fondo a tutte le loro disponibilità per aiutare i malati di GAP che arrivano a  minacciare di togliersi la vita . 

Ho visto l'impegno di centinaia di uomini e donne che hanno sacrificato il proprio tempo e spesso le proprie ferie per organizzare gli SlotMob. 

Ho apprezzato la dignità di tanti esercenti di bar che stanno rischiando la chiusura per aver rimandato indietro le slot-machine pur di non vedere più i propri avventori rovinarsi di fronte alle macchinette.

A tutti loro, a tutti i parlamentari dell'Intergruppo, faccio appello perché la nostra voce possa arrivare più forte di quella delle lobby a chi dovrà decidere cosa scrivere nei decreti attuativi: se decadranno leggi regionali e regolamenti comunali, se verrà creata una tassa di scopo per "condizionare" i Comuni in ristrettezze economiche, se sarà annacquato il divieto di pubblicità fino a renderlo quasi inutile, non solo sarà vanificato ogni sforzo per contenere il fenomeno, ma si lascerà aumentare l’offerta di gioco d’azzardo “sotto casa” in maniera irreversibile. Non sarebbe una svolta, ma un'inversione ad "U", il tradimento delle conquiste fin qui difficilmente ottenute.

Non crediamo nel proibizionismo perché sappiamo favorirebbe la criminalità. Ma non facciamo finta di non vedere tutti i casi, riportati anche dalle relazioni della commissione antimafia, del controllo della criminalità organizzata sul cosiddetto gioco legale. 

Chiediamo soltanto che si arrivi a trattare il gioco d'azzardo esattamente come il fumo: un male tollerato, ma un male. Che va scoraggiato con severi paletti: divieto totale di pubblicità, forte tassazione e un'azione chiara per limitarne la fruizione. 

La politica ha il dovere di ascoltare tutte le parti ma non può essere sempre mediazione di interessi contrapposti. 

Ci sono scelte di fronte alle quali bisogna stare dalla parte del bene comune. 

Chiediamo al Governo di fare con coerenza questa scelta. 

Lorenzo Basso

Coordinatore Intergruppo parlamentare sul contrasto all'azzardo

qui l'intervista rilascita a Cittanuova.it dal deputato Basso sul lobby e politica

L'appello è pubblicato sulle pagine del quotidiano Avvenire

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