Astratta,acrobatica,teatrale

All’apertura di Nuovi spazi per la danza dell’Auditorium Conciliazione che dedica a Tersicore una rassegna con grandi nomi internazionali, un susseguirsi di eventi stanno scuotendo la pigra scena ballettistica della capitale. Primo fra tutti la presenza dell’Aterballetto. La compagnia emiliana con Les Noces (capolavoro musicale di Stravinskij coreografato da Bronislava Nijinska nel 1923) convalida una tecnica forte e un rigore interpretativo esemplare, grazie al suo direttore e coreografo Mauro Bigonzetti. Su una gestualità angolosa, dai movimenti nitidi e astratti, Bigonzetti sviluppa una tensione – visivamente di bianco e nero, nei costumi, con punte di rosso – che mai si allenta. I lampi barbarici di Stravinskij, alle prese con gli sposalizi drammatici dell’antica Russia contadina, nella riscrittura di Bigonzetti sono metafore quotidiane: storie di amori difficili, di una conflittualità e di un senso di inadeguatezza collettiva all’adempimento di un’esperienza di fusione. È un rito che parte dalle sfilate contrapposte di pretendenti alle nozze, imbastito come se fossimo ad uno scontroincontro fra uomini e donne. Con al centro un tavolo – altare e banchetto – sopra il quale danzano le coppie a rafforzarne il ritmo col peso e la leggerezza dei corpi, tutti spostano sedie utilizzate pure come inginocchiatoi che, in un ingegnoso incastro, dondolando si trasformeranno in campane sui rintocchi finali della musica. L’altro titolo, Rossini cards, sfoglia un album spumeggiante sulla musica del pesarese. Dalla fila immota dell’inizio, con tutti i diciotto danzatori schierati; alle galoppate sulle note della Gazza ladra; alla gesticolante, e geniale, tavolata imbandita sul Concertato della Cenerentola; a un duetto tutto danzato a terra (ma penalizzante la visibilità dello spettatore). E non manca un divertente intermezzo parlato con un’elencazione di ingredienti per una ricetta rossiniana. (All’Accademia Filarmonica Romana). Aeros.Chi ama la danza acrobatica – quella che sfida la legge di gravità, che volteggia e disegna sculture muscolari nell’aria con grande perfezione tecnica – non perda gli Aeros, un disinvolto ed espressivo mix di ginnastica artistica e coreografia moderna, condita di humour e potenza fisica. Sono quindici atleti della Federazione Rumena di Ginnastica plasmati alla danza dello stupore di tre celebri coreografi: Daniel Ezralow, Moses Pendleton, David Parsons. Fra luci suggestive e proiezioni d’immagini, i performer sembrano volare davvero nella trasparenza di uno schermo con nuvole in movimento; o tuffarsi in un mare nei salti acquatici da trampolini invisibili. Diventano petali di girasoli; ingranaggi di una macchina nell’intreccio alle sbarre; animali a passeggio di una fauna esotica. Costumi di Missoni e musiche travolgenti concorrono a fare di questa compagnia una prevedibile macchina di successo che, dopo gli Stati Uniti, sta conquistando l’Europa. (Al Sistina di Roma e, ad aprile, Bari, Trieste e Catania) Tatiana Baganova. Il Festival Equilibrio ha aperto con la Provincial Dances Theater della russa Tatiana Baganova. Il suo Lazy Susan, vincitore in patria di un prestigioso premio di danza contemporanea, è pieno d’inventiva, di atmosfere, di elementi. E gli interpreti, pur in maniera diseguale, sono bravi.Ma la Baganova, per dirla in una frase, ha troppe idee e un po’ confuse. Tutto ciò che sa e conosce lo mette in scena senza però un’unitarietà di stile e di linguaggio, né un filo che leghi la coreografia, che scorre in quadri staccati. Essa ruota intorno ad un tavolo circolare, un tappeto elastico attorno al quale i danzatori si ritrovano, vi saltano sopra, lo attraversano. Elemento di relazioni, di dialoghi danzati e parlati, è il punto focale dal quale esplode un mondo onirico di apparizioni, di personaggi strambi con tacchi e parrucche altissime, di coppie in balli di corte, che danzano passandosi in bocca delle mele, o facendovi uscire delle palline come in un gioco di prestigio. Scivolano su sedie con rotelle, saltellano sopra palloni verdi dove siedono comodamente leggendo un libro, e molto altro ancora. Insomma un carosello surreale che si rivelerà essere un sogno o una fiaba, ma del quale francamente ci sfugge il significato. (All’Auditorium Parco della Musica)

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