Anche la Liguria chiede autonomia

Un percorso non eversivo ma costituzionale, afferma il governatore Toti. In ballo gli introiti delle entrate legate alla attività delle piattaforme logistiche regionali.

Anno nuovo autonomia nuova. La richiesta è stata inviata dal Governatore della Regione Liguria, Toti, al Governo perché venga dato avvio alla trattativa per ottenere maggiori forme di autonomia.

«Speriamo che la trattativa prosegua rapidamente, l’Italia ha bisogno di modificare la sua architettura e le regioni hanno bisogno di maggiore autonomia per gestire al meglio i territori». È la speranza espressa dal governatore della Liguria. Nell’ultima giunta regionale del 2017 è stato portato il documento con cui si chiedeva al governo di iniziare un percorso simile a quello di Lombardia e Emilia ovvero un negoziato secondo l’art 116 della Costituzione per una maggiore autonomia. Poi la delibera è stata portata anche in Consiglio regionale dove i gruppi di opposizione avevano manifestato volontà di partecipare al dialogo. Lo scopo era che il documento fosse condiviso in modo ampio da tutte le forze politiche.

«Siamo la prima piattaforma logistica-portuale del Nord Italia, questa è la cosa che ci interessa di più» in termini di autonomia. Il momento è buono, da Belluno alla Catalogna l’agenda del regionalismo e della autonomia è la risposta ad alcuni malesseri profondi della politica in tutta Europa. «Al di là del regionalismo differenziato, il nostro Paese ha bisogno di un riassetto complessivo. Fallite le riforme ipercentraliste di Renzi che non condividevo, e gli italiani con me visto che le hanno bocciate, credo che si debba tornare a mettere in agenda del Parlamento una riforma costituzionale che vada verso le autonomie. Magari torneremo a ragionare sulle macroregioni che peraltro l’art 116 della Costituzione già delinea».

A fine giunta quindi il presidente Toti ha inviato una lettera al presidente del Consiglio  Gentiloni per chiedere che «la Liguria possa sedersi al tavolo per ottenere una maggiore autonomia della Regione dallo Stato già aperto con Lombardia ed Emilia Romagna».

«La Liguria inizia un percorso che non è eversivo, ma previsto dalla Costituzione, – ha spiegato Toti – per chiedere al governo una maggiore autonomia su 12 materie». Con il mandato conferito dalla giunta regionale sono state elencate dodici richieste su cui trattare per una autonomia regionale. Tra questi porti e aeroporti, grandi reti di trasporto e navigazione, commercio con l’estero, coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario, tutela dell’ambiente, sostegno all’innovazione, tutela della salute, ricerca scientifica, protezione civile, governo del territorio, ordinamento della comunicazione (la richiesta di destinare una parte del canone Rai all’informazione locale), previdenza complementare e integrativa.

Obbiettivo primario è trattenere in Liguria almeno una parte degli 8 miliardi di euro di iva e accise generati ogni anno dai porti regionali. L’obiettivo della giunta è arrivare a una prima intesa con il governo in carica prima del termine della legislatura, per poi sottoporre l’intesa Stato-Regione al nuovo Parlamento. «Se non arriveranno risposte convincenti dal governo, non abbiamo mai escluso un referendum per l’autonomia, una strada costosa che speriamo non serva», ha sottolineato Toti. La proposta sarà votata dal Consiglio regionale a fine gennaio.

 

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