Alle radici di “Insieme per l’Europa”

La nascita, gli sviluppi e le prospettive dell'evento internazionale del 2004, raccontato da Giulia Eli Folonari nel libro "Lo spartito scritto in Cielo" di Città nuova. Quarto ed ultimo appuntamtno della rubrica
Stoccarda 2004

E' il 2004. L'Europa sembra sempre più vicina grazie all'evento internazionale di Stoccarda 2004, un appuntamento fra cattolici e cristiani di diverse fedi. Ma cosa è accaduto da quell'appuntamento in cui Chiara Lubich pronunciò la frase che ha dato nome al libro "Lo spartito è scritto in Cielo" di Città Nuova? Ce lo spiega la segretaria Giulia Eli Folonari 

«Come è iniziato il cammino che ha portato a “Insieme per l’Europa”?
Nel 1999 Chiara è stata invitata ad Augsburg in occasione della Dichiarazione comune tra cattolici e luterani sulla dottrina della giustificazione. C’era anche Andrea Riccardi. Nel pomeriggio, nella vicina cittadella ecumenica di Ottmaring, erano presenti i responsabili di quindici movimenti di varie Chiese. Uno di loro ha incominciato: «Chiara, noi viviamo la Parola di Vita già da tanti anni». Un altro le ricordava: «Noi cerchiamo di avere Gesù in mezzo». Altri ancora: «Abbiamo pensato di prendere le parole dalla Scrittura e di viverle». Erano tutte persone impegnate a portare avanti il Regno di Dio con i loro aderenti. Chiara, che in ogni circostanza vedeva un’occasione per contribuire ad arrivare all’ut omnes unum sint, ha subito preso la palla al balzo, lanciando una proposta: «Perché non uniamo i nostri sforzi?». Non puntava direttamente all’unità delle Chiese, una meta forse troppo complessa, ma come scopo comune, in cui tutti potevano impegnarsi, aveva indicato quello di fare emergere i valori cristiani in Europa, dove è in atto un imponente processo di secolarizzazione. In questo cammino ci saremmo sempre più conosciuti e apprezzati, fino ad arrivare – in un domani più o meno lontano – anche all’unità tra le Chiese.

«Tra i primi coinvolti in questo cammino di fraternità troviamo: Helmut Nicklas[1], amico di quel pfarrer Klaus Hess con cui Chiara aveva iniziato i rapporti ecumenici, Thomas Römer, Gerhard Pross, Friedrich Aschoff[2] e altri che subito hanno condiviso questo progetto. Così pure Andrea Riccardi e altri responsabili di movimenti cattolici.
Alle prime giornate internazionali di “Insieme per l’Europa” svolte a Stoccarda nel 2004 e nel 2007 erano presenti molti vescovi e responsabili di altre Chiese. A quella del 2004 era presente Chiara. Convinta che quello dell’unità è un carisma per il tempo di oggi, ha parlato di un Dio Amore e dell’amore scambievole che la genera. Per l’incontro di Stoccarda del 2007, invece, aveva preparato un discorso su Gesù Abbandonato, poi letto da Bruna Tomasi, perché pensava: “Se non trasmetto la chiave dell’unità, non si arriva a fare una vera, profonda unità tra i movimenti”. Alcuni dei presenti sono rimasti molto impressionati e le hanno scritto delle lettere di sincero ringraziamento.
 
Come è andato avanti il progetto dopo la scomparsa di Chiara?
«Al primo incontro di responsabili dei movimenti e comunità di varie Chiese, a Ottmaring, il 31 ottobre 1999, Chiara aveva affermato: «Lo spartito è scritto in Cielo, quando ci incontriamo dobbiamo ascoltare insieme lo Spirito Santo. Lui ci farà capire come andare avanti». Era abituata a costruire un’opera di Dio, quindi a non avere progetti propri.

«Ancora vivente Chiara, si è costituito un “comitato d’orientamento” per dare una linea all’iniziativa. Esso non ha autorità, è formato dai rappresentanti di importanti movimenti cristiani (attualmente nove), che si impegnano a vivere il comandamento nuovo di Gesù fino ad “attirare” la presenza di Gesù in mezzo a loro. Chiara non voleva creare l’ennesima istituzione, ma solo un incontro di amici: chi vuole, vi partecipa liberamente per promuovere il regno di Dio, cominciando dalla base perché è il popolo di Dio che deve muoversi.
Vi è inoltre il gruppo promotore dei cosiddetti “amici di Insieme per l’Europa”, che nel novembre del 2008 si è riunito a Baar, in Svizzera, per discutere le basi di questa comunione, che sono state poi approvate e firmate nella sede di Sant’Egidio a Roma nel novembre del 2009 da 48 movimenti “amici”. Esse impegnano a conoscersi, scambiarsi visite, stimarsi, sostenersi l’un l’altro, secondo il carisma rispettivo.
 
Dopo le due grandi giornate di Stoccarda, cosa è stato fatto?
«Per andare in profondità nei singoli Paesi, in seguito si sono moltiplicati gli incontri nazionali o regionali, con programmi diversificati, adatti alla realtà locale. Ricordo la frase del card. Kasper: «"La base dell’ulteriore cammino di comunione tra i movimenti e le comunità si profila come testimonianza dell’esperienza dell’unità vissuta insieme: trovo la sua espressione nel patto dell’amore scambievole. Chiara Lubich invitava alla pazienza, alla comprensione reciproca, al perdono, alla visione che la riconciliazione e l’amore sono presupposti essenziali per la comunione, e alla visione che l’unità non è qualcosa da estorcere con la forza, non è un programma, ma è un dono di Dio che dobbiamo chiedere e al quale dobbiamo prepararci"»[3].



[1] Helmut Nicklas (1939-2007), evangelico-luterano. Dal 1971 al 2002 responsabile dell’Ymca di Monaco (Associazione di giovani cristiani), dal 1982 al 1998 vicepresidente dell’Ymca World-Urban-Network (che comprende oltre 2000 associazioni diffuse nel mondo).
[2] Friedrich Aschoff, del Rinnovamento nello Spirito in Germania.
[3] W. Card. Kasper, Laudatio tenuta per il “Premio ecumenico 2008” al Comitato d’orientamento di “Insieme per l’Europa” da parte dell’“Iniziativa e fondazione ‘Unità dei Cristiani’” (Stoccarda, 15 novembre 2008).

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