Al via la riforma della Carta blu

La Commissione europea ha deciso di rendere più facile l’ingresso nell'Unione europea ai cittadini extra-comunitari altamente qualificati professionalmente. I nuovi lavoratori, infatti, potrebbero determinare un impatto economico positivo compreso fra 1,4 e 6,2 miliardi all'anno

Il 7 giugno la Commissione europea ha presentato un piano d’azione per sostenere gli Stati membri dell’Ue nell’integrazione dei cittadini di Paesi terzi (i cosidetti extra-comunitari) e nella valorizzazione del contributo economico e sociale che apportano ai nostri Paesei, insieme a una proposta legislativa di riforma delle norme che regolano l'ingresso nell’Unione europea per i lavoratori altamente qualificati, il cosidetto sistema della Carta blu, varato nel 2009.

 

Per l’appunto, la Carta Blu è un tipo di permesso di soggiorno che viene rilasciato allo straniero altamente qualificato a seguito della stipula di un contratto di lavoro in uno dei Paesi dell’Ue. Tale permesso di soggiorno ha durata biennale se il rapporto di lavoro è a tempo indeterminato, mentre ha una durata superiore di 3 mesi rispetto alla scadenza del rapporto di lavoro se questo è a tempo determinato. La proposta di riforma del sistema della Carta blu intende rendere più facile e più allettante per i cittadini altamente qualificati dei Paesi terzi la possibilità di venire a lavorare nell'Ue per rafforzare la nostra crescita economica. Infatti, questo potrebbe essere utile a quelle imprese europee che desiderano attirare persone talentuose e qualificate provenienti da ogni parte del mondo, dando seguito anche all’impegno assunto negli orientamenti politici del presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, che ha inserito la migrazione legale tra le sue priorità.

 

Ad oggi, secondo le stime dell’Ocse, l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, solo il 31% dei migranti qualificati provenienti da Paesi terzi sceglie un Paese Ue come destinazione; questo vuol dire che i lavoratori qualificati preferiscono altre destinazioni, concorrenti economicamente con l’Ue. Invece, secondo le stime della Commissione europea, i nuovi lavoratori potrebbero determinare un impatto economico positivo compreso fra 1,4 e 6,2 miliardi all'anno. Se, evidentemente, il sistema della Carta blu si è finora dimostrato inadeguato, poco attraente o, comunque, sottoutilizzato, è altrettanto vero che le condizioni di ammissione restrittive e l'esistenza di norme, condizioni e procedure parallele a livello nazionale sono altri due fattori che ne hanno limitato l'uso. Inoltre, nonostante gli sforzi di molti Stati membri, i migranti e i rifugiati riconosciuti provenienti da Paesi terzi che risiedono legalmente nell’Ue continuano a dover fronteggiare un elevato rischio di povertà e di esclusione sociale.

 

La proposta di riforma della Carta blu prevede la definizione di un sistema unico all’interno dell’Ue e auspica la mobilità fra i Paesi dell’Unione con permessi di lavoro brevi, fino a 90 giorni, rafforzando i diritti dei titolari di una Carta blu che, per esempio, potranno avere più rapidamente diritto allo stato di residente a lungo termine e un accesso più flessibile al mercato del lavoro, mentre i loro familiari potranno raggiungerli più facilmente. Altre azioni proposte riguardano le misure d'integrazione che precedono la partenza e l'arrivo in Europa, l'istruzione, l'occupazione, la formazione professionale, l'accesso ai servizi di base, la partecipazione attiva e l'inclusione sociale.

 

Secondo Dimitris Avramopoulos, Commissario europeo per la migrazione, gli affari interni e la cittadinanza, «se vogliamo gestire la migrazione sul lungo periodo, dobbiamo iniziare ad investire ora; è nell'interesse di tutti noi. Un'integrazione rapida ed efficace dei cittadini di Paesi terzi è fondamentale se vogliamo che la migrazione sia un fattore positivo per l'economia e un elemento di coesione nella nostra società. Al tempo stesso, dobbiamo dotare i nostri sistemi di strumenti adeguati per far fronte al mercato del lavoro del futuro e alle future carenze di lavoratori qualificati. Il sistema della Carta blu Ue così rivisto renderà più facile e appetibile per i cittadini di Paesi terzi altamente qualificati venire a lavorare nell'Ue e rafforzerà la nostra crescita economica».

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