Al via la Pesco, difesa comune europea

Il 13 novembre è stata avviata la “Cooperazione strutturata permanente” per coordinare le politiche di difesa della Ue. Un primo embrione di esercito unificato

 

Era stato previsto nel Trattato di Lisbona (in vigore dal dicembre 2009), sotto la dizione “Disposizioni sulla politica di sicurezza e di difesa comune”: «Gli Stati membri che rispondono a criteri più elevati in termini di capacità militari e che hanno sottoscritto impegni più vincolanti in materia per le missioni più impegnative instaurano una cooperazione strutturata permanente nell’ambito dell’Unione». Ora, dopo dieci anni, 23 degli Stati membri, in una cerimonia che ha radunato i ministri degli Esteri e della Difesa a Bruxelles, hanno firmato, lunedì 13, una notifica riguardante la Cooperazione strutturata permanente (Pesco, nell’acronimo inglese) per sviluppare una politica di sicurezza e di difesa comune. Restano fuori dell’impegno, Danimarca, Irlanda, Malta e Portogallo, anche se potranno aderire più avanti, e pure la Gran Bretagna, ormai in processo d’uscita dalla Unione.

Già nel 2011 un lungo studio pubblicato da Juan A. Moliner González, generale di divisione dell’aeronautica militare spagnola, prevedeva le sfide da affrontare in un progetto quale il Pesco «per quei Paesi che decideranno d’impegnarsi in questo contesto». A quel tempo, ancora in piena crisi economica, segnalava in primo luogo «la spesa e gli investimenti per la difesa», ma parlava pure di pianificazione, in particolare sulla prospettiva di doversi dotare di un necessario quartiere generale «con capacità di pianificare e condurre a livello strategico-militare operazioni militari congiunte». Moliner non si mostrava ottimista su un’adesione massiccia allo sviluppo del Pesco, cosa che invece è accaduta. E tra gli impegni firmati viene anche sottolineato l’aumento della spesa in ricerca e tecnologia, col traguardo di arrivare al 2 per cento del totale della spesa pubblica per la Difesa.

Tornando al 13 novembre, la ministro della Difesa tedesca, Ursula von der Leyen, non ha avuto dubbi sulla portata storica del momento: «Oggi è un giorno speciale per l’Europa – ha detto in sala stampa –, perché oggi abbiamo creato ufficialmente la Pesco, che rappresenta un passo in più per la creazione di un esercito europeo». Sarà però nella prossima riunione del Consiglio dei ministri degli Affari Esteri, a dicembre, che formalmente, e a maggioranza qualificata, si dovrà istituire la Pesco. Dopo di che ogni Stato, coordinato con gli altri partner, porterà avanti uno dei tanti progetti già presentati.

A tale riguardo, il direttore esecutivo dell’Agenzia europea per la difesa, lo spagnolo Jorge Domenecq, in un’intervista pubblicata da La Vanguardia, si è detto convinto che la vera sfida stia nell’assicurare «che in futuro saremmo più efficaci e daremmo ai cittadini quell’Europa più sicura che desiderano», e che allo steso tempo «l’Ue diventi un promotore di sicurezza a livello globale». L’Europa è la seconda potenza per spese di Difesa, dopo gli Stati Uniti: «Quanto agli effetti pratici, le nostre prestazioni sono solo il 15 per cento di quel che gli Usa sono in grado di schierare sul terreno», ha concluso Domenecq.

 

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