Al servizio dei cittadini?

«Vorrei un cellulare, in classe sono l’unica a non averlo».
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«Vorrei un cellulare, in classe sono l’unica a non averlo». Lo scrive a Babbo Natale mia figlia, dieci anni, al primo di scuola media. Solo l’ultimo segnale di quanto il nostro mondo si sia messo a correre da quando al telefono è stato tagliato il filo. Nel frattempo che ci piaccia o no, che ci faccia male o no (stando a Report meglio l’auricolare), per il 2011 il premio Pulitzer andrebbe forse assegnato proprio al cellulare, strumento di lavoro del moderno citizen journalism, l’informazione fatta dal basso, direttamente dai cittadini. Mentre si piangeva la scomparsa del guru Steve Jobs che li aveva inventati, gli smartphone hanno raccontato come mai prima la cronaca di quest’anno, sempre stando lì dove le cose accadevano. Nelle prime ore i tiggì hanno raccontato le alluvioni a Genova e Messina con le immagini di improvvisati reporter al telefono, mentre l’ex premier Berlusconi trova ormai normale tenere una conferenza stampa di mezz’ora in Tribunale a Milano, davanti solo a una schiera di cellulari accesi. Quelli stessi che prima sono stati il detonatore della protesta che ha fatto esplodere le piazze della transizione araba e poi macabro occhio che assisteva complice alla barbara uccisione di Gheddafi. Conferme di quanto oggi il buon cronista sia colui che le immagini e le notizie le trova, ma anche, e sempre più, chi bene le seleziona fra le tante (non tutte attendibili, non sempre trasmettibili) che gli piovono addosso da ogni parte.

 

Intanto, va in soffitta anche l’anno delle macchine del fango e dello scandalo, News of the world di Murdoch, monito a quanti sottovalutavano la possibilità per uno scoop di diventare arma per colpire i nemici. Il 2011 ci lascia anche in eredità un Tg1 in crisi di credibilità e quello di Mentana al picco d’ascolti, una Rai senza Santoro e un’informazione in cerca di una nuova bussola dopo un ventennio di scontri da curva. La crisi economica e la nuova sobrietà al governo sembrano spingere anche l’informazione a deporre le armi ideologiche, per tornare al servizio dei cittadini e non più del potere, per costruire insieme una società migliore, magari più giusta. Se confermata, sarebbe la miglior notizia del nuovo anno.

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