Acqua, un diritto non una merce

Rosario Lembo, laureato in economia alla Bocconi di Milano, è stato tra i fondatori di Mani Tese, che ha diretto come segretario per 20 anni, e del Cipsi, di cui è stato presidente fino al 2004. Adesso è segretario del Comitato italiano per un contratto mondiale sull'acqua, fondato nel 2000.
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Perché lei insiste sul fatto che l’acqua è un diritto e non una merce?

«L’acqua è un diritto perché rappresenta la sacralità della vita umana e quella di ogni essere vivente del pianeta Terra. Se l’acqua è vita, di fatto è un diritto, un bene indispensabile che appartiene a tutti. Il mancato riconoscimento dell’acqua come un diritto umano universale da parte della comunità internazionale nella Dichiarazione universale dei diritti umani o nelle Carte costituzionali dei singoli Stati ha determinato il conferimento al mercato e la delega alle imprese multinazionali di gestire l’accesso come una merce.

«Le conseguenze di una cultura dominante che considera l’acqua una merce che si compra, si vende, si utilizza e si restituisce alla natura inquinata sono tangibili: aumento degli assetati, degli affamati, nuove baraccopoli, nuovi flussi migratori; si prefigura poi il passaggio alla commercializzazione di tutta l’acqua del pianeta, che porterà alla definizione del suo prezzo al “barile” come per il petrolio. Quindi un futuro di conflitti per il controllo dell’acqua dolce».

 

Qual è il vostro impegno?

«Partiamo dalle visioni che l’acqua ha stimolato. La prima è “utilitaristica”. L’acqua è una risorsa naturale a disposizione dell’uomo. Come tale è una merce e, diventando rara, assume un valore economico. La gestione dell’acqua deve allora avvenire secondo princìpi di “utilità economica”. La seconda è quella “tecno-manageriale”. L’acqua del pianeta è un bene naturale: una volta prelevata dal sottosuolo e messa negli acquedotti diventa una risorsa industriale.

«A queste due visioni si è contrapposta quella del Comitato italiano: l’acqua come un diritto umano, individuale e collettivo, un bene comune pubblico per eccellenza da salvaguardare e preservare. Il Comitato italiano per il contratto mondiale sull’acqua (www.contrattoacqua.it) è infatti impegnato da oltre dieci anni, per promuovere in Italia, in Europa, presso le Nazioni Unite l’acqua come diritto umano di tutti e come un bene comune, patrimonio dell’umanità.

«Il diffondersi di questi princìpi ha portata in Italia alla nascita nel 2006 del Forum italiano dei movimenti dell’acqua, impegnato a contrastare i processi di privatizzazione. A livello internazionale alcuni Parlamenti, come quello europeo (2006), hanno approvato risoluzioni sul piano del riconoscimento del diritto all’acqua; Bolivia, Uruguay, Ecuador hanno inserito nelle rispettive Costituzioni il riconoscimento del diritto all’acqua grazie ad iniziative referendarie promosse dai cittadini».

 

Cosa può fare il cittadino per difendere questo diritto universale? 

«La prima sfida è quella di acquisire nelle nostre famiglie e nella vita quotidiana una nuova consapevolezza culturale intorno al valore ed agli usi del bene “acqua”. La campagna “Portatori d’acqua” (www.portatoridacqua.org) contiene alcune proposte per adottare buone pratiche individuali. Ma è necessario contrastare la cultura dominante che induce a considerare l’acqua una merce che si può comprare al supermercato, si beve da confezioni sigillate, si gestisce come un servizio industriale.

«La seconda sfida è nei confronti della politica. I sindaci, eletti per gestire i beni comuni del territorio e della natura, hanno accettato di diventare degli azionisti. Il governo Berlusconi ha sancito con la legge 135 che l’acqua è una merce e dal 2010 la gestione dei servizi idrici sarà affidata al mercato.

«È necessario “ribellarsi” come cittadini nei confronti di questa legge. La mobilitazione può attuarsi con petizioni ai sindaci per chiedere di inserire negli statuti comunali il riconoscimento dell’acqua come diritto (Campagna Salva l’acqua – www.acquabenecomune.org), sostenere le iniziative e il referendum abrogativo della legge che il Forum dei movimenti dell’acqua si appresta a lanciare nel 2010».

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