Ceta, al via il libero scambio tra Canada e Ue

L'applicazione provvisoria del contestato accordo partirà dopo l'approvazione da parte degli Stati membri dell'Unione europea e la ratifica canadese

I negoziati del Comprehensive Economic and Trade Agreement (CETA) sono stati lanciati nel maggio 2009 e si sono conclusi nel settembre 2014. L’Unione europea (UE) ed il Canada hanno firmato l’accordo il 30 ottobre 2016, in seguito all’approvazione degli Stati membri dell’UE, espressa in seno al Consiglio, mentre il 15 febbraio 2017 anche il Parlamento europeo ha dato la sua approvazione. Il 16 maggio 2017 il Canada ha ratificato il CETA, spianando così la strada all’applicazione provvisoria dell’accordo a partire dal 21 settembre. Il CETA dovrà però essere ratificato dai parlamenti nazionali e regionali, laddove previsto dalle singole costituzioni degli Stati membri, per entrare definitivamente in vigore. Nel momento in cui il CETA entrerà pienamente in vigore, un nuovo sistema giurisdizionale per gli investimenti sostituirà l’attuale meccanismo di risoluzione delle controversie tra investitori e Stati (ISDS); questo almeno secondo la Commissione europea, che ritiene in tal modo superato uno dei punti maggiormente contestati da quanti si oppongono al CETA.

La stessa Commissione europea sostiene che il CETA incrementerà lo scambio di servizi, creerà nuovi sbocchi sul mercato e fornirà un migliore accesso a quanti vendono servizi. Nel 2015 le merci importate nell’UE dal Canada hanno raggiunto un valore di € 28,3 miliardi di euro, mentre l’UE ha esportato beni per un valore di 35,2 miliardi di euro. Secondo le stime, l’implementazione dell’accordo porterà ad un aumento del 20% del commercio tra UE e Canada. In Europa, 31 milioni di posti di lavoro dipendono dalle esportazioni e, in media, si calcola che ad ogni miliardo di euro aggiuntivo di esportazioni corrispondano 14.000 nuovi posti di lavoro nell’UE.

In particolare, il CETA consentirà alle imprese dell’UE di risparmiare 590 milioni di euro l’anno, attualmente pagati per dazi doganali su merci esportate in Canada, dazi eliminati dal 21 settembre su 98% dei prodotti commercializzati dall’UE con il Canada. L’accordo fornisce inoltre alle imprese dell’UE la migliore opportunità mai offerta a società non canadesi di partecipare alle gare d’appalto pubbliche del paese, non solo a livello federale ma anche a livello provinciale e municipale. L’accordo apporterà vantaggi in particolare alle piccole imprese, che meno di tutte possono farsi carico dei costi della burocrazia connessi all’esportazione in Canada. Le piccole imprese risparmieranno tempo e denaro, ad esempio evitando la duplicazione delle prove sui prodotti, lunghe procedure doganali e costose spese legali. Il CETA consentirà anche il riconoscimento reciproco delle qualifiche professionali, da quella di architetto a quella di gruista.

Ma il CETA creerà nuove opportunità per gli agricoltori e i produttori europei del settore alimentare. Infatti, l’UE ha ulteriormente aperto, in modo limitato, il proprio mercato a determinati prodotti canadesi competitivi, garantendo nel contempo un migliore accesso al mercato canadese per importanti prodotti europei di esportazione, tra cui formaggi, vini e liquori, frutta e verdura nonché prodotti trasformati. Il CETA non modificherà il modo in cui l’UE disciplina la sicurezza alimentare, per quanto riguarda ad esempio i prodotti geneticamente modificati o il divieto di commercializzare carne bovina trattata con ormoni.  Il CETA proteggerà anche 143 indicazioni geografiche dell’UE in Canada e prodotti alimentari e bevande regionali di alta qualità. Basti pensare che il 90% dei prodotti che l’Italia esporta attualmente verso il Canada (oltre ai vini, alcuni formaggi noti come il Parmigiano) rientrano in quelle indicazioni geografiche contemplate dal CETA.

Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, è dell’opinione che «l’accordo rispecchia perfettamente la nostra idea di politica commerciale: uno strumento atto a stimolare la crescita che apporta benefici alle imprese e ai cittadini europei, ma in grado anche di trasmettere i nostri valori, di gestire correttamente la globalizzazione e di plasmare le regole del commercio globale. L’approfondito controllo parlamentare cui l’accordo è stato sottoposto testimonia il crescente interesse dei cittadini nei confronti della politica commerciale. Gli intensi scambi che hanno caratterizzato l’intero iter dell’accordo attestano la natura democratica del processo decisionale europeo. Egli ha aggiunto che «per le nostre imprese e per i nostri cittadini è giunto il momento di cogliere tale opportunità; ognuno deve poter constatare che la nostra politica commerciale è in grado di apportare vantaggi concreti per tutti».

Cecilia Malmström, Commissario europeo per il Commercio, ritiene che «l’entrata in vigore a titolo provvisorio dell’accordo consente alle imprese e ai cittadini dell’UE di iniziare da subito a cogliere i vantaggi che offre. Per l’economia globale si tratta di un segnale positivo in grado di favorire la crescita economica e l’occupazione. Il CETA è un accordo moderno e innovativo che sottolinea il nostro impegno a favore di un commercio libero ed equo fondato su valori e contribuisce a plasmare la globalizzazione e le regole che disciplinano il commercio globale. Il CETA sottolinea inoltre il nostro fermo impegno a favore dello sviluppo sostenibile e tutela la capacità dei nostri governi di legiferare nell’interesse pubblico. In più l’accordo rafforza considerevolmente le nostre relazioni con il Canada, un partner e alleato strategico con cui condividiamo profondi legami storici e cultura».

Molteplici sono le voci contrarie all’approvazione del CETA, che il Senato inizierà a discutere il 26 settembre. Tra queste, spicca quella di Susanna Camusso, Segretario generale della Cgil, che ritiene che «l’accordo commerciale tra Ue e Canada avrà un impatto economico, sociale e ambientale pesante sul nostro Paese», che infatti chiede di non ratificare l’accordo ma di valutare nel periodo di applicazione provvisoria l’impatto sugli standard vigenti in materia di diritti dei lavoratori, sicurezza alimentare, rispetto dell’ambiente e garanzia dei servizi pubblici. Anche Coldiretti, Greenpeace, Slow food, Fair Watch e molte altre associazioni ritengono che il CETA risponda alle pressioni delle lobby economico-finanziarie e delle grandi imprese piuttosto che ai bisogni dei consumatori. In particolare, oltre l’abolizione del dei dazi, l’accordo prevede l’abbattimento delle cosiddette barriere tariffarie, cioè regole, standard di prodotto e di processo, a scapito della qualità e sicurezza dei prodotti europei. Infine, vengono contestati anche i dati forniti dalla Commissione europea circa l’incremento dell’occupazione grazie al maggiore interscambio commerciale e la creazione del comitato ICS nel quale gli investitori canadesi possono citare gli Stati membri dell’Ue nel caso alcune regole danneggino il loro commercio e chiederne la rimozione o un risarcimento.

Leggi qui l’articolo sull’accordo raggiunto.

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