Abitazioni e antenne

«Improvvisamente, vicino casa, hanno piazzato una specie di albero che serve da antenna per una nota azienda di telefonia mobile. Cosa possiamo fare?». L.C. - Nettuno (Roma)
Città Nettuno

È proprio vero che non siamo più abituati a guardare in alto. All’improvviso, accanto ai palazzi o sui terrazzi, si alzano degli strani alberi che tali non sono e non ce ne accorgiamo. Sono potenti antenne delle stesse società telefoniche del mercato liberalizzato che si contendono, con spot ricorrenti, la connessione dei nostri telefonini.

Molti cittadini possono non essere d’accordo con quest’impianto. Che fare, allora? Una volta che i tecnici hanno avviato velocemente i lavori, occorre, con la stessa rapidità, essere capaci di compiere ciò che, magari altre volte, non si è stati in grado di fare per quieto vivere. Bussare alla porta dei vicini, intrecciare una rete al fine di capire cosa fare assieme.

Per installare una stazione radio base per telefonia cellulare occorre, infatti, l’autorizzazione del Comune che riceve un progetto da parte della società telefonica, con allegato uno studio di valutazione tecnica preventiva sul rischio da esposizione ai campi elettromagnetici.

La prima cosa da fare è, dunque, quella di chiedere l’accesso agli atti presso l’ufficio comunale per verificare il rispetto della procedura e la correttezza della valutazione. A volte, proprio quest’ultima si mostra discutibile ed è perciò opportuna l’assistenza gratuita di una seria associazione di tutela ambientale, così da bloccare i lavori o far rimuovere, molto più difficile, l’antenna. La diffusione di queste azioni collettive non serve certo a scaricare su altri il problema, ma a far adottare regolamenti comunali sulla distanza dalle abitazioni e luoghi sensibili come scuole e asili. Un principio ragionevole di cautela nella localizzazione delle antenne che può essere adottato pur in presenza di un dibattito ancora molto aperto sulla pericolosità dei campi elettromagnetici generati, tra l’altro, da varie fonti.

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