L’aspettativa di vita è aumentata e le persone oggi vivono più a lungo di quanto si potesse immaginare nei decenni precedenti. Come spiega l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), la maggior parte dei Paesi del mondo sta registrando un aumento della percentuale di anziani nella popolazione. Si stima che nel 2023 una persona su 6 avrà 60 anni o più. In questo senso, si prevede che il numero di persone di 80 anni e oltre triplicherà tra il 2020 e il 2050, raggiungendo i 426 milioni.
Di fronte a questa realtà, gli Stati devono adottare le misure necessarie per garantire un invecchiamento attivo e migliorare la qualità della vita degli anziani. La Croce Rossa sottolinea che l’invecchiamento sano consiste in un processo continuo di cura, miglioramento e mantenimento delle capacità cognitive e funzionali, nonché della salute emotiva, per promuovere il benessere della persona, la sua partecipazione attiva al proprio ambiente fisico, sociale, politico e familiare, e che possa continuare ad avere uno scopo nella vita.
Sulla stessa linea, l’Oms afferma che ambienti fisici e sociali adeguati rendono più facile per gli anziani svolgere le attività che sono importanti per loro, nonostante la perdita delle facoltà. Pertanto, la disponibilità di edifici sicuri e accessibili, di trasporti pubblici e di luoghi facilmente raggiungibili a piedi è fondamentale. «Nel formulare una risposta di salute pubblica all’invecchiamento, è importante considerare non solo gli elementi individuali e ambientali che tamponano le perdite associate all’invecchiamento, ma anche quelli che possono migliorare il recupero, l’adattamento e la crescita psicosociale», sottolineano.
Una delle principali sfide nel rispondere all’invecchiamento ha a che fare con la diversità degli anziani stessi. Alcuni hanno capacità fisiche e mentali simili a quelle dei trentenni, mentre altri subiscono un deterioramento maggiore in età più giovane. Una risposta globale di salute pubblica deve affrontare le diverse realtà che esistono all’interno di questo gruppo sociale. L’Oms sostiene che questa diversità è dovuta agli ambienti fisici e sociali in cui le persone si trovano, che influenzano le loro opportunità: «Il rapporto che abbiamo con il nostro ambiente è determinato da caratteristiche personali come la famiglia in cui siamo nati, il nostro sesso e la nostra etnia, e questo dà origine a disuguaglianze nel nostro rapporto con la salute», spiegano.
Piano strategico
In questo contesto, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha dichiarato il periodo 2021-2030 come Decennio per l’invecchiamento in buona salute e ha chiesto all’Oms di guidare una proposta d’azione. Si tratta di un progetto di collaborazione globale che mira a unire gli sforzi di governi, società civile, agenzie internazionali, professionisti, mondo accademico, media e settore privato per agire a favore di una vita più lunga e più sana. Ciò è in linea con l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
L’obiettivo è ridurre le disuguaglianze di salute e migliorare la vita degli anziani, delle loro famiglie e delle loro comunità attraverso un’azione collettiva in 4 aree: cambiare il modo in cui pensiamo, sentiamo e agiamo riguardo all’età; sviluppare le comunità in modo da migliorare le abilità degli anziani; fornire servizi di assistenza integrata e centrata sulla persona e servizi di assistenza sanitaria di base che rispondano alle esigenze degli anziani; fornire accesso all’assistenza a lungo termine per gli anziani che ne hanno bisogno. «Ciò che giova o danneggia un individuo ha anche un impatto diretto o indiretto sulla collettività. Ci sono molte iniziative che vengono realizzate e che possono essere realizzate, indipendentemente dallo status socio-economico delle persone, per mantenere e migliorare la qualità della vita. Rendiamole possibili», insistono dalla Croce Rossa.
Ne è un esempio la Strategia valenciana per l’invecchiamento attivo e la lotta contro la solitudine indesiderata 2023-2027, organizzata su 5 linee strategiche e 18 obiettivi con 61 misure da attuare, con l’obiettivo di stabilire politiche affinché gli anziani continuino a godersi la vita nel miglior modo possibile, accompagnati dalla società nel suo complesso. Le linee strategiche sono: autonomia personale e buon trattamento; convivenza e solidarietà generazionale; inclusione e accesso ai servizi pubblici; sfide demografiche e partecipazione.
Da parte sua, dall’inizio del 2019 in Italia sono stati fatti passi avanti attraverso il progetto “Coordinamento nazionale partecipativo multilivello delle politiche per l’invecchiamento attivo“, avviato grazie a un accordo di collaborazione triennale (2019-2022) tra il Dipartimento per le Politiche della Famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri (Dipofam) e l’Istituto Nazionale di Riposo e Cura per Anziani (Irccs Inrca).
L’obiettivo principale di questo progetto è stato quello di promuovere e consolidare il coordinamento nazionale per favorire una maggiore consapevolezza dell’invecchiamento attivo in Italia, attraverso il coinvolgimento diretto degli stakeholder (decisori pubblici, società civile, comunità scientifica) e il miglioramento della conoscenza del fenomeno dell’invecchiamento attivo e delle politiche a suo sostegno.
(Testo originale in spagnolo)
Envejecimiento activo, un reto social
Entre 2015 y 2050, el porcentaje de los habitantes del planeta mayores de 60 años casi se duplicará, pasando del 12% al 22%, según datos publicados por la OMS
La esperanza de vida ha crecido, hoy las personas viven más años de los que podían imaginar en décadas anteriores. Tal y como explica la Organización Mundial de la Salud (OMS), la mayoría de países del mundo está experimentando un aumento de la proporción de personas mayores en la población. Se estima que en 2023, una de cada seis personas tendrá 60 años o más. En este sentido, se prevé que el número de personas de 80 años o más se triplique entre 2020 y 2050, hasta alcanzar los 426 millones.
Ante esta realidad, los Estados deben afrontar las medidas necesarias para garantizar un envejecimiento activo que mejore la calidad de vida de las personas mayores. Cruz Roja señala que el envejecimiento saludable consiste en un proceso continuado de cuidado, mejora y mantenimiento de las capacidades cognitivas y funcionales, así como de la salud emocional, para favorecer el bienestar de la persona, su participación activa en su entorno físico, social, político y familiar, y que pueda seguir teniendo un propósito vital.
En la misma línea, desde la OMS aseguran que los entornos físicos y sociales adecuados facilitan que las personas mayores puedan llevar a cabo las actividades que son importantes para ellas, a pesar de la pérdida de facultades. Por tanto, es clave la disponibilidad de edificios y transportes públicos seguros y accesibles, así como de lugares por los que sea fácil caminar. «En la formulación de una respuesta de salud pública al envejecimiento, es importante tener en cuenta no solo los elementos individuales y ambientales que amortiguan las pérdidas asociadas con la vejez, sino también los que pueden reforzar la recuperación, la adaptación y el crecimiento psicosocial», subrayan.
Uno de los principales retos en la respuesta al envejecimiento tiene que ver con la diversidad de las propias personas mayores. Hay quienes tienen unas facultades físicas y psíquicas similares a las de personas de treinta años, mientras que otras sufren un mayor deterioro a edades más tempranas. Una respuesta integral de salud pública debe atender las diferentes realidades que existen dentro de este grupo social. La OMS sostiene que esta diversidad se debe a los entornos físicos y sociales en que se encuentran las personas, puesto que estos influyen en sus oportunidades: «La relación que mantenemos con nuestro entorno viene determinada por características personales como la familia en la que nacimos, nuestro sexo y etnia, y eso da lugar a desigualdades en nuestra relación con la salud», aclaran.
Plan estratégico
En este marco, la Asamblea General de las Naciones Unidas declaró el periodo 2021-2030 como la Década del Envejecimiento Saludable, y pidió a la OMS que liderara una propuesta de actuación. Se trata de un proyecto de colaboración a escala mundial que pretende unir los esfuerzos de los gobiernos, la sociedad civil, los organismos internacionales, los profesionales, el mundo académico, los medios de comunicación y el sector privado para llevar a cabo una acción orientada a promover vidas más largas y saludables. Todo ello en línea con el cumplimiento de la Agenda 2030 para el Desarrollo Sostenible.
El objetivo es reducir las desigualdades en materia de salud y mejorar la vida de las personas mayores, sus familias y sus comunidades a través de la acción colectiva en cuatro esferas: cambiar la forma de pensar, sentir y actuar en relación con la edad y el edadismo; desarrollar las comunidades de forma que se fomenten las capacidades de las personas mayores; prestar servicios de atención integrada y atención primaria de salud centrados en la persona, que respondan a las necesidades de las personas mayores; y proporcionar acceso a la atención a largo plazo a las personas mayores que la necesiten. «Lo que beneficia o perjudica a un individuo también repercute directa o indirectamente en la colectividad. Muchas son las iniciativas que se llevan a cabo y que pueden llevarse a cabo, independientemente de la condición socioeconómica de las personas, para mantener y mejorar la calidad de vida. Hagámoslo posible», insisten desde Cruz Roja.
Un ejemplo de ello es la Estrategia valenciana de envejecimiento activo y lucha contra la soledad no deseada 2023-2027, organizada en torno a 5 líneas estratégicas y 18 objetivos con 61 medidas a implantar, con el objetivo de establecer políticas para que las personas mayores continúen disfrutando de la vida de la mejor manera, acompañadas de toda la sociedad. Las líneas estratégicas son: autonomía personal y buen trato; convivencia y solidaridad generacional; inclusión y acceso a los servicios públicos; retos demográficos y participación.
Por su parte, desde principios de 2019 en Italia se han dado pasos adelante, a través del proyecto “Coordinación nacional participativa multinivel de políticas de envejecimiento activo”, puesto en marcha gracias a un convenio de colaboración de tres años (2019-2022) entre el Departamento de Políticas Familiares de la Presidencia de la Consejo de Ministros (DIPOFAM) y el Instituto Nacional de Descanso y Atención al Adulto Mayor (IRCCS INRCA).
El objetivo principal de este proyecto era promover y consolidar la coordinación nacional para fomentar una mayor conciencia sobre el envejecimiento activo en Italia, a través de la participación directa de los actores involucrados (responsables de la toma de decisiones públicas, sociedad civil, comunidad científica) y la mejora del conocimiento del fenómeno del envejecimiento activo y las políticas para apoyarlo.
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