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Lotta all’Hiv contro malattia ed emarginazione

di Alba Cobos Medina

- Fonte: Città Nuova

Le Nazioni Unite chiedono di porre fine alle disuguaglianze per debellare l’Aids. Articolo in lingua originale dopo la traduzione italiana

HIV
Fiocco speciale alla Casa Bianca per la Giornata mondiale contro l’AIDS 2020 (Foto: LaPresse)

Negli ultimi due anni, con la Covid-19 e altre crisi globali, i progressi nella lotta all’Hiv hanno subito una battuta d’arresto, secondo l’organizzazione, a causa della diminuzione delle risorse per affrontare il virus.

Il 1° dicembre, in occasione della Giornata mondiale contro l’Aids, si svolgono azioni in tutto il mondo per promuovere la lotta contro l’Hiv e l’Aids. A tal fine, le Nazioni Unite (Onu) invitano all’azione attraverso lo slogan Uguaglianza Ora, che intende concentrarsi su come le attuali disuguaglianze ostacolino la lotta contro l’Hiv.

L’Aids si riferisce alla sindrome da immunodeficienza acquisita e comporta una serie di sintomi e infezioni associati a un deficit del sistema immunitario acquisito. L’Aids è lo stadio avanzato del virus dell’immunodeficienza umana (Hiv), un’infezione cronica a trasmissione sessuale (Ist). L’Aids si verifica quando una persona affetta da HIV non viene trattata e ha un sistema immunitario gravemente indebolito. In questa fase compaiono «malattie opportunistiche che possono essere fatali»[1] . In altre parole: una persona con Aids è portatrice di Hiv, ma una persona con Hiv non dovrà per forza sviluppare l’Aids se assume i farmaci giusti.

L’Hiv si trasmette per vie molto specifiche: fluidi sessuali, sangue o latte materno. A riprova della prevalenza del contagio attraverso le pratiche sessuali, nel 2020 l’82,7% delle infezioni in Spagna sono avvenute per questa via. Nel 2021, circa 38,4 milioni di persone vivevano con l’Hiv nel mondo[2]. Sebbene non esista una cura per l’Hiv, è possibile trattarlo con farmaci antiretrovirali che, se assunti regolarmente, possono abbassare i livelli di Hiv nell’organismo fino a raggiungere la cosiddetta “carica virale non rilevabile”.

Pertanto, se una persona con Hiv viene diagnosticata precocemente e trattata in modo appropriato, può raggiungere «una qualità di vita e una speranza simili a quelle di altre persone che non hanno contratto il virus»[3]. Inoltre, se la carica virale non è rilevabile, non si trasmette il virus durante i rapporti sessuali. In altre parole, la diagnosi e il trattamento dell’Hiv sono essenziali sia per mantenere una buona salute sia per fermare la diffusione dell’Hiv.

Per questo motivo, la prevenzione, così come l’accesso al test e al trattamento dell’Hiv, sono fondamentali per contenere la diffusione dell’Hiv. Tuttavia, Unaids sottolinea che, dopo quarant’anni di risposta all’Hiv, le disuguaglianze continuano a persistere nei servizi più basilari «come l’accesso ai test, alle cure e ai preservativi, e sono ancora maggiori nel caso delle nuove tecnologie». In generale, le persone in situazioni di vulnerabilità ed emarginazione sono più colpite dall’Hiv. «Le persone con meno potere sociale e meno tutele legali sono spesso a più alto rischio di infezione da Hiv», si legge nel Rapporto mondiale sull’Aids 2022 delle Nazioni Unite.

Le differenze nella rilevazione e nel trattamento dell’Hiv a livello territoriale sono evidenti. Le donne giovani africane «continuano a essere colpite in modo sproporzionato dall’Hiv», mentre i programmi specifici per loro sono insufficienti. È fondamentale un’azione accelerata per evitare che le persone sviluppino una malattia da Hiv avanzata. Altrimenti, i decessi legati all’Aids «rimarranno una delle principali cause di morte in molti Paesi», afferma l’Onu.

Ci sono anche differenze nel trattamento dell’Hiv nelle diverse parti dei Paesi, il che significa che non tutte le aree delle nazioni stanno beneficiando allo stesso modo dei progressi. A questo proposito, le Nazioni Unite sottolineano che le disuguaglianze sono state esacerbate dalla pandemia e devono essere affrontate con urgenza: «La fine dell’Aids può essere raggiunta solo se affrontiamo le disuguaglianze che la favoriscono».

Per migliorare la situazione, vengono proposte diverse linee d’azione. Da un lato, un aumento della disponibilità, della qualità e dell’adeguatezza dei servizi per il trattamento, il test e la prevenzione dell’Hiv. D’altro canto, è essenziale garantire la condivisione della tecnologia per ottenere un accesso paritario alle migliori conoscenze scientifiche sull’Hiv in tutte le parti del mondo. Inoltre, la riforma delle leggi, delle politiche e delle pratiche è fondamentale per far fronte a un’altra barriera che le persone che vivono con l’Hiv incontrano: lo stigma e l’esclusione che devono affrontare[4]. Questo è di vitale importanza per ridurre il senso di colpa che le persone con Hiv spesso provano, migliorare la percezione di sé, ridurre l’auto-stigma e promuovere l’inclusione sociale.

Per il momento, ci sono anche buone notizie da riferire sui progressi compiuti negli ultimi anni. Alcuni Paesi hanno utilizzato risorse adeguate a promuovere politiche sane e hanno messo in atto tecnologie di prevenzione e di trattamento. A questo proposito, il Rapporto mondiale sull’Aids 2022 sottolinea che nazioni come l’Italia, il Lesotho, il Vietnam e lo Zimbabwe «hanno ridotto le nuove infezioni da Hiv di oltre il 45% tra il 2015 e il 2021».

 

[1]  https://comiteantisidavalencia.org/sensibilizacion/

[2] https://www.unaids.org/es/resources/fact-sheet

[3] https://www.unaids.org/es/frequently-asked-questions-about-hiv-and-aids

[4] https://www.unaids.org/es/2022-world-aids-day

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Según señala el organismo, en los dos últimos años, con la COVID-19 y otras crisis a nivel global, los progresos frente al VIH han decaído, debido a una disminución de recursos para hacer frente al virus

Este 1 de diciembre, con motivo del Día Mundial contra el Sida, se realizan a lo largo de todo el planeta acciones para avanzar en la lucha contra el VIH y el sida. Con este fin, la Organización de las Naciones Unidas (ONU) hace una llamada a la acción a través del lema Igualdad Ya, que pretende poner el foco en cómo las desigualdades actuales dificultan combatir el VIH.

El sida hace referencia al síndrome de inmunodeficiencia adquirida y supone una serie de síntomas e infecciones asociados a la deficiencia adquirida del sistema inmunitario. Esta afección es la etapa tardía del virus de la inmunodeficiencia humana (VIH), una infección de transmisión sexual (ITS) crónica. El sida aparece cuando una persona con VIH no se ha tratado y tiene un sistema inmunológico muy debilitado. En esta fase, aparecen enfermedades «oportunistas que pueden ser mortales»[1]. En otras palabras: una persona con sida es portadora del VIH, pero una persona con VIH no tiene por qué desarrollar nunca la fase sida si se medica correctamente.

El VIH se transmite por vías muy específicas: fluidos sexuales, a través de la sangre o de la leche materna. Prueba de la prevalencia del contacto por prácticas sexuales es que, en 2020, el 82,7% de los contagios que se dieron en España fueron por esta vía. En 2021, alrededor de 38,4 millones de personas vivían con VIH alrededor del mundo[2]. Aunque el VIH no tiene cura, es tratable con una medicación antirretroviral que, si se toma con la regularidad indicada, logra que los niveles de VIH en el organismo sean muy bajos, hasta lograr lo que se denomina una “carga viral indetectable”.

De esta forma, si una persona con VIH conoce su diagnóstico de forma temprana y se trata médicamente de forma adecuada, puede lograr «tener una calidad de vida y esperanza similar a la del resto de personas que no han contraído el virus»[3]. Pero, además, si tiene una carga viral indetectable, no transmitirá el virus en las relaciones sexuales. Es decir: el diagnóstico y tratamiento del VIH es fundamental tanto para que la persona consiga mantener una buena salud como para frenar el contagio del VIH.

Por este motivo, la prevención, así como el acceso a las pruebas de detección y al tratamiento frente al VIH, resultan claves para frenar la expansión de este virus. Sin embargo, desde ONUSida apuntan que, tras cuarenta años de respuesta al VIH, continúan persistiendo las desigualdades en los servicios más básicos «como el acceso a las pruebas de detección, el tratamiento y los preservativos, y son aún mayores en el caso de las nuevas tecnologías». En general, las personas en situación de vulnerabilidad y marginación son más afectadas por el VIH. «Las personas con menos poder social y menos protecciones bajo la ley a menudo corren un mayor riesgo de infección por el VIH», apuntan en el Informe Mundial sobre el Sida 2022 de la ONU.

Las diferencias en la detección y tratamiento según el territorio del VIH son claras. Prueba de ello es que las mujeres jóvenes africanas «siguen siendo desproporcionadamente afectadas por el VIH», y, a la vez, los programas específicos dirigidos a ellas son insuficientes. En este sentido, es clave una acción acelerada para prevenir que las personas desarrollen una enfermedad avanzada por el VIH. De lo contrario, las muertes relacionadas con el sida «seguirán siendo una de las principales causas de muerte en muchos países», marca la ONU.

Asimismo, existen diferencias en el tratamiento del VIH en diferentes zonas de los propios países, lo que implica que no todas las áreas de las naciones se benefician por igual de los avances. En este sentido, desde las Naciones Unidas señalan que las desigualdades se han exacerbado con la pandemia y que se deben abordar con urgencia: «El fin del sida solo puede lograrse si plantamos cara a las desigualdades que lo impulsan».

Con el fin de una mejora de la situación, se proponen varias líneas de acción. Por un lado, un aumento de la disponibilidad, calidad, idoneidad de servicios para el tratamiento, pruebas y prevención de VIH. Por otro lado, es fundamental asegurar el intercambio de tecnología para lograr un acceso igualitario a la mejor ciencia para el VIH, en todas las partes del mundo. Además, es clave la reforma de leyes, políticas y prácticas con el fin abordar otra de las barreras que hallan las personas con VIH: el estigma y la exclusión que encuentran[4]. Esto es de vital importancia para disminuir el sentimiento de culpa que suelen sentir las personas con VIH, mejorar la autopercepción, disminuir el autoestigma y favorecer su inclusión social.

De momento, también hay buenas noticias a destacar respecto a avances que se han dado en los últimos años. Algunos países han empleado los recursos adecuados para potenciar políticas sólidas y han puesto en marcha tecnologías de prevención y tratamiento. En este sentido, el Informe Mundial del Sida 2022 destaca que naciones como Italia, Lesoto, Vietnam y Zimbabue «redujeron las nuevas infecciones por VIH en más de un 45% entre el 2015 y 2021».

[1]  https://comiteantisidavalencia.org/sensibilizacion/

[2] https://www.unaids.org/es/resources/fact-sheet

[3] https://www.unaids.org/es/frequently-asked-questions-about-hiv-and-aids

[4] https://www.unaids.org/es/2022-world-aids-day

 

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