Margherita delle stelle

Sulla Rai Tv, la vita dell'astrofisica Margherita Hack, da bambinafiorentina curiosa e originale  alla direzione dell'Osservatorio Astronomico di Trieste
Foto Rai Fiction

Si attraversano temi, nel Tv movie Margherita delle stelle, in onda stasera, 5 marzo 2024, in prima serata su Rai1, che stanno oltre gli astri e le galassie. Anzi, diciamo che stanno prima: cose molto più terrene, umane, attuali. Sono la donna, il suo ruolo nella società, la sua capacità e il suo diritto di esprimersi al meglio, e la libertà, elemento fondamentale per farlo.

Sa tanto di questi due argomenti, non nuovi nella fiction italiana recente, la biografia della scienziata toscana Margherita Hack, ben inserita, ed è un merito, nel Novecento più drammatico italiano: quello del fascismo e della guerra. Anche questo tema attraversato con grande decisione dalla fiction nostrana recente: da La storia di Francesca Archibugi a La lunga notte (sulla caduta di Mussolini) di Giacomo Campiotti, fino a La rosa dell’Istria di Tiziana Aristarco, sull’esodo istriano giuliano dalmata.

Tutto materiale (interessante) disponibile su Raiplay, come lo sarà, dopo la messa in onda, il film Tv diretto da Giulio Base con Cristiana Capotondi nei panni di una donna raccontata nel rapporto coi suoi genitori (altro tema di Margherita delle stelle è l’importanza di tali figure nello sviluppo dei figli) non allineati al fascismo e in generale di idee non conformiste. Per loro non esistono domande sbagliate!

Margherita ama correre, praticare sport, è una bambina semplice, vivace, libera, appunto. Va a scuola con la buona (e fredda) borghesia fiorentina e non è che si trovi benissimo, ma a un certo punto si innamora delle stelle e da allora non le stacca più gli occhi di dosso.

Il suo lavoro, il suo viaggio con gli occhi all’insù, diventa centrale ma mai solitario nella fiction prodotta da Rai Fiction con Minerva Pictures: c’è un marito accanto a lei, prima donna direttrice dell’Osservatorio Astronomico di Trieste (e in Italia).

Con lui, dentro un matrimonio felice, dialoga anche di argomenti religiosi. Per volere di lui si sono sposati in chiesa, anche se Margherita non crede (ma in una sequenza del film va da un sacerdote a chiedere di più su Dio). Il marito si, e quando Margherita inizia ad amare e studiare le stelle, lui le chiede: «Per caso hai visto Dio?» «No – risponde lei – ma se mi capiterà sarai il primo a saperlo». Al che lui chiosa: «Non mi serve, so già che esiste».

In un altro dialogo, più avanti, partendo dalle stelle, lei dice che l’essere umano ha nel cervello qualcosa di superiore. «Da che dipende?», chiede lui. E lei: «Non dirmi da Dio»: per lei è una spiegazione troppo facile, anche se afferma che in quanto discendenti dalle stelle siamo tutti fratelli e sorelle.

A Margherita bastano le domande, le fa notare il marito, che però ha chiaro in mente quanto la moglie sia straordinaria a spiegare con estrema chiarezza argomenti complicatissimi, ed è questo un altro profilo curato del ritratto (centrato soprattutto sugli anni della formazione) di Margherita Hack, sceneggiato da Monica Zapelli con Federico Taddia, liberamente ispirato al libro autobiografico Nove vite come i gatti, scritto da Margherita Hack insieme allo stesso Taddia: quello dell’insegnante, della grande divulgatrice, per cui se riesci a spiegare una cosa a un bambino vuol dire che la sai veramente. «Lottate per quello in cui credete», si congeda la protagonista all’epilogo di Margherita delle stelle.

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