Sfoglia la rivista

Mondo > Asia

Mekong river, strategia di conqusta cinese in Cambogia

di George Ritinsky

La “madre kong”, il fiume più lungo del Sudest asiatico, fonte di sostentamento per oltre 50 60 milioni di persone, posto ai confini tra Cina, Laos e Thailandia, è al centro di una grande opera che vede il coinvolgimento di forti interessi economici e il rischio concreto di alterazione degli ecosistemi

La Cambogia e la Cina hanno firmato un accordo da 1,2 miliardi di dollari per finanziare un ambizioso progetto di canale che mira ad aumentare l’efficienza degli scambi commerciali collegando un ramo del fiume Mekong vicino a Phnom Penh a un porto nel Golfo di Thailandia. Lo ha annunciato ufficialmente l’agenzia governativa cambogiana a capo del progetto.

L’accordo per il finanziamento del canale Funan Techo è stato firmato giovedì durante la visita di stato in Cambogia del presidente cinese Xi Jinping. Xi è tornato in patria venerdì scorso dopo un tour di tre nazioni nel Sud-est asiatico che ha incluso anche Vietnam e Malesia.

La costruzione del canale di 151,6 chilometri è iniziata l’anno scorso, ma è stata interrotta, poco dopo la cerimonia di inaugurazione del 5 agosto, per motivi che non sono stati chiariti.

All’epoca il Primo ministro cambogiano Hun Manet aveva dichiarato che il canale sarebbe stato costruito “a qualsiasi costo”, sottolineando che il progetto promuoveva «il prestigio nazionale, l’integrità territoriale e lo sviluppo della Cambogia».

Descritto come un contratto di partenariato pubblico-privato, l’accordo è stato firmato dal vice primo ministro Sun Chanthol a nome del governo cambogiano e da Ieng Sunly della Funan Techo Coastal-Inland Waterways Company Ltd., il partner del settore privato.

Il progetto verrà sviluppato sotto il controllo degli investitori cambogiani che detengono una quota del 51% del capitale e di quelli cinesi che ne hanno il 49%.

Secondo Wang Tongzhou, presidente della China Communications Construction Company, «il canale creerà un nuovo corridoio fluviale-marittimo in grado di gestire navi fino a 3 mila tonnellate di portata lorda. Il progetto prevede lo scavo del canale e la costruzione di chiuse per navi, infrastrutture di navigazione e logistica. Come via d’acqua interna e importante infrastruttura di trasporto in Cambogia, il progetto FTC diventerà un nuovo motore per la crescita economica nazionale».

Wang Tongzhou ha aggiunto che «il completamento dell’opera ridurrà significativamente i costi logistici globali in Cambogia e promuoverà l’industria cambogiana verso la fascia medio-alta della catena del valore».

China Communications Construction Company è la società madre di China Road and Bridge Corporation, l’appaltatore della costruzione del progetto dal fiume Bassac alla provincia costiera di Kep.

L’enorme azienda di proprietà statale è stata al centro di inchieste per un presunto coinvolgimento in alcuni scandali finanziari ed è anche nella lista nera degli Stati Uniti per il ruolo di sostegno dell’esercito cinese impegnato a costruire e militarizzare le isole artificiali nel Mar Cinese Meridionale.

Secondo le fonti ufficiali, il canale dovrebbe creare «fino a 50.000 posti di lavoro diretti e indiretti in Cambogia». Alcune voci critiche hanno, invece, espresso «la certezza» che il canale altererà gravemente i modelli naturali di inondazione del fiume Mekong. Questa nuova infrastruttura porterà ad una riduzione del limo ricco di sostanze nutritive, essenziale per la vitale produzione di riso del Vietnam nel Delta del Mekong, una regione che sostiene decine di milioni di persone ed è un importante esportatore di riso a livello mondiale.

Nell’annuncio che ha accompagnato la firma dell’accordo, tuttavia, si legge che «una rigorosa valutazione preventiva condotta da 48 specialisti, ha confermato un impatto ambientale minimo» da parte della gigantesca opera.

Rimane, ad ogni modo, scottante il problema del reinsediamento delle centinaia di migliaia di persone che vivono, al momento, sul terreno che sarà inondato dal canale. Le fonti ufficiali affermano che  «è in corso un processo di compensazione e consultazione responsabile». Dichiarazioni da verificare nei fatti.

Il rischio concreto che va posto in evidenza è il  fatto che, progetto dopo progetto, il fiume Mekong, continua a subire una progressiva mutazione tanto fa far temere , tra pochi anni, il prodursi di un disastro ambientale di cui nessuno vorrà assumersi le responsabilità de i danni che subiranno  le prossime generazioni.

 

Riproduzione riservata ©

Sostieni l’informazione libera di Città Nuova! Come? Scopri le nostre riviste, i corsi di formazione agile e i nostri progetti. Insieme possiamo fare la differenza! Per informazioni: rete@cittanuova.it

Condividi

Ricevi le ultime notizie sul tuo WhatsApp. Scrivi al 342 6266594