#10chiaralubich

Un hashtag per le conversazioni sui social e una nutrita rassegna stampa dicono l’interesse dei media, non solo cattolici, per la figura di Chiara. A 10 anni dalla morte si cerca nel suo messaggio un’indicazione per l’oggi e le si rivolge una profonda domanda di senso.

Luce e unità. Ritornano anche su giornali e negli studi televisivi le parole usate da papa Francesco nel messaggio in apertura della causa di beatificazione di Chiara Lubich, il 27 gennaio 2015. Così come si affaccia la domanda se Chiara Lubich sia stata capita fino in fondo, e se siano stati compresi la sua profezia, il suo impegno per la coesione sociale, il suo contributo al risanamento della frammentazione della nostra società. Questi gli interrogativi che pone Riccardo Maccioni dal paginone di Avvenire, ai quali cerca di rispondere con le parole di Vincenzo Buonomo, ordinario di diritto internazionale al Laterano; mentre a Rita Moussallem, libanese ed esperta di dialogo interreligioso, chiede come portare avanti questo ideale di unità senza rischio di sincretismi. Interessante indagine poi sulla comprensione della donna in Chiara, attraverso l’intervista a Flaminia Morandi, giornalista che l’ha conosciuta di persona. Come si sarebbe mossa oggi Chiara? Cosa insegna oggi Chiara alle donne? La incalza Maccioni. Ci piace l’immagine della “mirrofora”, usata dalla Morandi: «una portatrice di profumi… di Spirito Santo».

Ma è anche Giuseppe Frangi sulle pagine di Vita, la rivista del no profit, a chiedersi cosa direbbe Chiara Lubich a quest’Italia. A rispondere è Luigino Bruni, accanto a lei per anni per dare dignità scientifica al progetto dell’Economia di Comunione.  Di fronte allo smarrimento della politica, all’incertezza post elettorale, il direttore di Vita chiede cosa potrebbe insegnarci questa donna. «Personaggi come Chiara Lubich – risponde Bruni – insegnano a non essere mai astratti. Tutto si genera dalla vita». Ci direbbe insomma di ripartire «dai bisogni degli uomini, dal bisogno di felicità. Le domande spingono in avanti la storia».

E sono oltre 2 milioni gli italiani che domenica 11 marzo hanno seguito la puntata di A Sua Immagine dedicata a Chiara Lubich: «Credere all’amore». In studio, insieme al teologo Piero Coda e alla focolarina Antonia Testa, anche l’imam di Teramo, Mustapha Baztami, che definisce Chiara in tre aggettivi: «Artefice del dialogo, benefattrice, genio al servizio della pace mondiale». TV2000 ospita poi i responsabili del Movimento dei Focolari in Italia, Rosalba Poli e Andrea Goller, nel contenitore del mattino Bel tempo si spera, con collegamenti dalla cittadella di Loppiano che il 10 maggio accoglierà la visita di papa Francesco.

Anche il circuito dell’informazione vaticana dedica ampio spazio all’anniversario, che non è ricordo, ma attualizzazione di un carisma, quest’anno sotto lo sguardo delle opere sociali: l’Osservatore Romano con un editoriale di Maria Voce, Vatican News con una video intervista al segretario di Stato cardinale Parolin,  servizi in più lingue.

Iniziative si svolgono poi in tutta Italia , dalle grandi città ai piccoli centri di provincia, e i media locali ne fanno eco. A questo link si può trovare la rassegna stampa completa.

Tutto il mondo ricorda Chiara, ma in finale vogliamo guardare alle nuove generazioni, a chi l’ha conosciuta solo indirettamente ma la considera una guida, una stella sul proprio cammino. È con le parole di una canzone del Gen Rosso che gira su diverse bacheche FB un ritratto di Chiara a matita e una frase: «Oggi in cielo c’è una stella, stella vera. Brilla in mezzo agli astri questa sera, e non si spegne più, sei tu».

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