Vola Gianmarco, vola

Splendida medaglia d’oro per l’azzurro Tamberi nel salto in alto ai Campionati mondiali indoor di Portland. Con lui in pedana, lo spettacolo è sempre assicurato
Gianmarco Tamberi

Alla vigilia dei Campionati mondiali indoor di atletica leggera, disputati in questi ultimi giorni a Portland (Stati Uniti), il nostro Gianmarco Tamberi era indicato come uno dei grandi favoriti per la conquista di una medaglia nella gara di salto in alto maschile. E non poteva essere diversamente, considerando che il 13 febbraio scorso, dopo le lunghe settimane di preparazione trascorse tra la sua Ancona e il Sudafrica, l’atleta italiano si era issato a Hustopece (in Repubblica Ceca) sino a quota 2 metri e 38 centimetri. Una misura che, nel 2016, rappresenta al momento in questa specialità la miglior prestazione a livello mondiale. Tra il dire e il fare però, come sappiamo, ce ne corre… Anche perché l’azzurro era atteso al confronto con alcuni dei migliori saltatori al mondo, tra cui il qatariota Mutaz Essa Barshim, un atleta molto più abituato di lui ai grandi palcoscenici internazionali, avendo già conquistato tra l’altro una medaglia di bronzo ai Giochi olimpici di Londra del 2012, un argento ai Campionati del mondo nel 2013 e l’oro nella rassegna iridata indoor del 2014.

 

Eh già, “Aliud est dicere, aliud est facere”, altro è dire, altro è fare. Così Gianmarco, appena arrivato a Portland, ha cominciato inevitabilmente a sentir salire su di sé la pressione che accompagna le vigilie dei grandi favoriti. Ha provato a distrarsi con la pallacanestro, una delle sue grandi passioni, andando ad assistere dal vivo a una partita del campionato Nba (quella tra i Portland Trail Blazers e gli Orlando Magic), ma questo non è bastato a dargli la giusta dose di tranquillità. In gara, infatti, Gianmarco è apparso particolarmente contratto, e ha dato vita a una competizione tutta a inseguire, condizionata da errori a misure per lui ormai di assoluta tranquillità. Prima un salto sbagliato con l’asticella posta a 2.20, poi, dopo aver superato al primo tentativo quota 2.25, due errori a 2.29 che lo hanno messo definitivamente con le spalle al muro (in questa disciplina si è fuori dopo tre errori consecutivi). Un vero campione, però, si vede proprio nelle giornate “storte” e nei momenti di difficoltà. E l’azzurro, che un campione lo sta diventando davvero, ha fatto vedere proprio in quel momento di che pasta è fatto.

 

Un salto senza ritorno, l’asticella che balla pericolosamente ma non cade, e Gianmarco prosegue la sua gara, piazzandosi momentaneamente in settima posizione. Si sale così a quota 2.33, e qui avviene la vera selezione. Sbagliano un po’ tutti: il già citato Barshim, il greco Baniotis, il cinese Zhang, l’ucraino Protsenko e il britannico Baker. Vanno avanti solo l’altro britannico Robert Grabarz (2.33 saltati alla prima prova) e lo statunitense Erik Kynard (misura superata al secondo tentativo), un ragazzo già abituato a lottare per obiettivi importanti visto che ha vinto l’argento nelle ultime Olimpiadi. Gianmarco a 2.33 fa due errori, è di nuovo costretto a un salto da dentro o fuori, e di nuovo si esalta proprio nel momento più difficile superando l’asticella e proseguendo così la competizione mondiale. Poi, passata la paura, salta di slancio alla prima prova 2.36 mentre i suoi rivali non riescono a fare altrettanto. È medaglia d’oro, la prima medaglia d’oro per l’atletica italiana dopo quella conquistata all’aperto da Giuseppe Gibilisco nel salto con l’asta (erano i Mondiali di Parigi del 2003).

 

Per chi ancora non lo conoscesse bene, va detto che Tamberi ha cominciato a far parlare di sé prestissimo. Dopo la medaglia di bronzo conquistata ai Campionati europei juniores del 2011, l’azzurro è balzato definitivamente agli onori delle cronache l’anno successivo, in particolare quando ha ottenuto un lusinghiero quinto posto ai Campionati europei (questa vola a livello senior) disputati nel mese di giugno a Helsinki. Il vero “botto”, poi, è arrivato qualche giorno dopo, e più precisamente durante i Campionati italiani di Bressanone, dove Gianmarco ha scavalcato per la prima volta l’asticella posta alla quota di 2 metri e 31 centimetri. Una misura importante, che al maschile segna simbolicamente l’entrata nell’eccellenza mondiale di questa disciplina. L’atleta italiano aveva compiuto venti anni solo da qualche giorno, e quel risultato sembrava essere l’antipasto di prestazioni ancora più importanti.

 

Purtroppo, però, da quel momento per questo ragazzo marchigiano figlio d’arte (suo padre Marco è stato primatista italiano indoor e finalista alle Olimpiadi di Mosca 1980 proprio nel salto in alto) è iniziata una fase della carriera agonistica particolarmente difficile. Anni caratterizzati da diversi infortuni (in particolare tre distorsioni alla caviglia sinistra), che ne hanno limitato in modo importante le velleità di ulteriore crescita. Questo fino all’estate del 2015, quando Gianmarco ha ricominciato a volare in alto. Sempre più in alto. «Finalmente è giunto il mio momento», affermò Tamberi a inizio luglio dello scorso anno, quando in Germania, durante il meeting di Colonia, superò quota 2.34, una misura che l’ha definitivamente lanciato in un’altra dimensione. Poi, il mese successivo, l’azzurro è salito ancora più su, stabilendo per due volte nella stessa gara (il meeting di Eberstadt, sempre in Germania) il nuovo primato italiano, saltando prima 2.35 e poi addirittura 2.37!

 

Gimbo, come lo chiamano gli amici di Ancona, la città dove vive, è un personaggio davvero istrionico. Un ragazzo simpatico ed estroverso, che è iscritto alla facoltà di Economia e che nel tempo libero suona la batteria. Un ragazzo che trasforma ogni sua competizione in un piccolo show, caricandosi e coinvolgendo in prima persona il pubblico sugli spalti incitandolo a sostenerlo durante i suoi tentativi di superare l’asticella. Un ragazzo di cui l’atletica italiana sentiva un gran bisogno, che in gara, da qualche anno a questa parte, si presenta con un look davvero unico: una bella barba… rasata per metà del viso! Un ragazzo che ormai unisce forma e sostanza, come dimostra la continuità di rendimento ad alti livelli che lo sta caratterizzando da un po’ di tempo a questa parte.

 

Durante questi mondiali, abbiamo assistito alle vittorie di alcune stelle di prima grandezza del panorama internazionale dell’atletica leggera. Campioni come il francese Renaud Lavillenie o la statunitense Jennifer Suhr, che si sono aggiudicati i titoli iridati del salto con l’asta con le eccellenti misure, rispettivamente, di 6.02 e 4.90. Campioni come i coniugi Ashton Eaton e Brianne Theisen, lui statunitense e lei canadese, che hanno dominato le prove multiple (a livello indoor si gareggia nell’eptathlon tra gli uomini e nel pentathlon tra le donne). Insieme con loro, però, abbiamo visto brillare anche una stella tutta dipinta d’azzurro: Gianmarco Tamberi. Prossimo obiettivo per lui saranno ora i 2.40. Una misura pazzesca, ma non impossibile. Vola Gianmarco, vola!

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