Voglia di calcio pulito

La vicenda del presidente della Lazio e dirigente della Federazione Italiana Giuoco Calcio, Claudio Lotito, a proposito dei diritti tv, ha scatenato una vera e propria bufera mediatica tra tifosi, società e istituzioni, non solo sportive
Lotito

«Ho detto ad Abodi: Andrea, dobbiamo cambiare. Se me porti su il Carpi… una può sali’… se mi porti squadre che non valgono (…) o noi fra due o tre anni non ci abbiamo più una lira. Perché io quando vado a vendere i diritti televisivi – che abbiamo portato a 1,2 miliardi grazie alla mia bravura, sono riuscito a mettere d'accordo Sky e Mediaset, in dieci anni mai nessuno – fra tre anni se ci abbiamo Latina, Frosinone… chi (…) li compra i diritti? Non sanno manco che esiste, Frosinone, il Carpi».

Parole di Claudio Lotito, presidente della Lazio e dirigente della Federazione Italiana Giuoco Calcio, che hanno scatenato una vera e propria bufera mediatica tra tifosi, società e istituzioni, non solo sportive. L’oggetto del discorso riguarda la sua visione della Serie A, che dovrebbe ottenere sempre più soldi dalle televisioni, principale fonte di introito per le grandi società: in questo senso, a suo dire le promozioni di club piccoli sarebbero una presunta rovina proprio su questo fronte.

Il citato Andrea Abodi è il presidente della Lega di Serie B, mentre l’interlocutore di Lotito è Pino Iodice, direttore generale dell'Ischia Isolaverde, che rappresenta in Lega Pro (la terza divisione, una volta Serie C), uno dei club che hanno sfiduciato il presidente Mario Macalli, numero 2 della Federazione Italiana Giuoco Calcio, guidata proprio da un presidente, Carlo Tavecchio, di cui Lotito è stato la scorsa estate “grande elettore” spendendosi a vantaggio della sua elezione tra i presidenti.

Sullo sfondo della telefonata, registrata appositamente lo scorso 28 Gennaio da Iodice per “cautelarsi” rispetto a toni e termini di Lotito, l’assemblea di Lega Pro di oggi, 16 Febbraio: Lotito, peraltro patron anche della Salernitana in Lega Pro, propende per restituire al suo candidato Mario Macalli la maggioranza nell'assemblea della stessa Lega, ponendosi in termini di orchestratore politico economico del calcio italiano. Iodice, come altre società, non concorda e denuncia ai media: «Lotito fa pressioni: l’Ischia deve sostenere il suo programma o non avremo contributi. Io rappresento una piccola società, lui è un uomo potente: ho registrato per cautelarmi». Nell’audio consegnato dallo stesso dirigente campano a Repubblica, si può ascoltare anche come Lotito affermi che “Beretta conta zero”. Parrebbe una macchietta, più che una gravissima macchia, se non fosse che Beretta è l’attuale presidente della Lega di Serie A.

Parole che ledono tanto la passione dei tifosi, non solo di Carpi, Frosinone, Ischia e “piccole” che sognano il grande calcio, quanto la credibilità di tutta la sopra citata FIGC. Chiamata a vigilare dunque la FIGC, il cui presidente Carlo Tavecchio è tuttavia lo stesso che alla vigilia della sua elezione estiva esibì una tristissima battuta razzista su tale «Optì Pobà», che vi abbiamo raccontato in un altro articolo, come è anche lo stesso beneficiario degli introiti delle vendite di 20 mila copie del libro da lui stesso scritto, acquistati dalla stessa FIGC per il valore di 107 mila euro pagati.

Tavecchio ha preso apparentemente le distanze da Lotito, affermando che «la Figc è garante della regolarità dei campionati, i passaggi di categoria sono decisi dai risultati ed altre considerazioni sono inaccettabili», ma sulla vicenda, che getta un ombra oscura su uno dei comparti più incidenti nell’economia del Paese, è intervenuto anche il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Graziano Delrio, affidando a Twitter un eloquente «Il calcio deve cambiare» in merito alla vicenda.

L’occasione di cambiare, a onore di cronaca, è stata recentemente persa, lo scorso luglio: il precedente presidente FIGC, Abete, si era dimesso dopo il disastro della Nazionale di calcio ai mondiali brasiliani, ma il calcio italiano aveva scelto Tavecchio, appoggiato in particolare dalla promozione del “trio di umoristi”, per usare una battuta di Galliani, uno degli stessi tre interessati, composto da Lotito, Preziosi (presidente del Genoa) e lo stesso AD del Milan.

Se Maurizio Beretta ha preferito non rispondere, Abodi ha replicato indignato come «sale e scende chi merita; la storia del nostro campionato, anche recente, lo dimostra»; il Carpi ha chiesto l’intervento della Procura federale, ora in corso e, mentre insorgono anche Latina e Frosinone, Iodice ha annunciato di avere «altri audio che attestano le minacce di Lotito in caso di mancato appoggio all’attuale governance».

Lasciamo ai lettori ulteriori considerazioni, prima di aggiornarvi sugli sviluppi: se la scorsa settimana non abbiamo nascosto ammirazione per il progetto giovanile e sostenibile dell’Empoli guidato da un tecnico modello come Sarri (che ieri ha spaventato il Milan a San Siro pareggiando), questa volta ci permettiamo di rivendicare come nel cuore dei veri appassionati siano proprio espressioni come quelle usate da Lotito e Tavecchio a rischiare di allontanare le persone dal calcio e dal suo sistema di introiti, non certo l’imprevedibilità del rettangolo verde e la sorpresa delle piccole.

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