Vietato parlare di politica

Le trasmissioni Rai di approfondimento politico annullate un mese prima delle elezioni. Molti, moltissimi dubbi.
Vespa

Già lo chiamano l’editto di San Macuto. Si tratta della decisione della Commissione parlamentare di vigilanza Rai di stoppare tutti i programmi di approfondimento politico e i talk show in vista delle prossime elezioni regionali. In nome della par condicio, d’un colpo il servizio pubblico si vede tagliare una parte consistente del suo palinsesto: se non ci saranno correzioni, saranno oscurate per settimane Annozero e Ballarò, Report e Porta a Porta, In ½ ora e Presa diretta. Al loro posto si materializzerebbe un fossile, riportato in vita come i dinosauri del Jurassic Park: le tribune politiche, quelle che tutti i partiti vogliono ma che nessuno spettatore guarderà mai.

 

Ora da qualunque parte la si guardi, questa decisione pare poco comprensibile. Secondo noi per questi motivi::

  • il cittadino viene privato del diritto di essere correttamente informato e di farsi un’opinione prima di recarsi alle urne;

  • il telespettatore ha appena finito di pagare il canone (tra l’altro, con un aumento) ed ecco che il servizio per il quale si è tassato, gli viene restituito monco. Come se comprassimo un auto che la concessionaria ci consegna invece senza pneumatici. Che sia stata comprata per correre e stia invece ferma, poco importa;

  • la democrazia evapora. I piccoli partiti, che avrebbero diritto a presentarsi agli elettori, spariscono praticamente dall’orizzonte mediatico. Il confronto tra le idee e i programmi, lascia il posto invece agli slogan da televendita, e alle dichiarazioni autoreferenziali;

  • la Rai viene privata di alcuni dei suoi programmi di maggior ascolto, è costretta a chiudere nello sgabuzzino alcuni dei suoi personaggi più popolari (che verrebbero tra l’altro pagati per non lavorare), regala milioni di spettatori alla concorrenza, perde tanti soldi a fronte di un bilancio già fortemente disastrato.

Quest’ultima considerazione spiega però chi di questa decisione si dovrebbe avvantaggiare, stando così le cose:

 

  • Mediaset, che senza avversari (e se non ci saranno interventi dell’Antitrust), potrà con Matrix e simili, fare il pieno di spettatori e di introiti pubblicitari.

  • La maggioranza che, a prezzo di sacrificare qualche trasmissione “amica”, raggiunge l’obiettivo di far tacere i programmi più indigesti, e tutti insieme. Per di più prima di un appuntamento elettorale importante come le regionali, test di mezzo termine.

 

È da notare che il regolamento passa con i voti della maggioranza in appoggio alla proposta di un radicale, Beltrandi. Il partito di Pannella per anni ha protestato in maniera plateale per i pochi spazi tv concessigli. E oggi, che con la Bonino, candidata nel Lazio, avrebbe potuto avere grande visibilità, ecco la proposta boomerang.

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