Vescovi, Focolari e Sant’Egidio

I padri sinodali africani hanno accolto l'invito dei due Movimenti ecclesiali, da tempo attivi nel continente, ad entrare nel vivo della loro opera.
Sinodo

Il Sinodo, come fece il buon Dio il settimo giorno, s’è fermato anche ieri, domenica 18 ottobre. Non così i padri, che hanno approfittato della festività per accogliere un invito che proveniva congiuntamente – ed era già una significativa novità – dal Movimento dei focolari e dalla Comunità di sant’Egidio, entrambi presenti e molto attivi nel continente africano.

E proprio questa «collaborazione emblematica e non sempre capita», come ha affermato mons. Antoine Ntalou, di Douala (Camerun), sta alla base del pomeriggio di presentazione delle due realtà ecclesiali.

 

Attraverso il susseguirsi di storie personali di lotta alla corruzione e di vita in famiglia, di testimonianze sulla nuova evangelizzazione ad opera dei laici e di formazione dei sacerdoti, i padri sinodali sono stati condotti dentro il vissuto di persone e gruppi animati dalla spiritualità del carisma dell’unità. Carisma che anima anche la scuola panafricana di inculturazione, sorta nel 1992 a Nairobi in Kenya. Felemon Kpakilé, vice-presidente di sant’Egidio per l’Africa, ha riferito dell’impegno della Comunità verso i poveri e sul fronte della salute e della pace.

«Nell’amatissimo continente africano – ha esordito Maria Voce, prima presidente dei Focolari dopo Chiara Lubich – ho avuto la gioia di fare il mio primo viaggio extraeuropeo nel gennaio scorso. Piccole o grandi comunità sono nate e testimoniano la presenza del Risorto. Ho visto come nelle città, nei capi profughi o in tanti villaggi sperduti, il Vangelo si fa vita, gettando semi di riconciliazione, fraternità e sviluppo tra la popolazione. Si sta allargando un’ondata di evangelizzazione che è partita da Fontem, cittadella dei Focolari in Camerun».

Sottolineando la presidenza femminile dei Focolari, a commentato mons. Ntalou: «Delle donne si è parlato davvero tanto nel Sinodo. Non sono sicuro che l’argomento sia concluso».

 

Dalla sala a fianco del colonnato del Bernini i padri sinodali si sono spostati nella chiesa di santa Maria in Trastevere, dove è stata celebrata la messa presieduta dal card. Etchegaray.

«Non sono pessimista sul futuro dell’Africa – ha affermato Andrea Riccardi a conclusione della celebrazione, portando il saluto della Comunità –, perché il mondo ha bisogno dell’Africa. E anche la Chiesa. E l’Africa ha bisogno dei cristiani dei movimenti e della comunità ecclesiali in modo da beneficiare della globalizzazione dell’amore. Per questi bisogna essere più audaci nei sogni, nel Vangelo, nell’amore di Dio».

 

I più letti della settimana

Tonino Bello, la guerra e noi

Mediterraneo di fraternità

La forte fede degli atei

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons