Verso l’unità del mondo

Si è tenuto a Trento il convegno "Religioni e relazioni internazionali: sfide ed opportunità". Non solo una rilettura del ruolo delle varie fedi sullo scenario mondiale, ma anche una prospettiva verso il futuro.
Trento

Si è concluso a Trento con una tavola rotonda aperta alla città il convegno Religioni e relazioni internazionali: sfide ed opportunità, che ha visto una trentina di accademici, diplomatici ed operatori con lunghi anni di esperienza nel campo del dialogo interculturale ed interreligioso interrogarsi su questo tema. Si è cercato di rileggere la storia di questi ultimi trent’anni alla luce del ruolo giocato dalle religioni nello scenario mondiale. La rivoluzione di Kohmeini in Iran, Solidarnosc, il crollo del Muro, l’11 settembre sono solo i punti di riferimento principali di un’evoluzione che parla di un ruolo sempre più decisivo delle religioni sullo scenario politico interno di vari Paesi e su quello internazionale che tutti coinvolge.

 

La coscienza di essere avviati verso un nuovo ordine mondiale interroga tutti e ha da tempo messo in moto processi che ci toccano in prima persona, tentativi di elaborazione di nuove categorie e metodologie che portino a concepire e a sostenere una visione globale. Per questo è necessario un dialogo che permetta non solo di evitare i tanti paventati scontri fra le civiltà, ma anche di camminare verso quella categoria che il giapponese Fukyuama definiva “unità del mondo”. Nell’evento pubblico trentino questa è stata giustamente legata all’esperienza carismatica e all’impegno verso la fratellanza universale di Chiara Lubich, figlia di quella città.

 

Il dibattito sulle metodologie, i contenuti e le prospettive è appena avviato e ci si rende conto della necessità di lavorare a livello di iniziative concrete di dialogo, ma anche su una linea di pensiero nuovo che offra categorie su cui fondare una prassi adeguata. Ciò che importa è però la coscienza dell’evoluzione che stiamo vivendo, e della novità che dobbiamo insieme collaborare a costruire un nuovo ordine mondiale in cui tutti siamo coinvolti. Una prospettiva verso il futuro, che deve ancora prendere forma.

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