Uno spiraglio nel crogiuolo ucraino

Dopo mesi di sangue e violenze sembra arrivare una svolta nell’Est del Paese. Timidi segnali dopo il rombo delle armi
guerra ucraina

Il presidente ucraino Petro Poroshenko ha lanciato un piano di pace in 15 punti per mettere fine alle violenze nel Sud-Est del Paese. Al centro del progetto c’è il disarmo, l’impunibilità per i separatisti che non si sono macchiati di gravi reati e che lasceranno le armi, la creazione di un corridoio per consentire ai “mercenari” di lasciare il Paesedisarmati, «il decentramento del potere e la protezione della lingua russa attraverso emendamenti alla Costituzione», l’obbligo per il presidente di consultare – prima di nominare il governatore di una regione – i leader locali e la ricostruzione a spese dello Stato delle abitazioni distrutte nei combattimenti.  I separatisti dovrebbero in cambio liberare gli ostaggi e sgomberare i palazzi occupati.Il ministero degli Interni dovrebbe monitorare il corridoio umanitario insieme con l’esercito ucraino. Dopo di che, le autorità locali nelle regioni di Donetsk e Lugansk potrebbero riprendere il loro lavoro e le stazioni radio e tv ucraine potrebbero trasmettere di nuovo nelle medesimi regioni.

«Entro breve termine» si terranno le elezioni, sia amministrative che politiche di modo che sarà possibile per i cittadini esprimersi in materia di decentramento, di modo che vengano trasferite da Kiev alle regioni competenze su tasse, educazione e politica linguistica. Lo status della lingua russa dovrebbe essere «rivalutato», anche se l’ucraino rimarrebbe unica lingua ufficiale. La proposta di Poroshenko, intitolata “Passi verso una definizione pacifica della situazione nelle regioni dell'Est dell’Ucraina”, dovrà essere attuata entro dieci giorni dalla sua pubblicazione.

GiovediPoroshenko ha ricevuto una decina di sindaci e grandi imprenditori dell'Est del Paese per chiedergli di sostenere il piano di pace e mettere fine a dieci settimane di combattimenti che hanno fatto almeno 360 morti. I media ucraini riferiscono però che il piano di pace non ha trovato il pieno consenso degli interlocutori. In particolare ha incontrato numerose critiche l’idea di invitare degli investitori stranieri nel Donbass. Il sindaco di Donetsk, Lukjantschenko, spera che il piano di pace porti a un cessate il fuoco permanente e all’implementazione entro il 2015 del decentramento. Le elezioni dovrebbero tenersi quest’autunno. L’uomo più ricco d’Ucraina, il multimiliardario Rinat Akhmetov, invita il governo a iniziare dei colloqui diretti con i separatisti. Venerdì scorso alcuni consiglieri del presidente hanno invece sostenutoche Poroschenko già ha fatto troppe concessioni.

Per il nuovopresidente, comunque, un cessate il fuoco permanente è estremamente importante. La maggioranza degli ucraini vuole la fine delle azioni militari. Molti rifugiati dall’Est si sono trasferiti dai parenti in Ucraina, e dunque l’eco del conflitto si è diffuso in tutto il Paese. L’Onu ha pubblicato venerdì scorso i numeri dei rifugiati, 38 mila. Oltre ai rifugiati dalla Crimea, sono prevalentemente persone provenienti dalle regioni di Lugansk e Donetsk. Tra i rifugiati, la maggior parte sono bambini, donne e anziani.

I separatisti filorussi in Ucraina si sono però,dapprima, rifiutati di attuare il piano di pace del presidente Petro Poroshenko. Il leader dell’autoproclamata “Repubblica Popolare di Donetsk”, Dennis Puschilin, avevadichiarato alla televisione russa che considera la proposta di Poroshenko di cessate il fuoco unilaterale semplicemente «inutile». Puschilin non crede che il governo ufficiale ucraino manterrà la promessa di amnistia. Anche il Cremlino si mostra scettico. Un cessate il fuoco di una settimana non è un passo verso un processo di pace, dicono al Cremlino, ma semplicemente un invito alla “milizia popolare” di capitolare. Secondo Mosca, manca «l’elemento centrale di un’offerta di dialogo». Il Cremlino ha chiesto di far seguire alle parole l’azione: Poroshenko ha già promesso un cessate il fuoco. Alla fine,però, il cessate il fuoco temporaneo è stato accettato.

Intanto, nelle regioni frontaliere della Russia continuano ad arrivare unità delle forze armate russe. Secondo le guardie di frontiera ucraine, le truppe si dispongono in posizioni di tiro e mimetizzano gli armamenti e il materiale militare. E continuano a filtrare attraverso la frontiera carri armati, mezzi blindati e sistemi lanciarazzi Grad. A tutt’oggi i separatisti sono in possesso di sei sistemi di questo tipo. E continuano purtroppo anche gli scontri: nel villaggio di Yampil sette soldati sono morti e 30 sono rimasti feriti durante i combattimenti della notte tra giovedì e venerdì. E fino a venerdì erano stati uccisi 300 ribelli.

Infine, una delegazione degli abitanti di Sloviansk si è rivolta al capo dei separatisti, Girkin, chiedendo di andarsene dalla loro città. Girkin ha risposto con un no categorico. Finora tali richieste venivano dette a bassa voce, mentre ormai lo si dice ad alta voce, nonostante le minacce. A Luhansk allo stesso scopo vengono distribuiti dei volantini.

«L’Ue sostiene il piano di pace di Poroshenko e discuterà e valuterà l’attuazione di questo piano nell’ambito del prossimo vertice Ue», sostiene il presidente della Commissione Josè Manuel Barroso in merito alle ultime evoluzioni nella crisi ucraina.

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