Una visione profetica

Il 16 marzo 1949, durante il dibattito parlamentare sull'adesione al Patto Atlantico, Igino Giordani arrivò a concepire quell'idea di unione di Stati europei che avrebbe preso forma solo nel 1957.

Nell’aprile del 1949, 12 paesi europei stipularono il cosiddetto Patto Atlantico, un accordo per la mutua difesa in caso di attacco esterno ad uno dei paesi firmatari. A sollecitare il Patto Atlantico furono i timori di una qualche possibile azione militare dell’Unione Sovietica in Europa.

 

Le discussioni, quindi, assunsero naturalmente un forte carattere ideologico. Anche in Italia il Parlamento fu teatro di accese contrapposizioni politiche. Riportiamo una parte dell’intervento che Igino Giordani fece a proposito del Patto Atlantico e della guerra, arrivando a concepire un’idea completamente  nuova, come l’«Internazione europea», degna oggi di essere ripresa e approfondita.

 

Camera dei Deputati – Seduta antimeridiana del 16 marzo 1949 (stralci)

 

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l’onorevole Giordani. Ne ha facoltà.

 

GIORDANI. Signor Presidente, onorevoli colleghi. Ieri l’onorevole Togliatti si è volto a noi come a partito cattolico. Veramente ci stupisce, da un uomo così preciso nel linguaggio, l’uso di una denominazione così impropria, perché “partito” è “parte” e “cattolico” è “universale”, cioè “tutto”. Non si capisce come la parte possa essere il tutto…, tranne che nei regimi totalitari!

Io parto da un principio: se il mondo fosse cristiano non ci dovrebbero essere guerre. Io vi apprezzerei molto di più se voi condannaste tutte le guerre. Ma quando ieri avete applaudito alla guerra in Cina, allora, dico, siamo da capo.

 

LONGO. È per la liberazione della Cina!

 

GIORDANI. Per me tutte le guerre sono assassinii. Non valgono gli slogans con cui si giustificano le guerre. Federico II prima faceva le guerre e poi chiamava i poeti ad esaltarle e i giuristi a giustificarle. Del resto, avete mai trovato chi dica che fa la guerra perché è crudele e imbecille? Ecco la ragione del Patto Atlantico. Se voi credete che io sia entusiasta del Patto Atlantico, vi sbagliate. Io almeno mi trovo, nei riguardi del Patto Atlantico, come mi trovavo all’ospedale di guerra, allorché il medico veniva a denunciarmi la necessità di un intervento operatorio. Ne ero costernato: ma mi piegavo, per salvare la pelle. Siamo nelle stesse condizioni: noi ci rassegnamo a questa necessità del Patto Atlantico perché non abbiamo altro da fare. È un male minore, dopo che hanno fatto fallimento gli altri mezzi. Ma la storia non finisce col Patto Atlantico: perché non potremmo trovare altre soluzioni? Guardiamo alla storia: come siamo passati dai Comuni alle Signorie, dalle Signorie agli Stati regionali, dagli Stati regionali alla nazione, così ora passeremo all’Internazione europea. È la vita che cresce. Politica, economia, cultura e arte, che con l’universalità cristiana hanno generato tali umanità, fanno sì che gli Stati nazionali stiano diventando un anacronismo. Noi vogliamo andare verso l’Europa; per adesso quelli che si vogliono unire sono quelli che sono. Se siamo veramente europeisti, dobbiamo volere anche gli altri, tutta l’Europa; e perché non anche la Russia? Alcuni la escludono; si vede che non conoscono la geografia.

 

TOGLIATTI. Sono d’accordo con lei.

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