Una ricchezza che va in fumo

In aumento gli incendi boschivi in tante regioni italiane. Per l'assessore alla protezione civile della Puglia Amati, ci sono spesso disattenzione e incuria all'origine delle fiamme
incendi boschivi

Sono in aumento gli incendi boschivi in tutta Italia e, in particolare, in Sardegna, Campania, Calabria, Puglia, Toscana e Lazio. In Puglia, in particolare, la situazione è allarmante, basti pensare che ci sono stati 7 incendi in dieci giorni in tutta la Puglia, tra la fine di giugno e i primi di luglio. Da Ginosa e Massafra, in provincia di Taranto, alla località Difesa Grande di Gravina in Puglia, fino alla pineta di Laterza e al Gargano, località turistica in provincia di Foggia, vittima ogni anno di numerosi incendi di vaste proporzioni e quasi sempre di origine criminale.

I dati trasmessi nel corso della conferenza stampa indetta qualche giorno fa dall'assessore alla protezione civile Fabiano Amati e dal presidente della regione Puglia Niki Vendola, parlano di un numero di incendi quasi sempre superiore ai valori medi degli anni 2009, 2010 e 2011. Nel dettaglio, nel periodo compreso tra il 15 giugno e il 22 luglio – secondo i dati comunicati dai vigili del fuoco – si sono verificati 5.300 incendi di cui 4.600 per sterpaglie bruciate. Gli incendi boschivi, pari a 474, sono stati circa il doppio di quelli verificatisi negli scorsi anni. Questo dato è rilevabile anche dal numero degli interventi aerei eseguiti in aiuto alle squadre a terra, soprattutto a causa della prossimità dell'incendio a zone abitate, che allo stato attuale ammontano a circa 100, superando il numero degli interventi aerei totali del 2009, 2010 e 2011, rispettivamente pari a 50, 86 e 96.
 
«Nella maggior parte dei casi, l'incendio boschivo è di origine colposa, neanche dolosa – ci racconta l'assessore Fabiano Amati alle opere pubbliche e alla protezione civile – causato da cattive pratiche agricole, da imprudenza, negligenza ed in ogni caso da reato, raramente da autocombustione. Un dato positivo, in questa situazione di emergenza, sta nel fatto che nonostante l'aumento del numero di incendi registrato quest'anno, la superficie media andata in fumo è ridotta rispetto a quella degli anni precedenti. Questo soprattutto grazie all'efficienza degli interventi delle squadre antincendio. L'altra causa dell'incremento del fenomeno è certamente il fattore climatico in notevole cambiamento. L'aumento delle temperature, infatti – prosegue Amati – con i lunghi periodi di scarsa piovosità associati ai forti venti, hanno favorito la velocità di propagazione del fuoco».

Anche le alte ed insolite temperature di questi mesi, specialmente ad altitudini sino ai 700 m dove la vegetazione erbacea è secca, il potenziale combustibile è maggiore e le possibilità di attecchimento e propagazione dell'incendio sono altissime. Resta ancora qualche sospetto per l'origine dolosa degli incendi ad opera dei soggetti psicotici, i cosidetti piromani, dei quali si conosce qualche storia ai limiti della credibilità, come quella della pratica di dare fuoco ai gatti per poi lasciali correre nei boschi, propagandando il fuoco ovunque. «Ma, come ci spiega l'assessore, dopo ogni incendio, ci sono delle accurate indagini per accertarne le cause e non abbiamo modo di credere che le persone con patologie mentali siano in aumento».
 
«Stiamo puntando le nostre energie sui rimedi – conclude Fabiano Amati – affinando la collaborazione con l'agenzia proprietaria dei satelliti con una risoluzione imponente. Basti immaginare un occhio di bue puntato 24 ore su 24 sulle zone naturali a rischio di incendi o protette, che in aggiunta ad una buona azione di comunicazione funzionerebbe come deterrente».

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