Una moschea dedicata a Gesù, il figlio di Maria

Inaugurata a Madaba, 30 chilometri a Sud di Amman, in Giordania. E' un importante segno del dialogo tra cristiani e musulmani per l'intera regione.
Una moschea dedicata a Gesù

Inaugurata a Madaba la moschea dedicata a Gesù il figlio di Maria, questa è la traduzione araba corretta, del luogo di preghiera situato nella città a 30 chilometri a Sud della capitale Amman. È una notizia incoraggiante in un Paese, la Giordania, dove i cristiani rappresentano il 5 per cento della popolazione e l’islam il 95 per cento su 5 milioni e mezzo di abitanti. ««La Casa reale – ha dichiarato mons. Giorgio Lingua – , nunzio apostolico Vaticano ad Amman, è ben disposta verso i cristiani, nonostante anche in Giordania si percepisca un crescente fondamentalismo musulmano. Promuove il dialogo interreligioso e potrei dire che tra il Re Abdullah II ed il Santo Padre si è stabilito un rapporto di amicizia».

 

All’insegna della fraternità anche le parole dell’Iman della moschea di Madaba, Belal Hanini,: «Questo è un messaggio al mondo che i musulmani considerano Gesù Cristo come loro profeta, proprio perché ha informato l’umanità in anticipo che il profeta Maometto stava arrivando. E questo dimostra anche che l’Islam è una religione di tolleranza e non ha nulla a che fare con l’estremismo».

«Abbiamo vissuto in pace per secoli con i nostri fratelli cristiani ed ora riteniamo che questa moschea simboleggi la nostra fraternità». All’interno della moschea poi sono riportati tanti  brani del Corano che parlano di Gesù e Maria, ulteriore segno degli elementi di comunanza tra le due religioni.

 

Il fatto di dedicare la moschea a Gesù figlio di Maria di per sé è qualcosa di positivo, secondo l’opinione della comunità  locale dei Focolari, da noi contattata, perché è un segno, da parte dei musulmani di voler migliorare il dialogo coi cristiani con i quali convivono da centinaia di anni perché Madaba era originariamente una città cristiana. «Bisognerà attendere per vedere se questa volontà di per sé buona si tradurrà in un atteggiamento di maggiore dialogo e accettazione dell’altro nella vita quotidiana».  

Da sottolineare è anche il fatto che Madaba viene ogni anno visitata da centinaia di migliaia di turisti che soprattutto vengono a vedere i diversi luoghi archeologici, praticamente tutti cristiani, nella città o nelle vicinanze. Perciò c’è anche il desiderio di curare l’immagine della città presentandola come luogo privilegiato della convivenza tra cristiani e musulmani anche perché è riconosciuta l’identità prevalentemente cristiana della città e c’è nei musulmani il coraggio di renderlo evidente col nome della nuova moschea.

 

 

I più letti della settimana

Mediterraneo di fraternità

La forte fede degli atei

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons