Una meravigliosa avventura

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«Siamo fidanzati da alcuni anni e ci sembra giunto il momento di sposarci. Ma abbiamo un po’ di paura. I nostri genitori sono separati come pure tanti amici dopo pochissimi anni di matrimonio. Ce la faremo a rimanere insieme per tutta la vita? Non sarebbe meglio un periodo di prova, di convivenza, per verificare la solidità del nostro amore?».

G. e M. – Teramo

 

Comprendiamo la vostra paura. Sposarsi oggi non è facile, specialmente in una società dove tutto si consuma velocemente e dove non c’è spazio per scelte definitive. Anche le scelte politiche non aiutano; esse prediligono l’individuo, penalizzando soprattutto la famiglia.

Tuttavia vorremmo dirvi, con la nostra esperienza di 35 anni di matrimonio e con l’esperienza di tante famiglie, che sposarsi può essere un’avventura meravigliosa.

Un amore che duri tutta la vita, però, non può essere inventato; durante il fidanzamento bisogna anche verificare le possibilità reali, i rischi, l’accordo di fondo… Per questo si capisce questo vostro desiderio di verifica, magari con un periodo di convivenza; stando però alle statistiche sulle separazioni, non c’è nessuna differenza tra le coppie che hanno convissuto prima del matrimonio e quelle che non lo hanno fatto. La convivenza non mette al riparo dai rischi di un’eventuale rottura; e questo perché il patto matrimoniale crea una situazione di vita completamente diversa, rende consapevoli di un impegno nuovo di fronte all’altro e alla società.

Tanti sposi si dividono perché non sono stati capaci di puntare all’unità nel rispetto e nella valorizzazione delle reciproche differenze. Inoltre, la confusione che esiste oggi tra amore e sentimento può far pensare che l’amore sia emozione, passione, sesso, ecc… E invece esso è continua attenzione all’altro, ricerca di quel qualcosa di ancora inesplorato che esiste in lui, un continuo ricominciare senza stancarsi mai. L’amore presuppone una gratuità di fondo e non l’aspettativa di essere ricambiati. La risposta dell’altro poi arriva, ma dipende spesso dalla gratuità del nostro agire. Perciò è necessario del tempo, il tempo della vita, perché l’amore, come qualsiasi opera d’arte, ha bisogno di tempo per diventare concreto e per rinnovarsi continuamente.

Solo così si può sperimentare quella gioia, che deriva dalla reciproca accoglienza senza limiti e finzioni.

Se poi vi sposate in chiesa, con tutte le enormi potenzialità racchiuse nel sacramento, avvertirete pian piano, se sarete capaci di fargli spazio, la presenza di Dio stesso, che diventerà insostituibile compagno di viaggio. E non è questa una bella avventura?

mr.scotto@focolare.org

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