Una città in cerca di un patto

Presentato il rapporto della Fondazione Ambrosianeum “Milano 2010. Welfare ambrosiano futuro cercasi”.
Milano piazza Duomo

È stata pubblicata la diciottesima edizione del rapporto della Fondazione Ambrosianeum “Milano 2010. Welfare ambrosiano futuro cercasi”. Alla presentazione il presidente della fondazione, Marco Garzonio, ha esordito affermando: «La politica è nelle mani di oligarchie ristrette e chiuse, cui rispondono nei fatti gli eletti. Il consiglio comunale si riduce a una cassa di risonanza dei contrasti interni alla maggioranza e tra questa e il primo cittadino».

 

Tutto questo mentre in città c’è un esercito di lavoratori precari, disoccupati, cassintegrati — 15,6 milioni di ore di cassa integrazione ordinaria nel 2009 rispetto all’1,3 del 2008, e 17,2 milioni di cassa integrazione straordinaria rispetto ai 4,2 dell’anno prima — e una massa di famiglie in difficoltà che trovano aiuto solo bussando alla porta delle parrocchie: è stato infatti citato il Fondo famiglia e lavoro lanciato nel Natale 2008 dal cardinale Dionigi Tettamanzi, che assiste oltre 3.500 famiglie e ha distribuito sinora quasi 8,5 milioni di euro. «Ma questa iniziativa è rimasta isolata — ha spiegato la curatrice del rapporto, Rosangela Lodigiani. — Le istituzioni avrebbero dovuto sentirsi anticipate e sollecitate, avviando una riflessione seria sulla capacità d’accoglienza della città e sui processi di inclusione, sulla mancanza di protezione per intere categorie di popolazione che non rientrano nella fascia del lavoro dipendente. Bisogna rifondare la welfare community con un “Patto civico per la conciliazione”, coinvolgendo istituzioni, imprese e terzo settore».

 

Il rapporto descrive in maniera ampia e dettagliata i bisogni della città, da quelli dei 129mila anziani ultra75enni, dei 70mila bambini fino a sei anni, a quelli dei quasi 4mila senza tetto. E di fronte a loro c’è un esercito di 75mila volontari che non riescono a far fronte a tutto, perché è calato il numero di ore di servizio gratuito prestato – l’equivalente del lavoro di 4mila volontari; gli asili che hanno «fortemente aumentato l’offerta di posti», anche se le liste d’attesa continuano ad aumentare; le case popolari che non bastano, tanto che a fronte di 91mila inquilini in regola ci sono 20mila domande al bando per l’assegnazione.

 

Il presidente della Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti, nel suo intervento ha sottolineato come l’iniziativa dell’«housing sociale per i ceti meno abbienti, che non possono sostenere il caro affitti» sia «totalmente privata». «La politica milanese sta dando un pessimo spettacolo, la giunta si comporta come un consiglio d’amministrazione che si disinteressa dell’opinione dei cittadini, l’opposizione non fa meglio, debole e frantumata, incapace di dar voce alle richieste della città in crisi».

 

Davanti ad un quadro per nulla roseo, l’invito agli amministratori è stato a non delegare al terzo settore il sostegno a chi è colpito dalla crisi. Gli enti pubblici non possono sottrarsi alle loro responsabilità: a livello locale come nazionale serve un sostegno forte per «passare dal welfare statale ad un welfare comunitario, agganciato al territorio». La via d’uscita indicata da Garzonio è «una sorta di patto civico che attraversi anche gli schieramenti e, se necessario, li scompagini. Serve un po’ di coraggio civile».

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