Una cena per unire l’Italia

I giovani per un mondo unito di Trieste hanno sfruttato le prelibatezze liguri e siciliane per raccogliere fondi da destinare agli alluvionati, ma non solo
foto cena 1000

L’hanno chiamata “La cena dei mille” non perché fossero in così tanti a tavola, ma perché volevano che fosse un’altra spedizione garibaldina capace di unire l’Italia; e alla fine, ironia della sorte, i Giovani per un mondo unito di Trieste hanno raccolto grazie a questa serata proprio 1000 euro da destinare agli alluvionati della Liguria e del Piemonte. «A dire il vero – racconta Gianluca, uno degli organizzatori – il ricavato era di 964 euro; ma il giorno dopo un conoscente, sapendo che ne mancavano solo 36 a questo traguardo simbolico, si è offerto di metterli lui». La metà sarà devoluta ad un progetto di “adozione a distanza” delle famiglie liguri portato avanti dall’Associazione Igino Giordani, per sostenere nell’immediato chi ha perso tutto; l’altra metà prenderà invece la via della Sicilia, per un’iniziativa lanciata dal Movimento dei focolari. Entrambi sono progetti scelti direttamente dalle vittime di questi disastri naturali, così si è veramente certi di andare incontro alle necessità della gente del posto. 

L’idea è nata a fine novembre, dopo il convegno annuale dei giovani italiani dei Focolari. Una trentina di volenterosi triestini, sotto l’attenta direzione di una ligure e di una sicula che studiano in città, si è così messa all’opera per organizzare questa cena di raccolta fondi. Un gruppo si è messo ai fornelli, un altro ha preparato il programma della serata, e un terzo ha pubblicizzato l’evento in città e via Facebook. Per quanto la cosa sia partita sotto i migliori auspici – l’associazione Buone pratiche onlus si è infatti offerta di coprire i costi della serata – gli imprevisti non sono mancati: «Giusto per fare un esempio – prosegue Gianluca – la cena era alle 20, e la sala non sarebbe stata disponibile fino alle 19.30». Ma  alla fine sono stati gli ospiti stessi – un centinaio, ben oltre i 60 previsti – a dare una mano con quello che mancava, contribuendo a creare quel senso di partecipazione e condivisione che gli organizzatori si proponevano.

Al di là degli aspetti enogastronomici – tra trofie al pesto, arancini e caponata – il centro della serata sono state le testimonianze: quella di due giovani liguri – che, oltre a portare il pesto fresco, hanno raccontato la loro esperienza personale e quella dei volontari che hanno accompagnato a spalare il fango – e quella giunta in power point dalla Sicilia. Il tutto condito con dei brevi spot lanciati ogni venti minuti, facendo buio in sala, sui temi della solidarietà e dell’attivismo. Non sono mancate nemmeno le musiche tipiche di sottofondo, «ma nulla di “invasivo” – precisa Gianluca – : volevamo che fosse prima di tutto un momento per conoscerci, creare rapporti, per cui abbiamo posto molta attenzione al fatto che non diventasse una festa fine a sé stessa». «La definirei una “testimonianza con gusto” – aggiunge infatti Bettina, una delle partecipanti – nel senso che il cibo è un modo per unire le persone e le culture. E l’esperienza degli “angeli del fango” ha dato decisamente un tocco incisivo alla serata». 

E i liguri, a quanto pare, sono stati i primi ad apprezzare: «Da genovese posso dire che mi ha colpito molto la generosità dei triestini» commenta Angela, una delle due giovani in trasferta, sulla pagina Facebook del gruppo. E a suo modo pecca pure di modestia: «Non chiamateci “eroi”…mi sembra esagerato per due turisti in vacanza a Trieste!». Ma anche i triestini sembrano aver colto bene lo spirito della serata: «Al di là della raccolta fondi – osserva Gianluca – ciò che volevamo era regalare una serata “di qualità”, e dalle impressioni ricevute mi sembra che ci siamo riusciti». Tanto che anche un giovane consigliere di circoscrizione, seduto a quei tavoli, ha assicurato la disponibilità come istituzione per future iniziative.

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