Una cassetta di mele

Con tre bambini piccoli in casa, anche se economicamente non sarebbe stato facile, con mio marito ho deciso di lasciare il lavoro che tanto mi gratificava per dedicarmi a tempo pieno alla famiglia. Da allora, la provvidenza ci è venuta incontro in tanti modi. Un giorno, ad esempio, si è evidenziato l’urgente bisogno, per tutti, di un paio di scarpe, ma non c’erano soldi. Quello stesso giorno un amico che aveva ricevuto in regalo diverse paia di scarpe di ottima qualità ci ha invitato a scegliere quelle che ci servivano. Con nostra grande sorpresa abbiamo trovato quelle adatte ad ognuno per misura e colore. Un’altra volta il nostro figlio maggiore desiderava una mela ma eravamo a fine mese e dovevamo limitare le spese. Gliel’ho detto e lui si è convinto di buon grado. Poco dopo bussano alla porta, apro e da una conoscente ricevo una cassetta di mele saporite. Vedendole, uno dei bambini ha esclamato: Mamma, vedi, Dio ci vuole proprio bene!. Lenka – Slovacchia Pronta per partire, esco con la valigia in mano, ma l’auto non c’è: è stata rubata! Fatta la denuncia, nei giorni successivi diverse persone mi avvertono che magari sarà possibile riaverla pagando una certa somma, come purtroppo capita dalle nostre parti. La macchina mi serve, è vero, e non ho i soldi necessari per ricomprarne un’altra; ma la scelta evangelica che ho fatto passa anche attraverso la legalità, a costo di non essere compresa. Così rifiuto garbatamente e collaboro per le ricerche con i carabinieri che, sorpresi, commentano: Oggi qui è cambiato qualcosa, c’è speranza!. Persino il giornale regionale dà rilievo all’accaduto. Qualche giorno dopo ho la sorpresa di ritrovare la mia auto parcheggiata nella strada sotto casa. S. E. – Italia La tribù africana che periodicamente visitiamo per l’assistenza religiosa è sparsa in tanti piccoli villaggi. Il catechista del posto provvede a predisporre tutto perché il passaggio del missionario risulti efficace. Un giorno uno di loro mi ha presentato il suo gruppo di catecumeni da esaminare ed eventualmente battezzare. Tra questi, Sabrina, una ragazzina di 12/13 anni che a dire di lui era tra le più assidue e attente, ma purtroppo non parlava, per cui non si poteva capire che cosa pensasse del battesimo e del suo inserimento nella comunità cristiana. Per tentare il tutto per tutto, ho chiesto di rimanere solo con Sabrina. Senti – ho esordito -, io vorrei battezzarti; però, come vedi, ho qui un foglio di carta dove devo scrivere i nomi delle persone che ricevono que-sto sacramento. Allora dimmi, come ti chiami?. E lei: Sabrina!. E poi mi ha recitato anche alcune preghiere” Il catechista e la zia della piccola, che si erano appostati per vedere come andava a finire la vicenda, sono piombati dentro dando in esclamazioni di gioia, danzando e non finendola più di abbracciare me e lei. Chissà.. forse Sabrina si era liberata da qualche trauma infantile. E il mattino dopo l’ho trovata davanti all’uscio della capanna che mi ospitava, impaziente di essere battezzata. Don Lino – Africa

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