Un vescovo padre ed economista

Il 105° capo della chiesa d'Inghilterra ha messo a frutto le doti sperimentate nelle aziende e anche nella sua famiglia. Saranno il corredo giusto per le sfide di oggi? Dal nostro corrispondente
Justin Welby

Essere l'Arcivescovo di Canterbury è difficile e non solo perché, come si dice a Londra, avere la leadership nella Chiesa di Inghilterra è come cercare di dirigere una collezione di gatti: ognuno va dove vuole.

Adesso che Justin Welby, attuale vescovo di Durham, è stato scelto per succedere a Rowan Williams, grande figura intellettuale e spirituale, si troverà pure lui in una posizione molto difficile, perchè è considerato com il direttore generale di un’impresa multinazionale, mentre la Chiesa è fatta di persone ognuna delle quali, nel bene o nel male, ha il compito di portare avanti il regno di Dio.

Però forse Welby è proprio l’uomo giusto per portare avanti questo arduo compito. Unisce, infatti, all'umiltà di un uomo al servizio di altri, che non si considera un principe della Chiesa, anche la capacità compassionevole di trovare soluzioni azzeccate ai problemi. Allora, come Rowan Williams in genere era conosciuto per nome, anche Justin Welby si fa chiamare semplicemente Justin. E poi nella sua diocesi di Durham, dove alcune persone cominciavano a sentirsi demoralizzate, ha trovato una soluzione geniale. E’ successo che varie parrocchie si sono trovate in difficoltà nel pagare la “quota”, cioè i soldi da condividere con il resto della Chiesa. Justin Welby ha detto invece che ogni parrocchia deve dire quanto pensa che in coscienza può dare e poi si stabilisce il preventivo della diocesi in base a quello.

Il fatto che ci sa fare con i soldi,appreso soprattutto in 11 anni trascorsi nell’industria petrolifera, gli sarà molto utile. Ma sarà importante per comprendere le necessità del mondo attuale dominato da tali questioni. Infatti è noto il suo interesse per le questioni etiche, in particolare quelle che toccano l’economia e, fra le sue varie pubblicazione in tema, ha scritto un piccolo libro intitolato “Possono le ditte peccare?”. Dice che la dottrina sociale della Chiesa Romano-Cattolica, a cominciare dalla Rerum novarum fino alla Caritas in veritate ha molto influenzato il suo modo di pensare.

Ha conosciuto personalmente anche la tragedia. In 1983 la figlia di sette mesi è morta in un incidente stradale. Fu un momento decisivo per lui e la sua moglie, Caroline. Con lei ha altre cinque figli, due maschi e tre femmine. Conosce dunque dall’interno la vita famigliare.

Come è d'uso nella Chiesa d’Inghilterra per le nomine degli arcivescovi di Canterbury, appartiene ad un ala ecclesiale diversa da quella del suo predecessore. Come laico è stato un leader nella Chiesa di Holy Trinity Brompton, a Londra, una chiesa evangelica e pentecostale, dove è nato il Corso Alpha, ormai conosciuto in tutto il mondo come movimento che sa accogliere persone lontane da qualsiasi tipo di vita religiosa.

Con la sua ricca esperienza umana ed ecclesiastica sembra a tanti la persona adatta per essere il 105° Arcivescovo di Canterbury, nonostante che non era ben conosciuto prima. E questo particolarmente ora quando si affrontano questioni delicate e scottanti, come la questione delle donne vescovi (lui è fortemente a favore) o il matrimonio delle coppie gay (è contro) e tutte le tensioni per via dell’interpretazione della Bibbia in questioni etiche che affrontano l’intera Comunione Anglicana.

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