Un rapporto da difendere

¦ Tra mia figlia, sposata da due anni, e suo marito vedo primi segni di conflitto, dovuti forse a problemi di lavoro. Tanti dicono che, se non ci sono figli, la separazione non è poi un gran problema, ma io penso che il loro rapporto abbia un suo valore da difendere. Cosa fare per loro?. Ada – Roma La casa di due sposi è sempre una culla, perché la dimensione della coniugalità è intimamente intrecciata con quella della fecondità. Il giorno del matrimonio, con il reciproco consenso alla condivisione piena della vita, lui e lei hanno generato una nuova realtà, un noi del tutto originale, molto simile al noi del principio, quando l’uomo e la donna sono usciti dalle mani di Dio, creati l’uno per l’altra ad immagine del suo amore. Questa nuova creatura è affidata ai due perché la alimentino, ne abbiano cura, la proteggano dalle avversità ambientali, intervengano tempestivamente quando la sua salute si indebolisce. Come un bambino ha bisogno di svilupparsi e crescere tra le braccia di mamma e papà, per diventare capace a sua volta di contribuire al bene comune, così è necessario stimare e avere a cuore il legame di coppia, perché porti quei frutti di umanità che arricchiscono gli sposi stessi e la comunità. Se e quando uno o più bambini arriveranno, troveranno i genitori già un po’ allenati alla accoglienza di un altro; persino quando la natura sembra negare il sogno di una maternità/paternità, l’amore degli sposi può superare questo limite, aprendosi all’adozione o a forme sociali di condivisione con persone, e addirittura popoli, abbandonati. Di questo ho molte testimonianze, raccolte da coppie che, pur nella dichiarata e insuperabile sterilità fisica, hanno realmente generato uomini e donne nuovi, persone che sono cresciute nella responsabilità e nella fiducia di sé e dell’altro. Per questo mi sembra assolutamente necessario aiutare questi due giovani in difficoltà, anche se ancora senza il peso di figli. Cosa fare per aiutarli? Forse ci vuole tanta discreta vicinanza, un cocktail ben dosato di parola e silenzio, di attesa e proposta, l’offerta di un sostegno che non si sostituisca alle loro scelte, la dimostrazione della stima che si ha per ciascuno di loro e del loro essere già pienamente famiglia, possibilmente condivisa da più persone amiche. Può essere utile anche consigliare un confronto con altre coppie, preparate e mature. Forse una terapia di questo genere potrà ridimensionare le inevitabili difficoltà dei primi (e poi dei secondi, dei terzi…) tempi del matrimonio: le diverse aspettative, gli imprevisti, lo sforzo per imparare a sintonizzarsi l’uno sulla lunghezza d’onda dell’altro. E questa è l’avventura di ogni famiglia, che si snoda attraverso la storia e ne fa parte, come il tassello di un grande mosaico. spaziofamiglia@cittanuova.it

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