Un popolo in fuga

Si sospetta una progressiva islamizzazione del Paese che scontenta sia i cristiani che i musulmani. Le Chiese intanto fanno fronte comune
egitto

Nel paese egiziano, investito anche da attentati e disordini legati alle diverse confessioni che lo abitano, centrale è il rapporto fra la maggioranza musulmana (circa il 90 per cento) e la minoranza cristiana (10 per cento, ma è difficile avere delle cifre esatte). Da un lato i cristiani, a grande maggioranza copti-ortodossi, si sentono parte dell’Egitto e della sua cultura. La Chiesa Copta, fondata da san Marco evangelista, s’identifica proprio con la valle del Nilo. E copto significa egiziano. I copti si sentono gli ultimi depositari della cultura dei faraoni, la loro lingua è un’evoluzione di quella dell’antica civiltà delle piramidi, come pure la croce che hanno adottato, sebbene di forma cristiana, ha radici nei simboli dell’antico Egitto. Tuttavia, i copti oggi parlano l’arabo e sono parte integrante del panorama socio-politico e culturale del Paese nord-Africano. Dall’altro, il presidente sa bene che i recenti attacchi ai cristiani, oltre che creare tensioni interne e un clima di sfiducia nei confronti del governo da parte delle minoranze, rischiano di minare l’immagine del Paese a livello internazionale, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto dei diritti umani, punto sempre più cruciale per la sua credibilità.
 
Il governo di Morsi è, senza dubbio, impegnato a conquistare sia la fiducia interna che quella esterna, cosa tutt’altro che facile e ancora lontana dal realizzarsi. Ma esiste un impegno da parte degli stessi Fratelli Musulmani, dalle cui fila proviene il neo-Presidente, di fornire un’immagine che si distanzi dal fanatismo islamico. Una personalità cristiana faceva notare che recentemente, al-Fair, un quotidiano popolare ha pubblicato un testo che invitava ad uccidere i cristiani. I Fratelli Musulmani non hanno esitato a condannare l’intervento, affermando che si trattava di un tentativo di minare la loro immagine e quella del loro partito di fronte ai Paesi dell’occidente.
 
Resta, comunque, il fatto che i cristiani avvertono una crescente insicurezza. Il sospetto di una progressiva islamizzazione del Paese sta provocando una fuga dall’Egitto anche se non sono pochi i musulmani che decidono di migrare a causa della situazione generale del Paese e perché, loro stessi, in disaccordo con linee emergenti di carattere fondamentalista.
 
Da parte delle Chiese, si avverte la necessità di unire tutte le forze. Negli ultimi tempi, si sono formate diverse rappresentanze fra cui l’Unione Giovanile di Maspero (che prende il nome dal Palazzo della Televisione di stato davanti al quali sono stati uccisi numerosi cristiani ai tempi della rivoluzione), il centro dei diritti umani Kalimah ed il Centro Egiziano per le Minoranze. Una recente formazione politica ha voluto assumere il titolo significativo di ‘Fratelli Cristiani’. L’ha fondata Mamdouh Nakhla, che dirige ‘al-Kalima’, un centro per la salvaguardia dei diritti umani, con sede al Cairo. Il gruppo sostiene di voler formulare una strategia politica liberale e laica. Ci sono, poi, molte iniziative sia a livello personale che di gruppi che vogliono gettare ponti, organizzando diversi progetti di collaborazione. Per esempio, un gruppo di teen-agers musulmani e cristiani che non si conoscevano, motivati dal desiderio di costruire un Egitto che sia veramente di tutti, si sono impegnati nella preparazione di attività sportive comuni in occasione della giornata mondiale della pace promossa dalle Nazioni Unite.

Un panorama, dunque, complesso nel quale non sono pochi a ricordare con nostalgia i giorni della rivoluzione dove non esistevano differenze e discriminazioni, ma tutti erano prima di tutto e solo "egiziani". Oggi, a due anni di distanza si lavora, faticosamente, e spesso senza una chiara prospettiva, all’Egitto del futuro e le speranze si sono trasformate per molti in paure. Gli avvenimenti degli ultimi giorni non fanno che dimostrare quanto il clima continui ad essere incerto e legato a equilibri che si possono spezzare in qualsiasi momento.

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