Un campionato pieno di sorprese

Dopo sette giornate, la stagione calcistica 2015/2016, cominciata all’insegna di imprevisti e illustri ritardi, concede di tracciare i primi lineamenti di quella che si annuncia come una delle annate sportive più avvincenti e imprevedibili
Paulo Sousa

Firenze “l’è piccina” ma…

“Il viola è il colore che amo”, cantano a Firenze: dopo 16 anni la Serie A vede la Fiorentina capolista solitaria con 18 punti su 21 disponibili. Nessun campionissimo, ma il labaro viola è sospinto dall’entusiasmo di una città tanto “piccina”, come si dice da quelle parti, quanto esigente, e soprattutto da un collettivo orchestrato in maniera magistrale dal suo sorprendente condottiero, Paulo Sousa. Arrivato in città tra i mugugni generali per i suoi trascorsi da centrocampista juventino, il portoghese si è distinto per stile e maestria tattica: con “il gobbo sbagliato” la Fiorentina gioca probabilmente il miglior calcio del momento in campionato, zittendo le cassandre che avevano contestato un mercato estivo senza botti. “Fare l’allenatore per me non è guardare a me stesso ma al giocatore che ho, cercando di esaltarne le caratteristiche sia come giocatore che come persona per trarne il meglio professionalmente, perché sono grato al calcio è la mia passione e ne ho fatto il mio mestiere: per questo cerco di spiegare quanto è bello giocarlo”, il verbo del mister. Stando ai fatti, la difesa a tre diretta dall’autorevolezza di Gonzalo Rodriguez, il centrocampo a 4 impreziosito dalla fine regia di Borja Valero, già fiorentino d’adozione per impegno e semplicità, la completezza del centravanti croato Kalinic e lo stato di forma ottimale di tutti gli interpellati risultano gli ingredienti per un campionato a fortissime tinte viola.

 

Lorenzo sei Magnifico…

La scia magica di Firenze contagia anche Napoli: “Lorenzo il Magnifico” però in questo caso arriva da Frattamaggiore, provincia partenopea, di cognome fa Insigne ed al momento ha restituito alla città, in coabitazione col bomber Gonzalo Higuain, la possibilità di sognare in grande. La leggiadria dello scugnizzo Insigne a trequarti di campo impreziosisce per la verità il lavoro sobrio e certosino di un altro grande stratega silenzioso figlio di Napoli, Maurizio Sarri, che abbiamo già avuto modo di esaltare sulle nostre pagine per l’encomiabile gavetta fatta di sacrificio e passione. Difesa a quattro, linea di tre mediani pronti a inserirsi e tre attaccanti dalle caratteristiche complementari: retroguardia sempre meglio registrata, in crescendo, e manovre da grande calcio in avanti spingono il Napoli firmato Sarri a 12 punti, non tanti ma in grado di non perdere una vetta che appare tutt’altro che lontana.

 

Milano deciditi

Impastata, prevedibile e pericolosa solo a sprazzi per lampi di singoli, la manovra dell’Inter non decolla, nonostante 16 punti siano tanti e valgano il secondo posto. Dopo cinque vittorie consecutive contro squadre minori, favorite anche da una corposa dose di buona sorte, qualcuno si era illuso che il campionato prendesse già la strada della Milano nerazzurra, ma il clamoroso 1-4 rimediato in casa contro la Fiorentina capolista alla sesta giornata ha riportato rovinosamente a terra i sogni nerazzurri: in ogni caso tempo al tempo, non erano fenomeni prima, non sono brocchi ora, dopo un altro pareggio tra i brividi di Genova contro la Sampdoria. Con la Fiorentina Handanovic ha evidentemente viziato in modo decisivo la gara, regalando due gol per due svarioni clamorosi, ma questo non può cancellare la lezione viola, capace di evidenziare tutti i limiti generali di una squadra ancora troppo balbettante in fase offensiva e talvolta vittima di letali amnesie in fase difensiva. Sull’altra sponda sportiva della città, il Milan si lecca le ferite per il poker servito a San Siro ieri sera dal Napoli: di grande, al momento, c’è solo la confusione. 9 punti, difesa colabrodo (13 reti subite, solo il neopromosso Carpi ha fatto peggio), mediana dalle idee modeste ed un attacco dove solo qualche spunto del figliol prodigo Balotelli e di Bacca desta speranza.

 

La Signora si fa attendere… Roma no

Gli acuti dei tre tenori Vidal, Pirlo e Tevez non sono rimpiazzabili: è assodato. Il rodaggio di una stagione di quasi rifondazione, che ha visto la Juventus cercare assestamento e motivazione perdendo punti su punti nelle prima giornate, potrebbe però non durare a lungo: Allegri sembra avere trovato la quadra puntando sulla velocità dell’ala destra Cuadrado e sulla ritrovata verve di Morata; l’ormai perfezionato trio ricomposto, Barzagli-Bonucci-Chiellini in difesa, e le straordinarie potenzialità di Pogba a centrocampo potrebbero presto riproporre prepotentemente la Vecchia Signora tra le contendenti, nonostante i punti ad ora siano appena 8. Roma invece non si fa attendere più di tanto: 14 punti per i giallorossi di Garcia, 15 per la Lazio ed una tratto clamorosamente in comune chiamato discontinuità. Al momento, entrambe le squadre hanno alternato sprazzi di perfezione a clamorose fragilità per le quali è necessario attendere conferme.

 

Il campionato riprenderà tuttavia a rivelare le sue verità dopo il prossimo fine settimana, in cui sarà impegnata la Nazionale: per i nostri azzurri si tratta di sigillare la qualificazione ai prossimi Europei di Francia 2016, passando per l’Azerbaijan, Sabato prossimo, e la Norvegia, Martedì 13.

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