Un arcobaleno intorno al mondo

Appuntamento dalle 11 alle 12 in ogni fuso orario. Questo l’invito che i Ragazzi per l’unità hanno rivolto ad amici, parenti e coetanei invitandoli a prendere parte alla staffetta per la pace e la fraternità svoltasi in 24 ore da una parte all’altra del mondo. Allo scoccare delle 11 a.m. del 9 ottobre, in ogni fuso orario, migliaia di ragazzi si sono impegnati nelle più diverse gare sportive e di solidarietà per dire che il mondo unito è possibile. E non solo per un giorno. Si sono passati il testimone attraverso collegamenti telefonici e email, mentre il sito www.run4unity.net si arricchiva di foto inviate dalle città e nel forum i messaggi portavano notizie in tempo reale. Dieci ragazzi coadiuvati da trenta adulti sono stati gli speaker di una radiocronaca in streaming che ha sintetizzato notizie ed avvenimenti dal mondo. Le sei trasmissioni, ascoltate in molti paesi, hanno fatto sperimentare in presa diretta la mondialità di un evento che ha visto la presenza di autorità civili e religiose, ha coinvolto persone di tutte le età, gruppi sportivi ed intere scuole, movimenti ed associazioni. Numerosi i patrocini di comuni, province e regioni, di istituzioni nazionali ed internazionali come quello di Adolf Ogi, consigliere speciale del segretario generale dell’Onu per lo sport e al servizio dello sviluppo e della pace. La mattina di domenica, poi, milleragazzi del Lazio, concludendo in piazza San Pietro la loro staffetta, hanno ricevuto con gioia il saluto del papa: Sono lieto di accogliere i Ragazzi per l’unità del Movimento dei focolari – ha detto il pontefice -, che oggi danno vita qui a Roma e in molte città del mondo ad una staffetta sportiva per l’unità e la pace. Cari ragazzi e ragazze – ha concluso -, rimanete sempre uniti a Gesù e sarete costruttori di vera fraternità. La pace e le sue sfumature Molti i luoghi curiosi scelti per le staffette: dalla gara di canoa ad Oslo, in Norvegia, alla giornata di trekking a Neuquen, nella Patagonia argentina, alla corsa dei ragazzi dell’Ecuador proprio sulla linea dell’Equatore. Da qui – hanno commentato invece i ragazzi di Istanbul dopo aver attraversato il Bosforo in battello – abbracciando con lo sguardo e col cuore Europa e Asia, Mar Nero e Mar di Marmara, vorremmo far partire un’invasione di fraternità. Chiara Lubich, in un messaggio, ha ricordato che il segreto per realizzare la pace è diffondere l’amore, quell’amore reciproco che genera la fratellanza ed occorre invadere il mondo con l’amore cominciando da noi stessi. Se così faremo tutti la fratellanza universale s’allargherà, la solidarietà fiorirà, i beni saranno meglio distribuiti e potrà risplendere sul mondo l’arcobaleno della pace: su quel mondo che, fra pochi anni, sarà nelle vostre mani. Ed a stendere un arcobaleno di pace i ragazzi ci hanno provato anche visivamente, assegnando ai diversi fusi orari i sette colori dell’arcobaleno usati per striscioni, magliette, cappellini. Il rosso ha dominato in Nuova Zelanda dove i primi a partire, quando in Italia erano le 12 p.m. di sabato 8 ottobre, sono stati i 115 di Wellington. Poco più a nord per il Giappone l’appuntamento era fissato a Nagasaki, nel luogo dove sessant’anni fa esplose la bomba atomica, con pranzo nel ricovero per le vittime. Lo spicchio arancio dell’arcobaleno ha iniziato a comporlo la Thailandia dove, a Bangkok e Chang Mai, tra i 500 partecipanti c’erano cristiani accanto a rappresentanti di religione buddhista, musulmana e indù. Il verde è stato invece il colore del vicino oriente, dove 600 ragazzi cristiani e musulmani del Cairo hanno avuto il permesso di passare vicino alle Piramidi fino alla Sfinge. A Sohag, nel sud del paese, erano in mille, metà musulmani. Itinerario ricco di storia anche per la Grecia, dove Run4unity si è svolto sulla strada che unisce Maratona ad Atene. Quel tragitto, nel 490 a.C., fu percorso da un messaggero per portare la notizia della vittoria sui persiani. Come quel primo maratoneta – spiegano i Ragazzi per l’unità – ha dato la sua vita per una notizia di libertà, noi vogliamo iniziare un’era nuova di pace . E ambasciatori di novità sono stati certamente i ragazzi cristiani, ebrei e musulmani che a Gerusalemme hanno attraversato insieme le strade della città in un percorso che ha toccato la moschea di Al-Aqsa, la chiesa del Santo Sepolcro, il Muro del pianto. A chi li guardava incuriositi rispondevano: Oggi siamo insieme per la pace. Dalle 11 a.m. alle 12 a.m., ora italiana, il testimone è passato alle staffette azzurre di Africa ed Europa. Molti, nel nostro continente, i luoghi simbolo scelti: dalla Torre Eiffel a Parigi alla Campana della pace a Tirana dove si sono riuniti in più di 700. Persone di tutte le età hanno caratterizzato invece la gara di Berna, in Svizzera, dove una giovane coppia ha così scritto nelle impressioni finali: Spesso ci preoccupiamo al pensiero del mondo in cui devono crescere i nostri figli, dopo questa giornata non abbiamo più paura e, al contrario, la nostra famiglia potrebbe crescere. In Italia le trenta staffette hanno toccato, tra gli altri, i Sassi di Matera e Piazza dei miracoli a Pisa, il Palazzo dei normanni a Palermo e la basilica di San Francesco ad Assisi. Mi è piaciuta molto la formula che avete scelto – ha scritto ai ragazzi di Milano l’arcivescovo Dionigi Tettamanzi -: attraverso il tempo costruirete un cammino comune testimoniando il vostro desiderio di unità, di amicizia e di pace. Il sindaco del capoluogo lombardo, Gabriele Albertini, si è detto certo che Run4unity non potrà che essere un punto di partenza per nuove iniziative che i milanesi saluteranno con simpatia. Più a sud, nel continente africano, undici sono stati i paesi nei quali si sono svolte le staffette; tra di essi il Congo dove, nonostante le tensioni impedissero una vera corsa, i ragazzi si sono riuniti per la pace. Spettano invece all’America e, più esattamente, al Brasile due importanti primati. Con 92 manifestazioni è stato infatti il paese che ha dato vita a più staffette ospitando anche la più numerosa, quella di Rio Grande. Stavamo pensando a come fare Run4unity – scrivono da lì i Ragazzi per l’unità -, quando il nostro vescovo, mons. José Mário Stroeher, ci ha invitato ad inserirci nella festa che proprio oggi riunisce tutta la nostra diocesi: abbiamo letto ai circa cinquemila presenti il nostro messaggio di pace. Far rivivere le città Con Run4unity i ragazzi hanno anche voluto passare attraverso luoghi che hanno conosciuto odi e divisioni. A Chicago i 120 partecipanti si sono dati appuntamento nel Midway Plaissance, vicino alla linea che segnava la divisione tra la zona dei bianchi e quella dei neri. Luogo significativo per la fine dell’apartheid anche il quartiere Regina Mundi, a Johannesburg, dove si sono svolte le attività sportive in Sud Africa. La staffetta di Belfast, in Irlan- da del Nord, è passata invece lungo il fiume Lagan: Per noi – scrivono – oggi è stato come lanciare un sassolino nelle sue acque e credere che le onde arriveranno più in là di quanto possiamo vedere per costruire ponti dentro e al di là delle nostre comunità. In Germania i ragazzi di Münster e di Osnabruck, città in passato rivali perché una cattolica e l’altra protestante, hanno fatto della staffetta un momento di festa. In molte località si è avuta l’idea di partecipare portando in dono alimenti, scarpe e abiti da distribuire poi ai ragazzi più bisognosi. Così ad Onitsha, in Nigeria, sono stati i ragazzi stessi a portare quanto raccolto ai coetanei più bisognosi, mentre a Mumbai, in India, i 600 partecipanti hanno ridistribuito, in quattro istituti che accolgono orfani e ragazzi di strada, i premi vinti nelle gare sportive. Una solidarietà che ha anche guardato lontano. Molti i contributi ai progetti dare, le microrealizzazioni che i Ragazzi per l’unità sostengono a favore dei coetanei di trenta paesi poveri o in guerra. Se guardi troppo le notizie – ha scritto un ragazzo presente alla staffetta di Bruxelles – dopo tre mesi sei in depressione. Ho capito che si possono rendere felici tanti ragazzi e che, facendolo, noi stessi troviamo la felicità. Voglio iniziare dalla famiglia: mio padre sta divorziando e deve occuparsi di noi quattro figli, cercherò di aiutarlo come posso. In varie staffette si è anche pensato alle emergenze più recenti: dai terremoti in India e Pakistan alle persone colpite dagli uragani in Texas. In Centro America neppure le piogge torrenziali sono riuscite a fermare Run4unity: 200 i partecipanti in Guatemala e 250 in Honduras. A San Salvador si sono riuniti in 200 distribuendo poi quanto messo da loro in comune alle persone che hanno perso tutto a causa delle inondazioni. In Messico le tre tonnellate di cibo donate dai 3100 ragazzi presenti sono state destinate alle zone del paese colpite dall’uragano Stan.

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