Un anno da sindaco di Cuneo

Intervista a Federico Borgna, che spiega: essere il primo cittadino ha avuto un effetto sconvolgente sulla mia vita
cuneo

Federico Borgna, 39 anni, non vedente, è sindaco di Cuneo da nemmeno un anno. Già assessore in un piccolo comune vicino al capoluogo, ha per anni ricoperto incarichi nell’associazione nazionale ciechi, ma quella da sindaco in un capoluogo di provincia dice è la sua prima vera esperienza amministrativa.

A quasi un anno dalle elezioni come è stato l'impatto e il lavoro con questo nuovo incarico di sindaco?
«Se dovessi trovare una parola per descrivere l'impatto che l'esperienza da sindaco ha avuto sulla mia vita credo che la parola giusta dovrebbe essere sconvolgente. Le sensazioni che ho vissuto in questo anno sono varie e partono dallo sgomento iniziale, quando stanco dalla campagna elettorale mi sono trovato in una realtà che conoscevo molto poco, o meglio la conoscevo da cittadino. Vvivere però la realtà di un comune grande come Cuneo dall'interno è stato davvero come una doccia fredda. Dallo sgomento iniziale però piano piano sono passato a una confidenza che ogni giorno cresce conoscendo meglio le persone con cui mi trovo a lavorare sia dal punto di vista politico che dal punto di vista di gestione della macchina amministrativa. Oggi posso dire di conoscere molto meglio le persone e i temi che affrontiamo quotidianamente e riconosco che ad addentrarmi in tutto ciò mi ha aiutato una macchina molto sana sia dal punto di vista sia della gestione sia dei rapporti umani, molto positivi, che ho trovato all'interno di questa amministrazione Forse per descrivere tutto quello che sto vivendo la parola giusta è "entusiasmante". Credo che per una persona appassionata di politica come me che ama la sua città essere sindaco sia l'esperienza in assoluto più bella che si possa fare. Essere sindaco per me è un privilegio».

Si è trovato ad affrontare subito grandi problemi, ma quali sono le nuove povertà che ha trovato?
«Definire le nuove povertà credo sia abbastanza difficile, si tratta di persone che non erano abituate a vivere in condizioni di povertà. Sono persone e famiglie che a causa di una separazione o della crisi economica hanno visto ridursi in modo consistente il loro reddito. e di colpo non sono state più in grado di far fronte a pagamenti che in precedenza potevano onorare con facilità. Queste difficoltà generano un forte smarrimento. Ma qui la rete dei servizi sociali, dalle parrocchie alle associazioni di volontariato, riesce a dare un aiuto concreto a tanti».

Cuneo è capoluogo: è davvero così e quali sono i rapporti con le altre province “sorelle"?
«Non so se Cuneo sia davvero capoluogo, la mia impressione è che storicamente le "sorelle" abbiano lavorato più con i loro territori circostanti di riferimento che non in reale collaborazione tra di loro. Credo che questa tendenza si stia invertendo da qualche anno a questa parte, ma mi sembra che manchi ancora una reale volontà di collaborazione di tutto il territorio provinciale. Sono convinto che le sette sorelle possano trovare delle grandi sinergie sotto molti punti di vista. Penso per esempio alla comunicazione del territorio provinciale che ha delle peculiarità uniche a livello mondiale. Questo potrebbe essere una carta molto importante da giocare soprattutto nel contesto internazionale. Ci sono tante cose gestite bene a livello di sette sorelle: per esempio l’acqua, per cui abbiamo lavorato in grande collaborazione trovando soluzioni utili a tutto territorio e rispettose delle peculiarità di ogni città».

Che cosa spera per la sua città e per i cittadini cuneesi?
«Spero che la cuneesità, che a mio modo di vedere è una sorta di categoria filosofica, rimanga intatta nonostante i cambiamenti fortissimi che la società italiana ha di questi tempi. Credo che la cuneesità sia un misto di disincanto e concretezza nel valutare le cose e di forte generosità e attenzione alle idee ed istanze del prossimo. E spero poi che questa situazione contingente di crisi economica si risolva presto e persista la cuneesità che è quel modo di vedere le cose che ha fatto sì che Cuneo diventasse nei secoli una città vivibile, accogliente, pulita, ordinata».

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