Ucraina e Russia per il ritiro delle armi pesanti

Nonostante le divergenze persistenti tra gli attori in campo nell’Est del Paese, è stato raggiunto un accordo per escludere dalla regione i mezzi di offesa più dannosi
Ucraina

Anche se l'incontroa Berlino dei ministri degli Esteri sull'Ucraina non ha portato a nessun passo avanti politico, però si sono registrati progressi in campo militare. Mosca accetta in effetti di riconoscere l’attuale linea di demarcazione concordata a Minsk rimuovendo le armi pesanti da una zona-cuscinetto.

Alle ore 23.15 ieri sera, si è aperto il portone di Villa Borsig a Berlino: il ministro degli Esteri tedesco consguardo gravema nello stesso tempo soddisfatto per qualche raggiunto progresso nelle trattative. «Non sono qui per dire che c’è stata la svolta – ha esordito Frank-Walter Steinmeier –, ma l’incontro ha portato dei progressi tangibili». A differenza della scorsa settimana, questa volta c’è stata «finalmente una comprensione reciproca», quella della linea di demarcazione già fissata a Minsk il 19 settembre: «È la linea dalla quale è ora di iniziare il ritiro degli armamenti pesanti», dice con cautela il ministro tedesco.

Inoltreafferma che è stato raggiunto un accordo su ulteriori procedure. Ora è necessario il più velocemente possibile un incontro del gruppo di contatto dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce), per attuare tale accordo. I termini dell’accordo prevedono che all’Est e all’Ovest della linea, stabilita nell'accordo di cessate il fuoco, a Minsk lo scorso settembre, le parti in conflitto devono stabilire una zona cuscinetto di 15 km di larghezza. Kiev ha accettato di ritirare le proprie armi pesanti verso Ovest.EMosca ha accettato di usare la sua influenza sui separatisti dell’Ucraina orientale in modo che le loro armi siano ritirate verso Est.

Nellazona cuscinetto di 30 km di larghezza si trova anche l'aeroporto di Donetsk, che non è stato esplicitamente nominato, luogo dei principali scontri delle ultime settimane. Oggi il nuovo e il vecchio terminal, la torre di controllo dell’aeroporto e tutto ciò che potrebbe servire come riparo armato sono completamente distrutti. L’aeroporto può essere colpito con fuoco diretto. Dalla struttura del nuovo terminal gli ultimi soldati ucraini sono usciti solo in queste ore: una parte sono riusciti a lasciare l'aeroporto, altri sono stati catturati dai separatisti filo-russi.

Ma per ora i combattimenti attorno all’aeroporto di Donetsk continuano. Alcuni edifici continuano a proteggere i soldati ucraini, ha detto Genadiy Seleznov, portavoce dello stato maggiore delle Forze armate ucraine. Inoltre ieri nella zona delle operazioni ci sono stati 16 feriti e 10 morti.

Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov aveva fatto sin dall'inizio tale concessione per conto dei separatisti. Ma per la prima volta ha ammesso di poter influenzare i separatisti. Ancora una volta le discussioni sono iniziate con duri scambi di battute tra Lavrov e il ministro degli Esteri ucraino Pavlo Klimkin. Lo stesso Steinmeier aveva parlato di un «compito difficile», che era andato ai limiti della pazienza. Il capo del dipartimento politicodel ministero degli Esteri ucraino, Alexei Makeev, che ha pure partecipato ai negoziati, ha detto da parte sua che durante i negoziati la Russia aveva usato «altre lingue. Tre ministri parlavano di una cosa e uno (quello russo) di un'altra cosa. I primi tre sono sulla terra, l’altro sulla luna. I primi tre sono orientati al positivo, l’altro al negativo. Ma comunque ci si deve parlare, anche solo per salvare una sola vita». A alla fine ha prevalso il senso di responsabilità.

Immediatamente prima della riunione quadripartita, Steinmeier ha parlato con il rappresentante speciale dell’Osc, Heidi Tagliavini, a cui ora spetta un gran lavoro. Ora molto dipende dal presupposto che l’accordo «non rimanga solo carta stampata», ha detto Steinmeier. Se fosse attuato, questo sarebbe «un reale passo in avanti verso il prossimo vertice di Astana».

È ormai chiaro:le battaglie infinite sono troppo costose per entrambe le parti. L’Ucraina è sull’orlo del fallimento, l'economia russa si contorce sotto le sanzioni e i prezzi bassi delle materie prime. Tuttavia anche una pace non giusta potrebbe essere molto costosa. Probabilmente sia Mosca che Kiev vogliono che le regioni separatiste rimangono parte dell'Ucraina: la Russia vuole uno “status speciale” per le Repubbliche dell’Est, mentre Kiev preferirebbe semplicemente far tornare le lancette l'orologioindietro di un anno.

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